Ai tradizionali suoni del
quartetto darchi si sovrappongono suoni incisi su nastro magnetico o prodotti
artificialmente. Linterazione fra luniverso della fisica e quello della musica
ha cambiato da tempo il modo di produrre i suoni. Risale infatti a cinquanta anni fa
luso di macchine elettroniche e del computer nelle applicazioni musicali. Nel 1940,
negli Stati Uniti, Max Mathews
utilizzò i primi convertitori digitali analogici, cioè i calcolatori, per comporre
musica, e da allora molti compositori hanno accettato le sfide scientifiche sperimentando
le macchine ideate dai fisici e dai matematici.
I pionieri della
rivoluzione musicale elettroacustica, i primi cioè a realizzare brani originali e
concerti con laiuto di calcolatori elettronici sono stati, tra gli altri, John Cage, Stockhausen, Pierre
Boulez, Luigi Nono e Luciano Berio. Ma
produrre suoni tramite il calcolatore è stata per anni unimpresa titanica, poiché
per ottenere pochi secondi di musica occorrevano ore di calcoli e mesi di lavoro in studio
di registrazione. La musica veniva incisa su nastro magnetico e gli spettatori si
ritrovavano a vedere, sui palcoscenici, registratori e bobine magnetiche al posto dei
musicisti.
Ma tutto ciò è
già preistoria: dagli anni 60 in poi, infatti, si sono scoperti i sistemi necessari
a risolvere il problema della riproduzione del suono in tempo reale. Molti esperimenti
vennero fatti nello studio di Fonologia della Rai di Milano e in altri centri europei
specializzati. Ripercorriamo la storia di queste scoperte, attraverso la testimonianza di
uno dei principali protagonisti, il fisico italiano Giuseppe Di Giugno:
Come fisico sono sempre stato interessato alla musica. Lincontro fondamentale
per lo sviluppo delle mie invenzioni è stato con Luciano Berio
e Pierre
Boulez. Tra il 71 e il 75 insieme ad alcuni ricercatori di Napoli ho
realizzato il primo sistema audiodigitale 4A capace di generare suoni in tempo reale.
Presso lInsitut de Recherche et Coordination
Acoustique/Musique di Parigi (Ircam) per Pierre Boulez ho invece realizzato la work
station 4X per le applicazioni della sintesi e analisi del suono digitale. Tornato in
Italia ho realizzato presso lIstituto
di ricerca per lindustria per lo spettacolo (Iris) la work station Mars (Musical Audio Research Station),
un sistema universale che ha prestazioni molto più avanzate ed è un sistema duttile per
questo usato da quasi tutti i centri di ricerca musicale.
Grazie
allinterazione con le macchine i compositori hanno la possibilità di dilatare i
confini delle proprie invenzioni musicali e possono utilizzare ogni tipo di sonorità, in
dimensioni spazio temporali. Ce ne fornisce un esempio la compositrice tedesca Sabine Shäfer che
così descrive la sua installazione
sonora Soniclines1: Io sviluppo impianti topofonetici
con regolazione computerizzata. Gli altoparlanti sono ripartiti nello spazio. In realtà
il suono si muove al di là di questi altoparlanti.Tutti conosciamo questa sensazione in
quanto siamo sempre circondati da suoni in movimento, nel mondo. Ho sviluppato uno
speciale sistema di pilotaggio del suono nello spazio attraverso il quale posso realizzare
questa dinamica.
In Italia ci sono molti centri di ricerca e produzione musicale dove i
musicisti e gli scienziati creano i suoni del futuro e utilizzano lelettronica e
linformatica per realizzare le proprie composizioni. Queste conoscenze vengono
trasmesse a giovani e studenti attraverso vere e proprie attività didattiche.
LIstituto Gramma dell'Aquila,
come si legge nel sito,fu fondato nel 1989 allo scopo di promuovere la musica
contemporanea attraverso le applicazioni tecnologiche ed informatiche più avanzate.
Questo istituto rappresenta, oggi, un riferimento nazionale ed internazionale per le
attività di produzione, di diffusione e di ricerca finalizzata non soltanto alle
realizzazioni musicali ma anche alla didattica. E proprio l'attività didattica,
coadiuvata da docenti italiani di musica elettronica e da quattordici conservatori,
rappresenta uno degli aspetti rilevanti del lavoro svolto dall'istituto. Ma che cosa è
uno strumento digitale? Lo chiediamo al docente e compositore Michelangelo Lupone:
Lo strumento digitale per eccellenza è il calcolatore realizzato per un uso
musicale. Il calcolatore dispone di una scheda e di un programma di calcolo molto veloci
che si chiamano fly 30. Attraverso questo tipo di programma è possibile elaborare per
esempio un segnale acustico, introdurlo allinterno del calcolatore e sottoporlo a
dei processi di calcolo che ne trasformano il timbro. |
di Tiziana Alterio
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I centri di ricerca e produzione musicale sono molto attivi nella sperimentazione di
nuovi sistemi per creare suoni e si studia già la realizzazione di macchine universali a
basso costo, che diano ampie configurazioni : da sistemi piccoli, adatti per gli studenti,
a sistemi complessi per specialisti. Gli scienziati la chiamano dream machine,
sarà la macchina dei sogni per il nuovo millennio, cioè un sistema compatibile con ogni
tipo di calcolatore commerciale, che sia trasportabile per i concerti e che abbia un
utilizzo multimediale. Ma in questo processo quale diventa il ruolo del compositore ? Lo
abbiamo chiesto a André Richard, compositore e direttore di uno dei centri di ricerca
musicale più importanti del mondo:
Nel nostro centro,
lExperimentalstudio der Heinrich-Strobel Stiftung, abbiamo sempre realizzato noi le
macchine per produrre i suoni. Il nostro scopo è lincontro fra lautore e la
nuova tecnologia, ma ciò che conta per noi è soprattutto luomo, lartista,
con le sue concezioni. Negli anni 80 è arrivato a Friburgo, presso il nostro
centro, Luigi Nono, e questo è stato per noi linizio di un periodo di grande
espansione. Molte opere musicali sono nate grazie alle idee di Luigi Nono, e alle
possibilità espressive che le nostre apparecchiature gli hanno fornito. Attraverso la
live electronics noi permettiamo ai compositori di esibirsi in tempo reale, dal vivo, e di
realizzare performance uniche. Ciò che ci interessa è levento sul palco e lo
scambio diretto fra lartista e il suo pubblico.
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