Uno dei luoghi deputati allintegrazione dei disabili nella società è
sicuramente la scuola: da molti anni si hanno notizie di persone in situazione di handicap
inserite in classi di ogni ordine e grado grazie anche allausilio delle nuove
tecnologie. Ma in concreto, cosa caratterizza queste esperienze e come si modifica il modo
di fare scuola con queste persone?
La storia di questa integrazione si può far iniziare nel 1977 con la legge 517. Ma
ancora più importante per il nostro discorso è la legge 104 del 1992, con la quale
per le persone handicappate si prevede "la dotazione alle scuole ed alle università
di attrezzature tecniche e di sussidi didattici nonché di ogni altra forma di ausilio
tecnologico". Sappiamo tuttavia che da un intervento legislativo alla sua
realizzazione nella pratica quotidiana cè molta strada da percorrere.
Ma vediamo qualche esperienza concreta per comprendere se ed
in che modo le tecnologie stanno cambiando il modo di far scuola con i disabili. Dal 1993
nelle scuole di San Giovanni in
Persiceto e Crevalcore si sta realizzando il progetto Indis che così ci viene
descritta dal suo coordinatore Walter Casamenti: "Indis significa informatica e disagio ed
è unassociazione nata con la finalità di favorire laccesso nelle scuole dei
bambini con disagio o bambini con difficoltà di apprendimento.
Lassociazione ha il compito di mettere gli insegnanti di sostegno in condizione di
confrontarsi fra loro sulle varie metodologie didattiche da adottare con i bambini
handicappati. Indis si pone come centro di documentazione sullargomento scuola e
disagio ed anche come centro
di produzione di software pensati appositamente per bambini con tali
difficoltà".
La didattica con le persone disabili non è necessariamente
"speciale" almeno non nel senso di "differenziata": soprattutto con
lausilio delle nuove tecnologie, lhandicappato può seguire la programmazione
di classe. Il termine "speciale" si può invece usare come sinonimo di
"sperimentale" per la grossa spinta innovatrice che sia lhandicap che il
computer portano nella scuola, come ci mostra una prima esperienza, nella scuola
elementare di Crevalcore.
Il computer è ormai
inserito a pieno titolo nella didattica della classe, piace ai bambini ed offre numerosi
spunti didattici sia per i cosiddetti normodotati che i bambini con qualche difficoltà di
apprendimento. Nella quinta della scuola
elementare di Crevalcore ad esempio lintegrazione di una bambina psicotica
avviene con un programma "comfyland"
un software edito dalla Giunti
sui cui personaggi è stato costruito un tipo di programmazione molto flessibile nella
quale i vari contenuti disciplinari entrano a far parte di una storia di tipo fiabesco.
Così lhandicap anche attraverso le nuove tecnologie può essere occasione di
importanti riflessioni e innovazioni sul versante pedagogico. |
di Cristina Bigongiali
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Le nuove tecnologie stanno modificando la professionalità del docente che viene in
qualche modo liberato da compiti di natura più ripetitiva ed ha quindi a disposizione
più tempo per il rapporto con il disabile, per comprendere i suoi bisogni, i suoi
processi, i suoi punti di forza e di debolezza, e organizzare al meglio lintervento
educativo.
Proprio di questo cambiamento del ruolo formativo dellinsegnante abbiamo parlato
con Marina Maselli di Context, una società che elabora software per la didattica:
"Il ruolo dell'insegnante, possiamo dire complessivamente, che viene a ridefinirsi ed
anche ad ampliarsi. Soprattutto vengono chieste all'insegnante funzioni di mediazione su 3
livelli:
1. come semplice propositore del prodotto, nel caso in cui il ragazzo si muove con una
certa autonomia nell'ambito del materiale.
2. come ruolo di filtro, nei casi in cui viene chiesto al docente un intervento maggiore
legato alla possibilità di individuare le parti più pertinenti al percorso formativo.
3. come guida, nei casi in cui una difficoltà rende più necessaria una presenza costante
e continuativa del formatore".
Ancora più importante ci appare un altro cambiamento: la relazione a due,
insegnante-alunno, diventa una relazione a tre, insegnante-alunno-computer, poiché
lelaboratore diviene un oggetto capace di interagire sia con ladulto sia con
il bambino, assumendo così il ruolo di mediatore dellattività didattica. Per comprendere questo concetto si può
così iniziare da un altro luogo comune secondo il quale il computer stimola la
motivazione del ragazzo: ambienti multimediali piacevoli favoriscono lattenzione e
lapprendimento soprattutto di chi ha un deficit cognitivo. La presenza di più
codici, inoltre, favorisce lapprendimento di qualsiasi persona, come ci spiega
Giovanna di Pasquale, sempre di Context.
"Tutti noi siamo favoriti dall'informazione data su quei linguaggi. Questo perché
ognuno di noi ha uno stile di apprendimento proprio e, dunque, ha tutto sommato, una
lingua informativa che predilige; per alcuni può essere il 'visivo', per altri il
'verbale', per altri ancora l'approccio generale, per un altro ancora sarà l'approccio
sintetico all'informazione.
Tutto questo viene amplificato dalla presenza di un deficit o di una difficoltà e quindi,
la stessa facilitazione, che ognuno di noi può avere, verrà poi ritrovata nelle stesse
situazioni in cui sono coinvolti ragazzi o bambini con un deficit o con difficoltà di
apprendimento specifiche".
Il computer, attraverso la possibilità di usare una molteplicità di linguaggi, modifica
la qualità della relazione tra insegnante e alunno handicappato, permettendo ad entrambi
di avere un maggior controllo sullapprendimento. Ma portare il discorso in termini
di relazioni, significa spostarlo dal piano delle singole persone o dei singoli oggetti a
quello dei contesti.
La scuola di San Giovanni in Persiceto in provincia di Bologna, animata da una forte spinta alla sperimentazione
nellattività didattica, dà molta importanza allintegrazione fra disabili e
normodotati nella classe. Le lezioni vengono integrate con strumenti multimediali
interattivi ed alcune ore della settimana vengono trascorse nel laboratorio di informatica
dove tutte le classi a turno vengono a fare attività e dove in particolare i bambini
handicappati e con forme di disagio dovuto ad una cattiva scolarizzazione o ad una scarsa
conoscenza della lingua, passano più tempo al computer utilizzando programmi ideati
appositamente per facilitare sia la comunicazione che lapprendimento della lettura e
della scrittura. Lobiettivo è che lutilizzo delle nuove tecnologie non venga
considerato fine a se stesso ma vada inserito in un progetto educativo e in una
programmazione didattica più ampia, che miri in particolare a favorire
lintegrazione nella classe di tutti i bambini sia disabili che con forme di disagio. |
di Cristina Bigongiali
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Per concludere unulteriore riflessione può essere fatta relativamente
allinserimento dellutilizzo scolastico di ausili informatici allinterno
del contesto più ampio della vita del disabile. Ci deve sempre essere un progetto che
riguardi l'uso del computer da parte di una persona handicappata: si deve innanzitutto
avere chiaro il motivo per il quale si usa un elaboratore con quella persona. è
necessario che alla base di tutto questo vi sia un'idea di cosa gli insegnanti, gli
educatori e lo stesso soggetto disabile vogliono ottenere da uno strumento informatizzato.
Si tratta di un progetto di ampio respiro che non riguarda solo la scuola, ma che deve
essere pensato insieme alla famiglia ed a altri soggetti istituzionali: partendo
dall'individuazione delle esigenze della persona con deficit, esso deve tracciare le linee
principali di un percorso allinterno del quale devono rientrare anche programmazione
didattica ed attività scolastica. |
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