Oggi parliamo di telelavoro, di quella
forma di lavoro a distanza, spesso svolto direttamente da casa propria utilizzando la
posta elettronica come mezzo di comunicazione. Di telelavoro abbiamo parlato spesso e oggi
vogliamo tentare di fare un punto su quello che sta diventando questo fenomeno nella
società contemporanea. Ci soffermeremo su quelle che possono essere le opportunità che
si presentano ad una donna o ad un uomo che decidono di telelavorare, non tralasciando,
però, i rischi eventuali. Lo faremo osservando da vicino alcune situazioni precise.
Quella, per esempio, di una dipendente dellItaltel
che dal 1995 lavora da casa sua, appunto per mezzo del telelavoro. O quella
dellofferta di telelavoro in Rete. Prima però vediamo qualche dato, per avere
un'idea della dimensione del fenomeno telelavoro oggi, in Europa e in Italia.
Cominciamo dallEuropa: i telelavoratori erano un milione nel
1994 e due milioni nel 1997 Dunuqe sono praticamente raddoppiati in tre anni. In Italia negli stessi tre anni sono più che
raddoppiati, passando dai 97.000 del 1994 a 248.000 nel 1997. Dai risultati di una ricerca
dellUniversità di Roma su cinquecento aziende del Lazio si capisce che più del 64%
degli imprenditori non ha mai sentito parlare di telelavoro e il 28,8% ne ha una vaga
conoscenza. Solo il 2,4% lo usa, e una percentuale quasi identica, il 2,2% vorrebbe usarlo
in futuro. Ma a parte questi dati possiamo affermare anche che alcune aziende hanno
precorso i tempi, ed hanno iniziato già da qualche anno sperimentazioni di telelavoro. Si
tratta, per fare un esempio, della Telecom, che
ha contrattualizzato duecento operatori che rispondono al "12" in telelavoro, da
casa loro.
Abbiamo già detto che per telelavoro comunemente si intende lavoro da casa. E
su questo vogliamo aprire una breve parentesi. Infatti, lavorare da casa propria non è
una novità. Il lavoro a domicilio esistite da sempre ma è stato spesso appannaggio delle
donne, che lavoravano e contemporanenamente accudivano casa e figli. In Italia, poi,
secondo una recente ricerca Telecom
sulluso del tempo, ogni giorno circa tre ore sono occupate in lavori domestici; ma
solo il 17,7% degli uomini dedica tempo a questa attività, contro l84,8% delle
donne. E quindi il lavoro in casa resta ancora prerogativa femminile. Dunque oltre al
doppio lavoro, alcuni dei rischi a cui si esponevano le donne che lavoravano a domicilio
erano e restano ancora: lisolamento, la difficoltà di tutela sindacale, lo scarso
riconoscimento sociale. Oggi, però, sia uomini che donne telelavorano da casa e questi
rischi, un tempo specificatamente femminili, riguardano indistintamente uomini e donne.
Quindi, paradossalmente, le nuove tecnologie favoriscono, per
le donne, un percorso inverso a quello compiuto storicamente. Per le donne uscire di casa
ed entrare nel mondo del lavoro con più visibilità e più riconoscimento, è stato un
obiettivo. Ma cosa succede allora, oggi, quando una donna compie il percorso inverso, e
dallufficio torna a lavorare a casa? Quali opportunità e quali rischi ci sono?
Siamo andati a casa di Paola Vaccari, una dipendente dellItaltel che dal 1995 lavora da casa propria, con la
modalità appunto del telelavoro
Paola Vaccari è assunta dall'88 all'Italtel,
dove si occupa di ricerca avanzata, ma dal 95 lavora da casa. Può giostrarsi le ore
lavorative quando meglio crede, ed ha solo due ore di reperibilità al giorno, per dare
modo al suo capo di rintracciarla sicuramente, ma cerca comunque di non lavorare in modo
troppo disgiunto dai suoi colleghi. Computer, stampante e connessione ISDN con Italtel le permettono di lavorare come se fosse in
ufficio, dove però si reca almeno una volta a settimana per non perdere il contatto con
l'azienda e i colleghi. Stando a Novara risparmia quelle due ore di tempo di spostamento
quotidiano che altrimenti avrebbe perso dovendo recarsi a Milano, dove ha sede l'azienda.
Si è data degli orari e cerca di non sobbarcarsi anche l'impegno dei lavori domestici
anche se inevitabilmente qualche commissione in più le tocca, ma soprattutto ha il
piacere di passare più tempo con la sua bambina di otto mesi. La sua esperienza e' quindi
positiva anche perchè ama il suo lavoro ed e determinata nello svolgerlo. Il rischio
sarebbe altrimenti di deconcentrarsi stando lontano dall'ambiente di lavoro, e forse di
perdere motivazione. |
di Cristina Bigongiali
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E quindi ovvio che il telelavoro, oltre ad alcuni rischi, offre davvero grandi
opportunità, che implicano il ripensamento delle dimensioni del lavoro e della vita. La
separazione tra lavoro e vita privata diventa meno netta e la qualità della vita in
alcuni casi può dunque aumentare. Per esempio, il telelavoro può entrare in campo in
momenti particolari della vita di una donna e di una coppia quando nasce un figlio. Di
questo particolare aspetto ci parla Milena Giardini, che si occupa proprio di formazione
sul telelavoro:
Gli Istituti sono più o meno flessibili sia quello della maternità, che
quello dei congedi parentali - ha detto Milena Giardini. Anche se c'e' una minore
flessibilita' proprio nell'Istituto della maternita', per tutelare la donna durante la
gravidanza. Tuttavia all'interno di questo periodo, puo' essere trovato uno spazio, che
tuteli comunque la donna e le consenta di lavorare, fermo restando un vincolo giuridico a
non lavorare i due mesi prima del parto ed i tre mesi dopo il parto. Se la donna non puo'
lavorare sempre durante tutto il periodo della gravidanza, e' comunque costretta
dall'Istituto a rimanere a casa per tutto il periodo e questo danneggia non solo
l'imprenditore, e quindi il mondo del lavoro, ma lo stato psico fisico della donna e, di
conseguenza, la salute del suo bambino. Quindi ci sono dei casi in cui e' possibile
evitare la sospensione del rapporto lavorativo, ed in questo periodo passare da una
modalita' ordinaria di lavoro ad una modalita' particolare di telelavoro.
Per finire, vorrei ricordare unesperienza che ci racconta di un altro modo in cui
il telelavoro può aumentare la qualità della vita. In Inghilterra, in un carcere
femminile si è effettuato un esperimento molto interessante che fa riflettere sul cosa
può significare annullare le distanze Dieci detenute, dopo un corso di formazione,hanno
cominciato a telelavorare per conto di un dipartimento del governo inglese, occupandosi di
mailing list e database. L'iniziativa appare particolarmente positiva se si considera che
i 2/3 delle detenute non ha mai avuto in precedenza esperienze lavorative, e che
un'inchiesta all'interno del carcere ha rivelato che proprio le detenute considerano la
mancanza di lavoro la causa principale di una ricaduta in attività illegali una volta
libere. |
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