Off-line del 4 giugno 1998
Scena didattica.
Il concetto di ipertesto
di Fabio Ciotti
Come abbiamo visto gli strumenti e le tecnologie che l'uomo usa per comunicare e per
registrare su un supporto materiale i prodotti del pensiero hanno un grande influsso sulla
forma e sui contenuti della comunicazione. Importanti studiosi come Marshall McLuhan e
Walter Ong hanno mostrato come l'idea che un testo sia costituito da una sequenza lineare
di argomenti, di concetti o di eventi, sia stata fortemente determinata dalle
caratteristiche tecniche del libro a stampa.
Oggi le tecnologie digitali offrono un nuovo supporto per la creazione e per la
fruizione dei testi. Quali innovazioni possono introdurre nella nostra concezione della
struttura di un testo? Quali forme assume il testo elettronico?
Il termine che
viene usato per indicare questa nuova forma della testualità è ipertesto. Per capire
meglio di cosa si tratta ricorriamo ancora una volta ai nostri assistenti. Ogni medium
tende a dare forma ai contenuti che veicola, e ai modi con cui ognuno di noi può accedere
a tali contenuti. Il libro è un oggetto composto da fogli di carta limitati e rilegati in
modo che una pagina segue l'altra, così come ogni pagina è composta da una serie di
linee di scrittura che hanno un orientamento ben definito.
È naturale dunque pensare che l'informazione contenuta in un testo debba avere una
organizzazione sequenziale. Conseguentemente, il lettore di un libro, se desidera
ricostruire il suo contenuto, è in un certo senso obbligato a seguire un percorso
prefissato, linea dopo linea, pagina dopo pagina. Un ipertesto invece è un testo non
sequenziale. O, come ci suggerisce il prefisso "iper", un testo a più
dimensioni.
È come se mentre leggiamo un certo brano, spinti da curiosità, potessimo tuffarci
dentro una parola, e ritrovarci su un altro brano di testo, collegato al primo per qualche
ragione. E di lì proseguire a leggere o decidere di fare un ulteriore salto verso un
altro brano ancora, e così via. Ogni brano, infatti, può contenere uno o più
collegamenti che lo mettono in relazione ad altri brani.
Un ipertesto insomma è costituito da un insieme di frammenti di testo interconnessi
tra loro. L'organizzazione dell'informazione contenuta in un ipertesto, a differenza della
sequenza lineare del testo tradizionale, è dunque simile ad una rete. Per sfruttare
questa nuova struttura dell'informazione gli ipertesti digitali sono dotati di un sistema
di interfaccia specifico. Per informare il lettore della presenza di un collegamento, o
più comunemente di un link, alcune parole frasi o simboli del brano visualizzato sono
evidenziate per mezzo di segnali come il colore o la sottolineatura.
Questo
significa che siamo in presenza di una zona attiva. Agendo su di essa, ad esempio tramite
il click del mouse, è possibile saltare verso un altro frammento di testo. Normalmente i
sistemi ipertestuali sono dotati di altri strumenti di navigazione che aiutano il lettore
ad esplorare l'ipertesto senza correre il rischio di perdersi: pulsanti di ritorno
indietro; elenco delle pagine o dei frammenti di testo visitati; indici o mappe dei
contenuti.
Infine non dobbiamo dimenticare che il supporto digitale è in grado di veicolare molti
diversi linguaggi e codici. Dunque in un ipertesto digitale possiamo facilmente inserire
immagini o suoni o filmati. In questo caso, riunendo insieme i termini ipertesto e
multimedia, si usa la parola ipermedia per indicare questo complesso ed articolato oggetto
informativo.
Naturalmente il fatto che un ipertesto ha una organizzazione aperta e reticolare non
significa che non ha nessuna organizzazione. Insomma quando si realizza un ipertesto è
molto importate che la scelta di inserire collegamento sia fatto con attenzione e secondo
una valutazione attenta. Ad esempio si potrebbe collegare un termine complesso con la sua
definizione, o un concetto astratto con un esempio concerto. |