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Immagini - Servizio del 08/12/98 

Cartoni animati elettronici

di Maria Grazia Mattei

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Animazione Digitale
di Michele Alberico


Oggi parliamo del cartone animato “digitale” e di come questo si differenzi radicalmente dal cartone animato tradizionale. I primi Topolino di Disney erano realizzati a mano, da un esercito di persone, a volte diverse centinaia, che disegnavano i personaggi, tutti i movimenti dei personaggi per dare l'animazione, e realizzavano naturalmente anche gli sfondi. Un lavoro molto lungo e anche molto prezioso che ha lasciato tutta una serie di quadri, valutati decine di milioni, che rappresentano una forma d'arte del nostro secolo. Molto più recente la storia della “computer animation”, quindi del cartone animato dal Lassetercomputer. Bisogna tornare indietro di 15 anni e il primo animatore si chiama John Lasseter.

John Lasseter ideò Lux Jr, la storia di due lampade Luxo animate digitalmente, che gli valse nel 1986 a una nomination per i corti all' Oscar, e poi ad una serie infinita di altri premi. L'amore di John Lasseter per queste nuove tecnologie, però, era nato già da qualche anno, all'interno del gruppo Disney, dove aveva prodotto il PIXARprimo corto nel 1982. La Disney, però, non era molto interessata a queste nuove tecnologie e lui la lasciò per andare alla Pixar la principale azienda concorrente della Disney. La Pixar aveva cominciato come società produttrice di effetti speciali digitali già da qualche anno, all'interno del gruppo Lucas film, George Lucasdi George Lucas. Questa azienda era stata responsabile di alcuni effetti digitali abbastanza noti, come quelli di Star Trek, oppure della seconda delle trilogie di Star Wars. La Pixar si era resa indipendente dal 1986 e aveva incontrato sulla sua strada appunto John Lasseter. Lasseter che, però, dovette aspettare ben 10 anni, il 1996, per approdare al suo primo lungometraggio digitale, il famoso Toy Story.

Toy Story, che tradotto dall’inglese significa la storia dei giocattoli,Toys Story fu coprodotto dalla Disney e dalla Pixar; riscosse subito un grande successo sia di critica che di pubblico. La storia del parco giocattoli di Andy, in particolare la lotta per la supremazia all'interno del gruppo di giocattoli, tra Woody il cow boy e Bud, il protettore della galassia, è ormai diventato un classico del cartone animato contemporaneo realizzato con il computer. Negli ultimi anni il software si è molto evoluto. Sono stati messi a punto software più Toys Storyfunzionali e veloci, creati appositamente per il cinema d'animazione. L’utilizzo di queste tecniche avanzate consentono di ridurre i tempi di produzione e i costi, senza per questo sacrificare la qualità.

Ma la storia non si è fermata qui.Il Principe d'Egitto Stanno per arrivare sui nostri schermi nuovi film prodotti con queste tecniche digitali. Da “Il principe di Egitto” della Dreamworks di Spielberg, Geffen e Katzenberger, alla saga degli insetti di John Lasseter che firma “A bug’s life” - ancora una produzione Pixar-Disney - all'altra storia concorrente sulle formiche, della Dreamworks, “Z la formica” ispirata a Woody Allen e da lui doppiata. Antz, che in Italia si chiamerà appunto “Z la formica” è il primo spettacolare lungometraggio prodotto dalla Pacific Data Images (PDI), società di San Francisco leader nella produzione di software per Woody Allenl’animazione computerizzata, e dalla Dreamworks. Per fare il punto sui nuovi linguaggi e sulle tecniche del cinema d'animazione siamo andati a Cartoombria, la Mostra Internazionale dell'Animazione, che si è svolta al Teatro del Pavone di Perugia. PDI


Cartoombria 1998, organizzata dalla Fondazione Umbria Spettacolo, è arrivata alla sua quarta edizione: un'edizione speciale, dedicata al cinema d'animazione digitale come ci ha spiegato Maria Grazia Mattei:

"Cartoombria 1998 rappresenta un momento speciale per il cinema d'animazione, un momento in cui ci possiamo rendere conto che le nuove tecnologie e le immagini sintetiche in particolare, sono diventate delle tecniche molto flessibili, mature per poter raccontare ed esprimere delle storie, dare corpo alla fantasia di un autore, di un regista. Da Hollywood stanno arrivando dei lungometraggi molto interessanti, lungometraggi per esempio come Antz, film che racconta delle storie Cartoombriatotalmente realizzate immagini virtuali. Segno quindi evidente che si esce da una sorta di attenzione alla tecnologia, in sè, per poter utilizzare invece queste tecnologie come strumenti di narrazione matura."

The Antz"D'ora in poi nessun picnic sarà più lo stesso di prima" annunciano la Dreamworks e la PDI per lanciare il loro prodotto, “Z la formica”, presentato in anteprima a Cartoombria. Per illustrarne in anteprima le complesse fasi di realizzazione, era presente a Cartoombria Luca Prasso, direttore tecnico effetti visivi della PDI:
"Si inizia ancora - ha spiegato Prasso - e si continuerà sempre a partire dalla carta. L'animatore, o i designer dei personaggi, l'art director del film o della produzione inizia disegnando il personaggio sulla carta. Vengono poi fatte centinaia e centinaia di prove. Una volta che il personaggio è stato approvato si passa a una scultura del personaggio, che normalmente viene realizzata di circa cinquanta centimetri di altezza. Quando questa è approvata vengono fatte molte sculture: sia sculture “gesturali”, dove il personaggio viene visto in diverse posizioni, in movimento, sia delle sculture che vengono usate poi per importare il personaggio all'interno del calcolatore. Questo viene fatto normalmente con una tecnica di digitalizzazione, dove, con una penna speciale, vengono rilevati dei punti sulla superficie del personaggio, e questi vengono poi inseriti nel calcolatore. A questo punto il personaggio viene in mano nostra, dei technical directors."

I direttori tecnici hanno anche il compito di realizzare le espressioni dei volti dei personaggi. In questo caso, la PDI ha messo a punto un software speciale che ha permesso di raggiungere alti livelli di definizione dell’immagine: una struttura complessa a cui corrispondono muscoli, pelle, ossa, carne del corpo umano e grazie alla quale il movimento delle labbra è sincronizzato con quello delle guance e della pelle degli occhi, per rendere l'effetto più realistico, più coinvolgente. Un ulteriore livello di espressione è stato raggiunto con la programmazione di un elenco di fonemi e i corrispondenti atteggiamenti delle labbra per pronunciarli.

Un'altra sfida è rappresentata dalle scene di massa, fondamentali in un formicaio. “Z la formica” include oltre 500 sequenze di massa, a partire da un piccolo gruppo di formiche ad oltre 60.000 insetti. Anche in questo caso è stato elaborato un apposito sistema, di simulazione di folla e di miscelazione, ideato proprio da Luca Prasso e da altri due tecnici della PDI. Proseguendo nel processo di lavorazione, dallo storyboard si è passati al layout, cioè alla verifica dei movimenti dei personaggi, delle inquadrature, del fuoco, della profondità di campo. Parte di questo lavoro è realizzato dal regista e dal direttore della fotografia. Una volta messo a punto il layout definitivo, si arriva alla fase finale, dell'illuminazione, che conferisce al tutto un effetto realistico. Nel caso di Antz esiste una doppia caratterizzazione, tra il mondo di dentro, buio, il formicaio, ed il mondo di fuori, colorato, solare da cui “Z” è attratto.
Un aspetto fondamentale della lavorazione di Antz, e un motivo di orgoglio per i tecnici e i creativi della PDI , sono le scene di acqua, anche queste realizzate con tale realismo da sembrare vere. “I nostri concorrenti - racconta infatti Luca Prasso - credono che abbiamo ripreso della vera acqua, mentre invece non è così. Il prossimo grande passaggio sono gli esseri umani."

Come abbiamo visto il cartone sembra ormai ben avviato sulla strada dell’animazione computerizzata. Ma facciamo ancora un salto indietro nel tempo, alle origini dell'animazione e cerchiamo di individuare le analogie e le differenze tra le nuove tecnologie digitali rispetto alle tecniche d'animazione tradizionali, in due dimensioni. A questo proposito abbiamo intervistato Ferruccio Giromini, esperto del mondo dell'animazione e responsabile artistico, insieme a Maria Grazia Mattei, di Cartoombria.

La navigazione"Rispetto al cinema di animazione tradizionale - spiega Giromini - il cinema di animazione computerizzato ha degli elementi di continuità e degli elementi di divergenza rispetto all’animazione tradizionale. La continuità possiamo trovarla soprattutto nel controllo matematico della luce, del colore e del ritmo, che permette di continuare al meglio la tradizione delle avanguardie artistiche dei primi decenni del secolo. D'altra parte diverge particolarmente da quello che è stato il passato del cinema di animazione per altre due cose fondamentali. Innanzi tutto nel cinema di animazione tradizionale lo spazio è stato sempre essenzialmente bidimensionale. In realtà, forse una delle maggiori specificità dell’ animazione computerizzata è proprio il senso fortissimo della profondità, della terza dimensione. Nell’animazione di oggi è più spiccata la ricerca di realismo che è quello che poi va a sfociare in modo particolare negli effetti speciali. Ma, mentre l’animazione tradizionale rappresentava una realtà "altra", una realtà che aveva senso solo all'interno del film - pensiamo ai personaggi più classici dei cartoni animati - invece l’animazione digitale riproduce al meglio la realtà fisica, normale inserendovi però degli elementi fantastici che la rendono iperreale e fantastica nello stesso tempo.”

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