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Immagini - Servizio del 23/11/98 

L'industria cinematografica in Italia: Gli effetti speciali

di Mariagrazia Mattei

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Cinema Web
di Michele Alberico


HollywoodAccadeva a Hollywood non molto tempo fa che la fabbrica dei sogni, il cinema, si incontrasse con le nuove tecnologie digitali, innescando un processo a catena che ha prodotto nel giro di pochi anni film sempre più spettacolari, sospesi tra realtà e fantasia. Oppure prodotti interattivi, in particolare CD-Rom, che derivano per genere e storia dal cinema stesso e persino lungometraggi animati girati completamente al computer. Dal punto di vista dell'innovazione linguistica ed espressiva non c'è dubbio che stiamo vivendo una stagione ricca di sorprese.

Le immagini digitali sono il frutto di una rivoluzione tecnologica che segna la fine del secolo ma sono anche l'espressione della mutazione del nostro sguardo. Uno sguardo che si spinge oltre il visibile o che cerca nuove angolazioni per raccontare la vita. La grafica computerizzata, il trattamento digitale della pellicola in particolare, permettono che l'inverosimile diventi credibile grazie ad alcune tecniche digitali. Con queste tecniche gli attori possono essere aggiunti o cancellati, lo sfondo di una scena reale può essere ripreso e ridisegnato al computer, si possono variare colori, luce e persino.....le stagioni.

L'immagine filmata, insomma non è più ormai che un punto di partenza. E tutto questo accade, oggi, anche in Italia. Ma facciamo, allora, un piccolo passo indietro e parliamo del primo film che si ritiene abbia segnato l’ingresso definitivo delle tecnologie digitali nel cinema in Italia.

immagine da NirvanaIl primo film che da noi ha fatto pieno ricorso alla tecnologia digitale è stato Nirvana di Gabriele Salvatores nel 1997, un film ricco di effetti invisibili generati dalla Digitalia Graphics di Milano.Mentre l'ultimo film di un regista italiano che ha dato nuova vita alla stagione digitale italiana è "La Leggenda del pianista sull'oceano" di Giuseppe Tornatore. Un film complesso che ha richiesto tempo e investimenti cospicui in uomini e macchine. Per la prima volta sono entrate in gioco, anche in Italia, figure professionali nuove come il supervisore degli effetti digitali. Molti di questi effetti sono stati realizzati all'interno di uno degli studi italiani all'avanguardia in questo settore: l'Interactive Group di Milano. Entriamo in questa factory del digitale, per scoprire qualche segreto sulla produzione cinematografica.

Ogni giorno nelle stanze dell’Interactive studio di Milano si creano mondi reali o immaginari, che oggi, grazie a tecnologie avanzate, possono diventare una realta’. Il digitale permette di costruire ambienti, ritoccare immagini e realizzare effetti che fino a apoco tempo fa erano impossibli. L’Interactive Studio di Milano e’ stato uno dei primi centri di post produzione cinematografica a introdurre nel nostro paese le tecnologie digitali. “In Italia sta succedendo qualche cosa di positivo. Non si utilizzano gli effetti speciali - spiega David Bush, fondatore dell’Interactive studio di Milano - per creare disastri e situazioni che sono al limite della realtà. Questo e’ tipico del cinema americano, dove spesso gli effetti spettacolari sostituiscono la storia Tutto questo e’ alieno alla cultura italiana. In Italia le rielaborazioni al computer servono a riprodurre situazioni e scenografie che si ritrovano anche nel mondo reale”.

La Leggenda del pianista sull'oceanoAnche il film di Tornatore “La leggenda del pianista sull’oceano”, e’ stato rielaborato al computer. 400 delle 2000 inquadrature del film sono state processate digitalmente all’interno dell’Interactive Studio di Milano. “Domino - spiega Marcello Buffa, supervisore degli effetti digitali del film di Tornatore - e’ una delle macchine che sono state utilizzate per questo lavoro. Serve a catturare vari strati di immagini come, ad esempio, i fumi, il mare, le persone che si trovano su una strada. Cosi’ si crea un’immagine composta che e’ quella che lo spettatore vede al cinema”. In questo modo, usando poche comparse e’ possibile moltiplicare i pesonaggi sulla scena o le folle. Oppure ricostruire al computer scenografie e paesaggi. All’interno dell’ Interactive Studio c’è anche Inferno, uno dei computer più avanzati per rielaborare le immagini. “La novità di questa macchina - dice - Filippo Olivari, operatore degli effetti speciali - e’ che permette di lavorare sia su un ambiente bidimensionale che tridimensionale. Questo permette di riprodurre fedelmente il mondo reale. Inferno permette anche di lavorare molto bene sulle luci e creare effetti invisibili”. “Per la “Leggenda del pianista sull’oceano” - aggiunge Olivari - siamo riusciti a utilizzare una serie di immagini girate separatamente e a inserirle in un’unica scena. Abbiamo inserito il primo piano di un bambino all’interno di un oblò di una nave. Sulla nave c’erano delle persone che passeggiavano su un ponte. Ogni cosa faceva parte di filmati separati, ma grazie a Inferno la scena e’ molto credibile”.

Chi, oggi, crea o produce film è al bivio: si tratta di scegliere se, da una parte, entrare consapevolmente in una trasformazione che è industriale ma al tempo stesso culturale e quindi accettare il processo digitale, anche come nuovo processo creativo, oppure se considerare il digitale quasi un solo gioco fine a se stesso, incapace di arricchire, dal punto di vista del contenuto, un film. Scott Anderson (intervista presente sul sito di MeidaMente), Oscar per gli effetti speciali di Babe e noto Supervisore per gli effetti speciali, ha un'opinione molto precisa al riguardo, che contrasta con il parere di coloro che in maniera forse troppo ottimista giudicano il valore di un film solo sulla base della quantità di effetti computerizzati contenuti in una pellicola. Ma sentiamo cosa ne pensa:

Scott Anderson"Gli effetti non fanno diventare buono un film, e non è per questo che lo faccio. Mi piace fare grandi immagini e grandi film, ma trovo che se non esiste una storia, nessuno amerà gli effetti. Ecco perché il mio lavoro, come qualsiasi parte del processo di produzione, è molto legato al tipo di storie che si raccontano. Ritengo che le migliori storie sono raccontate dai registi più forti. Credo fortemente nell’individuo che volendo raccontare una storia riesce a portare tutta la troupe unanime sulla sua visione. In questo modo il mio lavoro risulta migliore così come il film. Si può andare a vedere un film per vedere molte cose saltare per aria, ma oggi possiamo fare esplodere qualsiasi cosa. La maggior parte della gente ha già visto enormi esplosioni, dunque è difficile divertire solo con effetti speciali puri. Speriamo in una sinergia e un matrimonio tra i due".

NavigazioneLa progressiva integrazione tra cinema e tecnologie digitali ha fatto sì che, prima ancora che un film comparisse sullo schermo, fosse già analizzato sulla Rete. Si può, forse dire, che la presenza delle major cinematografiche su Internet ha costituito uno dei fenomeni che più marcatamente hanno dimostrato la vocazione planetaria di questo mezzo di comunicazione. Per darvi un’idea, anche sommaria, di quello che offre Internet sul cinema siamo andati a visitare alcuni di questi siti.

Abbiamo, quindi, visto come le immagini sintetiche siano entratesala cinematografica ormai nella catena creativa della produzione cinematografica. Accenniamo, anche, solo brevemente, all'importanza che il digitale avrà nella distribuzione dei film nelle future sale, quando la trasmissione, probabilmente via satellite, permetterà di raggiungere più capillarmente luoghi e situazioni molto distanti senza che la visione in sala perda la sua magia di grande spettacolo collettivo. E' un obbiettivo al quale stanno lavorando in molti ma c'è ancora molta strada da fare.

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