Dalla TV alla rete RAI Educational

Approfondimento settimanale del 20 maggio 1998

Globalizzazione e media.
I prodotti della globalizzazione: chi produce e chi consuma?

a cura della redazione di MediaMente


Carlo Massarini

Siamo oggi al terzo appuntamento con la nostra inchiesta settimanale sulla globalizzazione. Nei giorni scorsi abbiamo parlato di globalizzazione dei media e di quella economica e poi di reti di telecomunicazione e satelliti.

Globalizzazione e cinemaOggi parliamo dei prodotti della globalizzazione.

Una parte dei prodotti di comunicazione che noi consumiamo, sono gli stessi che vengono venduti e consumati a Tokio come a New York, a Rio come a Città del Capo. Pensiamo per esempio a riviste, film, programmi televisivi, musica; tutti prodotti che potremmo in qualche modo definire globali.

Ma cosa si intende per prodotti della globalizzazione?

E quali caratteristiche devono avere per essere definiti globali?

Di questo parleremo oggi iniziando con il nostro autore, Giuseppe Richeri, docente alla facoltà di Scienza delle Comunicazioni di Lugano.

Giuseppe Richeri

Giuseppe RicheriUn esempio evidente della globalizzazione dei prodotti di comunicazione è fornito da grandi eventi sportivi, grandi eventi musicali che vengono trasmessi in mondovisione. La misura della globalizzazione di questi eventi è data dal fatto che per esempio per la trasmissione di apertura delle Olimpiadi si è calcolato che mediamente davanti ai televisori, contemporaneamente sparsi in tutto il mondo, si era raggruppato circa un miliardo e cinquecento milioni di persone, quindi è un evento globale. Ma, accanto a queste trasmissioni, che sono abbastanza eccezionali, c'è una serie di prodotti che vengono concepiti, realizzati e distribuiti per arrivare a livello globale nelle case di milioni e milioni di utenti e di clienti. Si tratta di prodotti audiovisivi, si tratta di prodotti discografici, di prodotti a stampa come riviste e giornali. L'esempio tipico credo che possa essere quello di Hollywood, dove in 2 Km quadrati sono concentrati sette/otto grandi produttori cinematografici che realizzano circa il 70/80 % degli incassi di cinematografi sparsi in tutto il mondo. Il contrappunto di questa dimensione globale di hollywood lo troviamo in India dove invece si producono 600 film all'anno. Quindi l'India è il più grande produttore in termini numerici di film ma questi 600 film per la stragrande maggioranza, non escono dal mercato indiano.

Carlo Massarini

La produzione globale (come nei casi, di cui ci ha parlato Richeri, dei grandi eventi sportivi e del cinema hollywoodiano) ha bisogno di novità e di contenuti sempre più diversificati, che si colleghino all'identità e soddisfino i gusti e la sensibilità del pubblico.

Home page di National GeographicMa cos'è davvero un prodotto culturale globale e soprattutto chi consuma poi questi prodotti.

Sentiamo Emanuele Bevilacqua, esperto di comunicazione.

Emanuele Bevilacqua

C'è una tendenza ai consumi culturali, da parte soprattutto delle fasce più giovani di età, a consumare prodotti sempre più simili ovviamente nelle aree che sono la musica, il cinema soprattutto, e anche c'è una certa attenzione a problemi che riguardano l'ambiente, la salute. Ecco queste tematiche, sono tematiche più facilmente vendibili in maniera globale e quindi prodotti che siano libri, cd-rom, riviste, prodotti che si prestano molto di più ad una globalizzazione.

La globalizzazione dal punto di vista del prodotto culturale richiede sempre una forma di localizzazione, più che altro invece di parlare di globalizzazione dovremo parlare di glocalizzazione, un insieme di contenuto globale e locale al tempo stesso...

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Carlo Massarini

National Geographic SocietyOggi si assiste dunque al crescente fenomeno della localizzazione di prodotti a vocazione globale. Sono sempre più numerosi per esempio i casi di riviste internazionali che vengono adattate alla cultura del singolo paese in cui vengono diffuse.

E' il caso di National Geographic, la rivista americana che da 110 anni illustra il pianeta in cui viviamo e che da quest'anno esce anche nella nostra lingua. La nostra inviata Tiziana Alterio è andata nella redazione italiana di National Geographic per vedere in che modo un prodotto "globale" viene inserito in una realtà locale.

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