Oggi parliamo del cartone animato digitale e di come questo si
differenzi radicalmente dal cartone animato tradizionale. I primi Topolino di Disney erano realizzati a mano, da un esercito di
persone, a volte diverse centinaia, che disegnavano i personaggi, tutti i movimenti dei
personaggi per dare l'animazione, e realizzavano naturalmente anche gli sfondi. Un lavoro
molto lungo e anche molto prezioso che ha lasciato tutta una serie di quadri, valutati
decine di milioni, che rappresentano una forma d'arte del nostro secolo. Molto più
recente la storia della computer animation, quindi del cartone animato dal computer. Bisogna tornare indietro di 15 anni e
il primo animatore si chiama John
Lasseter.
John Lasseter
ideò Lux Jr, la storia di due lampade Luxo animate digitalmente, che gli valse
nel 1986 a una nomination per i corti all' Oscar,
e poi ad una serie infinita di altri premi. L'amore di John Lasseter per queste
nuove tecnologie, però, era nato già da qualche anno, all'interno del gruppo Disney, dove aveva prodotto il primo corto nel 1982. La Disney, però,
non era molto interessata a queste nuove tecnologie e lui la lasciò per andare alla Pixar la principale azienda concorrente della Disney. La Pixar
aveva cominciato come società produttrice di effetti speciali digitali già da qualche
anno, all'interno del gruppo Lucas film, di George Lucas. Questa azienda
era stata responsabile di alcuni effetti digitali abbastanza noti, come quelli di Star Trek, oppure della seconda delle trilogie di Star Wars. La Pixar
si era resa indipendente dal 1986 e aveva incontrato sulla sua strada appunto John Lasseter. Lasseter che, però, dovette
aspettare ben 10 anni, il 1996, per approdare al suo primo lungometraggio digitale, il
famoso Toy Story.
Toy Story, che tradotto
dallinglese significa la storia dei giocattoli, fu coprodotto dalla Disney e dalla Pixar;
riscosse subito un grande successo sia di critica che di pubblico. La storia del parco
giocattoli di Andy, in particolare la lotta per la supremazia all'interno del gruppo di
giocattoli, tra Woody il cow boy e Bud, il protettore della galassia, è ormai diventato
un classico del cartone animato contemporaneo realizzato con il computer. Negli ultimi
anni il software si è molto evoluto. Sono stati messi a punto software più funzionali e veloci, creati appositamente per
il cinema d'animazione. Lutilizzo di queste tecniche avanzate consentono di ridurre
i tempi di produzione e i costi, senza per questo sacrificare la qualità.
Ma la storia non si è fermata qui. Stanno
per arrivare sui nostri schermi nuovi film prodotti con queste tecniche digitali. Da
Il principe di
Egitto della Dreamworks di
Spielberg, Geffen e Katzenberger, alla saga degli insetti di John Lasseter che firma
A bugs life
- ancora una produzione Pixar-Disney - all'altra storia concorrente sulle formiche,
della Dreamworks, Z la
formica ispirata a Woody
Allen e da lui doppiata. Antz, che in Italia si chiamerà appunto Z la
formica è il primo spettacolare lungometraggio prodotto dalla Pacific Data Images (PDI), società di San Francisco leader
nella produzione di software per lanimazione
computerizzata, e dalla Dreamworks. Per
fare il punto sui nuovi linguaggi e sulle tecniche del cinema d'animazione siamo andati a Cartoombria, la Mostra
Internazionale dell'Animazione, che si è svolta al Teatro del Pavone di Perugia.
Cartoombria 1998,
organizzata dalla Fondazione Umbria Spettacolo, è arrivata alla sua quarta edizione:
un'edizione speciale, dedicata al cinema d'animazione digitale come ci ha spiegato Maria
Grazia Mattei:
"Cartoombria 1998
rappresenta un momento speciale per il cinema d'animazione, un momento in cui ci possiamo
rendere conto che le nuove tecnologie e le immagini sintetiche in particolare, sono
diventate delle tecniche molto flessibili, mature per poter raccontare ed esprimere delle
storie, dare corpo alla fantasia di un autore, di un regista. Da Hollywood stanno arrivando dei lungometraggi molto
interessanti, lungometraggi per esempio come Antz, film
che racconta delle storie totalmente
realizzate immagini virtuali. Segno quindi evidente che si esce da una sorta di attenzione
alla tecnologia, in sè, per poter utilizzare invece queste tecnologie come strumenti di
narrazione matura."
"D'ora in poi nessun picnic sarà più lo stesso di
prima" annunciano la Dreamworks e
la PDI per lanciare il loro prodotto, Z la
formica, presentato in anteprima a Cartoombria. Per
illustrarne in anteprima le complesse fasi di realizzazione, era presente a Cartoombria Luca Prasso,
direttore tecnico effetti visivi della PDI:
"Si inizia ancora - ha spiegato Prasso - e si continuerà sempre a
partire dalla carta. L'animatore, o i designer dei personaggi, l'art director del film o
della produzione inizia disegnando il personaggio sulla carta. Vengono poi fatte centinaia
e centinaia di prove. Una volta che il personaggio è stato approvato si passa a una
scultura del personaggio, che normalmente viene realizzata di circa cinquanta centimetri
di altezza. Quando questa è approvata vengono fatte molte sculture: sia sculture
gesturali, dove il personaggio viene visto in diverse posizioni, in movimento,
sia delle sculture che vengono usate poi per importare il personaggio all'interno del
calcolatore. Questo viene fatto normalmente con una tecnica di digitalizzazione, dove, con
una penna speciale, vengono rilevati dei punti sulla superficie del personaggio, e questi
vengono poi inseriti nel calcolatore. A questo punto il personaggio viene in mano nostra,
dei technical directors."
I direttori tecnici hanno anche il compito di realizzare le espressioni dei volti dei
personaggi. In questo caso, la PDI ha messo a punto un
software speciale che ha permesso di raggiungere alti livelli di definizione
dellimmagine: una struttura complessa a cui corrispondono muscoli, pelle, ossa,
carne del corpo umano e grazie alla quale il movimento delle labbra è sincronizzato con
quello delle guance e della pelle degli occhi, per rendere l'effetto più realistico, più
coinvolgente. Un ulteriore livello di espressione è stato raggiunto con la programmazione
di un elenco di fonemi e i corrispondenti atteggiamenti delle labbra per pronunciarli.
Un'altra sfida è rappresentata dalle scene di massa, fondamentali in un formicaio.
Z la formica include oltre 500 sequenze di massa, a partire da un piccolo
gruppo di formiche ad oltre 60.000 insetti. Anche in questo caso è stato elaborato un
apposito sistema, di simulazione di folla e di miscelazione, ideato proprio da Luca Prasso
e da altri due tecnici della PDI. Proseguendo nel
processo di lavorazione, dallo storyboard si è passati al layout, cioè alla verifica dei
movimenti dei personaggi, delle inquadrature, del fuoco, della profondità di campo. Parte
di questo lavoro è realizzato dal regista e dal direttore della fotografia. Una volta
messo a punto il layout definitivo, si arriva alla fase finale, dell'illuminazione, che
conferisce al tutto un effetto realistico. Nel caso di Antz
esiste una doppia caratterizzazione, tra il mondo di dentro, buio, il formicaio, ed il
mondo di fuori, colorato, solare da cui Z è attratto.
Un aspetto fondamentale della lavorazione di Antz,
e un motivo di orgoglio per i tecnici e i creativi della PDI
, sono le scene di acqua, anche queste realizzate con tale realismo da sembrare vere.
I nostri concorrenti - racconta infatti Luca Prasso - credono che
abbiamo ripreso della vera acqua, mentre invece non è così. Il prossimo grande passaggio
sono gli esseri umani."
Come abbiamo visto il cartone sembra ormai ben avviato sulla strada
dellanimazione computerizzata. Ma facciamo ancora un salto indietro nel tempo, alle
origini dell'animazione e cerchiamo di individuare le analogie e le differenze tra le
nuove tecnologie digitali rispetto alle tecniche d'animazione tradizionali, in due
dimensioni. A questo proposito abbiamo intervistato Ferruccio Giromini, esperto del mondo
dell'animazione e responsabile artistico, insieme a Maria Grazia Mattei, di Cartoombria.
"Rispetto al cinema di animazione tradizionale -
spiega Giromini - il cinema di animazione computerizzato ha degli elementi di
continuità e degli elementi di divergenza rispetto allanimazione tradizionale. La
continuità possiamo trovarla soprattutto nel controllo matematico della luce, del colore
e del ritmo, che permette di continuare al meglio la tradizione delle avanguardie
artistiche dei primi decenni del secolo. D'altra parte diverge particolarmente da quello
che è stato il passato del cinema di animazione per altre due cose fondamentali. Innanzi
tutto nel cinema di animazione tradizionale lo spazio è stato sempre essenzialmente
bidimensionale. In realtà, forse una delle maggiori specificità dell animazione
computerizzata è proprio il senso fortissimo della profondità, della terza dimensione.
Nellanimazione di oggi è più spiccata la ricerca di realismo che è quello che poi
va a sfociare in modo particolare negli effetti speciali. Ma, mentre lanimazione
tradizionale rappresentava una realtà "altra", una realtà che aveva senso solo
all'interno del film - pensiamo ai personaggi più classici dei cartoni animati - invece
lanimazione digitale riproduce al meglio la realtà fisica, normale inserendovi
però degli elementi fantastici che la rendono iperreale e fantastica nello stesso tempo.
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