Oggi parleremo di una forma
darte spesso provocatoria, paradossale o inquietante che nasce dallincontro
del corpo umano con le tecnologie. Molte sono ormai le occasioni della vita di tutti i
giorni in cui possiamo soffermarci a riflettere su come e quanto la tecnologia stia
modificando il nostro corpo, trasformando molte delle azioni che più comunemente
eseguiamo. Dal telecomando, al telefono cellulare, ai computer portatili, gli oggetti che
usiamo quotidianamente assomigliano sempre più a delle estensioni, dei prolungamenti che
portiamo sempre con noi, del corpo biologico, quello fatto di carne ed ossa.
Tutto questo non è certo nuovo. Il telefono cellulare o il telecomando
amplificano le nostre capacità di comunicazione a distanza così come una carrozza o
unautomobile o una moto da tempo amplificano le nostre possibilità di movimento e
spostamento. E non è un caso che il motociclista venisse chiamato centauro,
il mostro mitologico con corpo per metà di uomo e per metà di cavallo !
Cosa cè di nuovo, allora, oggi ? Di nuovo cè che i due elementi naturale
e artificiale, che un tempo si accompagnavano, oggi arrivano ad
integrarsi, contaminandosi.
Ovvero parliamo di come corpo e tecnologia si stanno integrando e di come ciò
che è naturale si sta "mescolando" a ciò che è artificiale. Il
nostro corpo ha imparato ad accettare trapianti di organi artificiali, limpianto di
protesi meccaniche, e oggi assistiamo tutti alle inquietanti sperimentazioni di
manipolazione genetica che arrivano addirittura a modificare la natura e le sue regole. I
confini tra naturale e artificiale stanno diventando sempre meno precisi e sempre più
sottili.
Questa affascinante mutazione in corso, che travolge il nostro corpo, è oggi al centro
dellimmaginazione e della ricerca di alcuni artisti che proprio sul loro corpo
sperimentano situazioni estreme di commistione e di ibridazione corpo/tecnologia. Il corpo
da una parte, come strumento despressione artistica a cui la body art ricorre dagli anni sessanta, e
dallaltra la tecnologia in forme molteplici.
Francesca Alfano Miglietti, teorica
delle mutazioni, direttrice della rivista Virus
e attenta osservatrice dei fenomeni più
interessanti di contaminazione di linguaggi diversi, ci guiderà verso la comprensione del
significato delle performance di questi artisti. E con lei parliamo della produzione di
uno dei più interessanti esponenti di questa avanguardia di fine secolo, di cui abbiamo
già parlato in diverse occasioni qui a MediaMente,
lartista greco Stelarc:
"Stelarc è un
artista di origine greca che negli ultimi anni ha lavorato prevalentemente in Australia. Stelarc ha elaborato una
serie di tecnologie altamente sofisticate per modificare il suo corpo. Cè una frase
standard che muove Stelarc;
egli sostiene che il corpo è obsoleto; che la rapidità con la quale il mondo intorno a
noi si è modificato è tale che il corpo non ha avuto il tempo di adeguarsi. A questo punto noi
abbiamo bisogno di un nuovo corpo. Stelarc parla di una pelle
artificiale, di una serie di modificazioni sensoriali per cui lui ha inventato per esempio
lo sguardo laser. Ha lavorato per molti anni in Giappone in un istituto di bioingegneria
di robotica ed ha costruito un terzo braccio elettronico. Il terzo braccio di Stelarc si muove
autonomamente; rappresenta un sistema di amplificazione sensoriale e corporeo che porta ad
una forma umana che ha bisogno ormai di una serie di supporti di amplificazione e di
protesi. Stelarc sta
lavorando anche ad un terzo orecchio; il concetto di percepire, muoversi, sentire
allinterno dello spazio è centrale nelle tematiche di Stelarc. Unaltra delle
operazioni molto importanti che ci fanno capire quanto i sistemi di comunicazione entrino
nel corpo e vi si incarnino è quella che riguarda la creazione di uninterfaccia del
suo corpo che poi Stelarc
ha inserito in Rete. Attivando a questo sito Internet, lui riceve una serie di
stimolazioni sensoriali che muovono il suo corpo con delle scariche di tipo elettrico che
costituiscono durante le sue performances una sorta di balletto durante il quale lui
riceve e raccoglie fortemente diverse tensioni da più parti del mondo, che lo muovono e
lo guidano."
Le performance di Stelarc
esprimono attraverso un coinvolgimento estremo del corpo, proprio quella duplice reazione
che caratterizza la scoperta delle opportunità offerte da tecnologie sempre più
sofisticate: una sensazione di onnipotenza da una parte, come quella legata alla presenza
di un terzo braccio, e, dallaltra, quella della paura di poter divenire schiavi
della tecnologia, espressa proprio abbandonando il proprio corpo al controllo di qualcun
altro, tramite Internet. E altrettanto cariche di significati sono anche le performance di
un altro artista, questa volta spagnolo, Marcelì
Antunez Roca che ama, anchegli, realizzare la sua arte sul suo corpo come ci racconta Francesca Alfano Miglietti:
"Un altro artista che lavora ancora una volta su queste tecnologie visibili è un
artista spagnolo che si chiama MarceLi
Antunez Roca . È uno dei fondatori de La fura des baus , il famoso
gruppo di teatro di rianimazione (così come loro sostengono) catalano. Antunez Roca si è isolato dal gruppo,
lavora autonomamente ed ha costituito quella che è la più famosa performance finora da
lui eseguita che si chiama Epizoo.
Anche lui ha creato uninterfaccia del suo corpo; lha inserita in un computer
ed ha collegato il computer con dei sensori al suo corpo semplicemente attraverso una
pompa idraulica.
La differenza che cè tra Antunez Roca e Stelarc è che le tecnologie di Stelarc sono altamente
sofisticate; lui lavora addirittura con macchine della realtà virtuale; mentre il corpo e
le tecnologie di Antunez Roca sono
estremamente più povere. Lorizzonte culturale di Marceli Antunez Roca è un orizzonte
spagnolo, in cui il corpo esposto, il corpo messo in piazza, la carne sono molto
importanti.
La carne è al centro del lavoro dellartista tanto è vero che lui ha costruito una
scultura straordinariamente affascinante: un uomo di carne tutto costruito con della carne
di maiale, tutto cucito a mano(un po come Frankestein), ma dentro questo corpo
cosi mostruoso, così grezzo cè una tecnologia molto sofisticata, una serie
di sensori che si attivano con il suono della voce. E molto affascinante in Antunez Roca questa duplicità tra
questo corpo mostruoso che incarna lidea di costruirne un altro che non sia umano,
ma un prodotto tecnologico e questa risoluzione che è altamente sofisticata, nascosta."
Sono molti, quindi, gli artisti e le artiste che lavorano sul tema della trasformazione
del corpo nel secolo del digitale. E partendo da quello che abbiamo detto e
visto fin qui, passiamo ora allultimo punto su cui vale la pena soffermarci.
Se infatti finora abbiamo parlato di corpo è necessario ora specificare se si tratta di un
corpo maschile o femminile. Lo specifico sessuale è infatti
lultima frontiera di questa differenziazione. Le soluzioni sono diverse. Da una
parte cè commistione, dallaltra viene ribadita una differenziazione. Del
primo caso fanno parte alcuni artisti come Ron Athèy, di cui vedete le immagini in
esclusiva di "Solar anus",
una performance realizzata in prima mondiale a Milano.
Athey lavora sul proprio corpo femminilizzandolo. Sia con interventi esterni (trucco,
vestiti) che con operazioni di piercing.
Accanto alla commistione di genere, sottolineano una differenziazione che
ribadisca lo specifico femminile una serie di artiste donne che, motivando il ricorso al
corpo nellarte nello stesso modo di artisti come Stelarc o Antunez Roca, aggiungono alla
loro comunicazione unimportante connotazione.
Attraverso performance che a volte implicano luso di strumenti tecnologici e altre
volte ne fanno a meno, queste artiste esprimono il senso che le trasformazioni del corpo
di fine secolo assumono se si parla di corpo femminile, ovvero di un corpo culturalmente
da sempre inteso come diverso da quello maschile e suscettibile di diverse costrizioni. Francesca Alfano Miglietti ci parla di
alcune rappresentanti di questa arte al femminile:
"Unartista
che mi viene immediatamente in mente è unartista molto anziana che si chiama Louise Bourgeois, che un po
è la madre di una serie di operazioni del contemporaneo. Louise Bourgeois ha lavorato da
sempre nei luoghi dellinfanzia, al rapporto madre-figlia che è un rapporto
estremamente malato ed ha lavorato soprattutto con i suoi liquidi corporali: il sangue ,le
lacrime ,tutta una serie di appendici che hanno fatto del femminile una categoria
piu che un genere, unidentità sessuale. Un altra artista che lavora su
questo tipo di identità transitoria di genere è una artista molto giovane delle Bahamas, che si chiama Janine Antoni. Molto nota anche in Italia per il fatto di aver
realizzato per La Biennale di Venezia una serie
di busti di calchi della sua testa (12 di cioccolato e 12 di grasso). Anche per Antoni il rapporto tra cibo e corpo è strettissimo. Lei cesella le sue
sculture con i denti mangiando il cioccolato a dimostrazione del rapporto forte che esiste
tra il mangiare ed il vomitare, tra il cioccolato ed il grasso. Unaltra azione
particolarmente bella lei compiva quando imbeveva i suoi capelli di tintura in secchio e
dipingeva strisciando il pavimento con i suoi capelli. Bella questa duplicità della
doppia azione: dello stare inginocchiata a lavare il pavimento per terra (azione
comunemente associata alla donne occidentali) e del dipingere strisciando e muovendo i
propri capelli e la propria testa."
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