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Musica - Servizio dell'11/02/99 

Musica elettroacustica

di Rossella Li Vigni e Michele Fabbri

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Centri di musica elettroacustica
di Elena Capparelli


Max MathewsAi tradizionali suoni del quartetto d’archi si sovrappongono suoni incisi su nastro magnetico o prodotti artificialmente. L’interazione fra l’universo della fisica e quello della musica ha cambiato da tempo il modo di produrre i suoni. Risale infatti a cinquanta anni fa l’uso di macchine elettroniche e del computer nelle applicazioni musicali. Nel 1940, negli Stati Uniti, Max Mathews utilizzò i primi convertitori digitali analogici, cioè i calcolatori, per comporre musica, e da allora molti compositori hanno accettato le sfide scientifiche sperimentando le macchine ideate dai fisici e dai matematici.

Pierre BoulezI pionieri della rivoluzione musicale elettroacustica, i primi cioè a realizzare brani originali e concerti con l’aiuto di calcolatori elettronici sono stati, tra gli altri, John Cage, Stockhausen, Pierre Boulez, Luigi Nono e Luciano Berio. Ma produrre suoni tramite il calcolatore è stata per anni un’impresa titanica, poiché per ottenere pochi secondi di musica occorrevano ore di calcoli e mesi di lavoro in studio di registrazione. La musica veniva incisa su nastro magnetico e gli spettatori si ritrovavano a vedere, sui palcoscenici, registratori e bobine magnetiche al posto dei musicisti.


Luciano BerioMa tutto ciò è già preistoria: dagli anni ’60 in poi, infatti, si sono scoperti i sistemi necessari a risolvere il problema della riproduzione del suono in tempo reale. Molti esperimenti vennero fatti nello studio di Fonologia della Rai di Milano e in altri centri europei specializzati. Ripercorriamo la storia di queste scoperte, attraverso la testimonianza di uno dei principali protagonisti, il fisico italiano Giuseppe Di Giugno:
“Come fisico sono sempre stato interessato alla musica. L’incontro fondamentale per lo sviluppo delle mie invenzioni è stato con Luciano Berio   e Pierre Boulez. Tra il ’71 e il ’75 insieme ad alcuni ricercatori di Napoli ho realizzato il primo sistema audiodigitale 4A capace di generare suoni in tempo reale. Presso l’Insitut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique di Parigi (Ircam) per Pierre Boulez ho invece realizzato la work station 4X per le applicazioni della sintesi e analisi del suono digitale. Tornato in Italia ho realizzato presso l’Istituto di ricerca per l’industria per lo spettacolo (Iris) la work station Mars (Musical Audio Research Station), un sistema universale che ha prestazioni molto più avanzate ed è un sistema duttile per questo usato da quasi tutti i centri di ricerca musicale”.

Sabine ShäferGrazie all’interazione con le macchine i compositori hanno la possibilità di dilatare i confini delle proprie invenzioni musicali e possono utilizzare ogni tipo di sonorità, in dimensioni spazio temporali. Ce ne fornisce un esempio la compositrice tedesca Sabine Shäfer che così descrive la sua installazione sonora Soniclines1: “Io sviluppo impianti topofonetici con regolazione computerizzata. Gli altoparlanti sono ripartiti nello spazio. In realtà il suono si muove al di là di questi altoparlanti.Tutti conosciamo questa sensazione in quanto siamo sempre circondati da suoni in movimento, nel mondo. Ho sviluppato uno speciale sistema di pilotaggio del suono nello spazio attraverso il quale posso realizzare questa dinamica”.

NavigazioneIn Italia ci sono molti centri di ricerca e produzione musicale dove i musicisti e gli scienziati creano i suoni del futuro e utilizzano l’elettronica e l’informatica per realizzare le proprie composizioni. Queste conoscenze vengono trasmesse a giovani e studenti attraverso vere e proprie attività didattiche.

L’Istituto Gramma dell'Aquila, come si legge nel sito,fu fondato nel 1989 allo scopo di promuovere la musica contemporanea attraverso le applicazioni tecnologiche ed informatiche più avanzate. Questo istituto rappresenta, oggi, un riferimento nazionale ed internazionale per le attività di produzione, di diffusione e di ricerca finalizzata non soltanto alle realizzazioni musicali ma anche alla didattica. E proprio l'attività didattica, coadiuvata da docenti italiani di musica elettronica e da quattordici conservatori, rappresenta uno degli aspetti rilevanti del lavoro svolto dall'istituto. Ma che cosa è uno strumento digitale? Lo chiediamo al docente e compositore Michelangelo Lupone: “Lo strumento digitale per eccellenza è il calcolatore realizzato per un uso musicale. Il calcolatore dispone di una scheda e di un programma di calcolo molto veloci che si chiamano fly 30. Attraverso questo tipo di programma è possibile elaborare per esempio un segnale acustico, introdurlo all’interno del calcolatore e sottoporlo a dei processi di calcolo che ne trasformano il timbro”.
di Tiziana Alterio

I centri di ricerca e produzione musicale sono molto attivi nella sperimentazione di nuovi sistemi per creare suoni e si studia già la realizzazione di macchine universali a basso costo, che diano ampie configurazioni : da sistemi piccoli, adatti per gli studenti, a sistemi complessi per specialisti. Gli scienziati la chiamano “dream machine”, sarà la macchina dei sogni per il nuovo millennio, cioè un sistema compatibile con ogni tipo di calcolatore commerciale, che sia trasportabile per i concerti e che abbia un utilizzo multimediale. Ma in questo processo quale diventa il ruolo del compositore ? Lo abbiamo chiesto a André Richard, compositore e direttore di uno dei centri di ricerca musicale più importanti del mondo:

Luigi Nono“Nel nostro centro, l’Experimentalstudio der Heinrich-Strobel Stiftung, abbiamo sempre realizzato noi le macchine per produrre i suoni. Il nostro scopo è l’incontro fra l’autore e la nuova tecnologia, ma ciò che conta per noi è soprattutto l’uomo, l’artista, con le sue concezioni. Negli anni ’80 è arrivato a Friburgo, presso il nostro centro, Luigi Nono, e questo è stato per noi l’inizio di un periodo di grande espansione. Molte opere musicali sono nate grazie alle idee di Luigi Nono, e alle possibilità espressive che le nostre apparecchiature gli hanno fornito. Attraverso la live electronics noi permettiamo ai compositori di esibirsi in tempo reale, dal vivo, e di realizzare performance uniche. Ciò che ci interessa è l’evento sul palco e lo scambio diretto fra l’artista e il suo pubblico”.

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