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Giochi elettronici - Servizio del 26/01/99 

Lara Croft: genealogia di un mito

di Michele Alberico

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Cartoni digitali: Tomb Raider
di Michele Alberico


TOMB RAIDERPer milioni di persone il suo volto non è un volto qualsiasi. Si chiama Lara Croft. Ed è la protagonista di quello che forse è il gioco di avventura più conosciuto al mondo: Tomb Raider.

Quando nel 1995 uscì per Playstation questo gioco dal nome accattivante, Tomb Raider, nessuno si sarebbe aspettato che Lara Croft avrebbe oltrepassato la freddezza dei fosfori dei monitor per diventare un caso mediatico mondiale. Apparizioni televisive, copertine di riviste, partecipazioni a fiere, gadgetistica. Lara Croft imperversa ovunque. Ma ricostruiamo la strada che l’ha portata fino a questo punto.

Tomb Raider nasce come vincente operazione di marketing uscita dall’innesto delle ambientazioni alla Indiana Jones su un “adventure game”. Ma il fascino del gioco non si spiega solo con questo. La ricostruzione di Venezia nel secondo titolo della serie, il monastero orientaleggiante del primo episodio o la Londra al chiaro di luna del terzo aggiungono solo colore a qualcosa che già esiste. Il fascino del gioco è tutto in lei: Lara Croft. Ma chi è Lara Croft?

NOME: Lara Croft
TITOLO: Duchessa di Saint Bridget
NAZIONALITA’: Inglese
LUOGO DI NASCITA: 14 Febbraio 1967
STATO CIVILE: Wimbledon, England
ALTEZZA: 1.85
OCCHI: Marroni
CAPELLI: Marroni
SEGNI PARTICOLARI: 9mm Pistols

Il vero e proprio delirio per Lara Croft si è scatenato su Internet. I siti dei fan sono  innumerevoli, webring, suggerimenti, codici per giocare in modalità nuove il personaggio, liste di gadget, archivi di immagini.

TOMB RAIDER Ma Lara Croft non è la prima e probabilmente non sarà l’ultima star virtuale di questo mondo. C’è stata la nipponica Kioko Date che è stata definita il giusto mix di purezza e innocenza perduta, e prima di lei Max Headroom al quale è stata dedicata una serie televisiva e anche al 9000 il computer di “2001 odissea nello spazio” appartiene a questo gruppo. Tutti questi personaggi sono la concretizzazione di quanto narrato nell’Aidoru di Gibson: idoli virtuali sui quali si concentrano i desideri di massa.

s26_3.jpg (13277 byte)Perché questi personaggi hanno tanto successo? Una prima spiegazione sta nella cura con cui vengono realizzati. Dire che sono semplicemente il prodotto di accurate indagini di mercato, ritagliati su standard di marketing è riduttivo. Questi personaggi sono spesso il risultato della digitalizzazione di elementi umani. I loro movimenti, le espressioni del viso, la parola, tutto questo viene dato loro da attori modelli e tecnici. Un elemento essenziale del successo di questi personaggi virtuali sta probabilmente nel fatto che gli uomini hanno l’abitudine di relazionarsi alle macchine, al mondo dei computer come ad altri esseri umani cioè ad allargare il campo della propria umanità verso l’esterno. Se ripensate alle volte che avete parlato del vostro PC come di un essere senziente potete averne un’idea. Ma come si costruisce un personaggio virtuale?

Ogni loro passo è così perfetto, da sembrare quasi reale. Sono cartoon virtuali, realizzati al computer, ma nascondono qualche cosa di umano. La DreaMagic di Bergamo ha creato un personaggio a metà fra una medusa e una donna che si muove come un’attrice in carne ed ossa. La DreaMagic è uno dei centri per la creazioni diDreaMagic filmati digitali più avanzati in Italia. Cerchiamo di vedere come nascono animazioni di questo tipo. Si inizia il lavoro, tracciando il contorno di un personaggio. Il computer permette di lavorare su tre dimensioni e in poco tempo si costruisce un modello virtuale. Subito dopo, si disegna lo scheletro che servirà da punto di riferimento per ogni spostamento. Successivamente col mouse si possono cambiare le varie espressioni di un volto ad esempio alzare le sopracciglia o muovere le labbra. Una volta realizzato il modello virtuale, lo si può animare con una tecnologia chiamata "motion capture". Il computer è collegato a undici sensori che vengono indossati da una persona. A ogni singolo sensore corrisponde un punto nel disegno digitale. In questo modo i movimenti della persona sono trasmessi al sistema informatico e il personaggio virtuale si anima. In questo modo gli spostamenti della persona reale vengono riprodotti in tempo reale dal pupazzo digitale. I personaggi virtuali animati con la motion capture, possono essere inseriti su sfondi diversi e diventare interpreti di interi filmati, favole o videogiochi.                  
di Valeria Pini
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