Dalla TV alla rete RAI Educational

Off-line del 21 maggio 1998

Introduzione ai nuovi media 2/b
Il computer

di Gino Roncaglia


La macchina di Turing, dunque, pur essendo un dispositivo ideale ci dà una prima idea di cosa succede nel cuore di un computer: lunghe catene di 0 e di 1 che vengono scritte e cancellate a velocità incredibile e senza sosta all'interno delle cellette che costituiscono la memoria di lavoro del computer.

Questi 0 e 1, o meglio, le due diverse cariche elettriche che convenzionalmente interpretiamo come 0 e 1, possono rappresentare numeri ma anche, come abbiamo visto nella prima lezione, testi, suoni, immagini.

Ma la macchina di Turing ci da un'idea anche di un'altra caratteristica essenziale di un computer: la differenza fra hardware e software. Vediamo di cosa si tratta.

Abbiamo visto che una macchina di Turing unisce componenti fisiche - il nastro e la testina - e componenti logiche, le regole che spiegano alla testina che azione deve compiere in ogni data situazione.

Anche i computer hanno bisogno di queste due componenti. Abbiamo così da un lato le parti 'fisiche' del computer, e dall'altro i programmi che il computer esegue. Proprio come nel caso della macchina di Turing, questi programmi non sono altro che immense raccolte di regole che descrivono le situazioni, o stati, in cui il computer si può trovare, e gli forniscono le relative istruzioni di comportamento.

Le parti fisiche di un computer sono un po' il suo corpo, e formano il cosiddetto hardware. I programmi potrebbero invece essere paragonati all'anima del computer, che guida i movimenti del corpo: si tratta del software.

Hardware: Insieme delle componenti fisiche di un computer.

Software: le istruzioni, o programmi, che determinano quali azioni vengono eseguite dal computer in corrispondenza delle varie situazioni, o stati, in cui il computer si può trovare.

Per cominciare il nostro viaggio nel computer, possiamo dunque cominciare dalle sue componenti fisiche, dall'hardware. E siccome finora ne abbiamo parlato in maniera un po' teorica, andiamo a vedere in pratica cosa corrisponde a questo concetto; andiamo insomma a vedere cosa c'è dentro la scatola.

La CPU è la componente essenziale di ogni computer: possono esistere computer senza scheda grafica o senza disco rigido, senza schermo o senza tastiera - ma non possono esistere computer senza uno o più microprocessori. Ma a cosa serve e come funziona davvero la CPU? Andiamo a vedere.

Ecco un microprocessore. La CPU, Central Processing Unit, ovvero unità di elaborazione centrale, è la sua componente fondamentale. Possiamo pensare alla CPU come a una grande fabbrica, nella quale entrano le materie prime, e cioè i dati che devono essere elaborati. La CPU elabora i dati e restituisce all'esterno, alle altre componenti del computer, i risultati di questa elaborazione.

Interno di un microprocessoreAl suo interno, la CPU comprende tre elementi fondamentali: l'Unità Aritmetico-Logica, o ALU, che si occupa di effettuare i calcoli aritmetici e le operazioni logiche; una Unità di Controllo che decodifica le varie istruzioni e 'scandisce il tempo' per la loro esecuzione, e infine una serie di registri che corrispondono un po' a porzioni del nastro della macchina di Turing che abbiamo visto prima: file di cellette in cui mettere i dati su cui si sta lavorando, e i risultati di questo lavoro.

Abbiamo detto che all'interno della CPU l'unità di controllo ha il compito di 'scandire il tempo'. In effetti, è proprio come se la CPU avesse un proprio orologio interno, la cui velocità è denominata frequenza di clock. Di cosa si tratta? Sostanzialmente della velocità con cui si svolgono i cicli produttivi all'interno della fabbrica-CPU. Se in uno dei nostri secondi la fabbrica svolge un turno lavorativo, produrrà una certa quantità di beni, e cioè, nel nostro caso, di dati elaborati. Se ne svolge dieci, ne produrrà molti di più.

MicroprocessoreOrmai i microprocessori sono entrati a far parte della vita di tutti noi. Non li troviamo solo nei personal computer: un microprocessore, infatti, può divenire una componente preziosa di ogni macchinario che debba eseguire compiti diversi in situazioni diverse: dalla lavatrice, in cui il microprocessore controllerà i programmi di lavaggio, al televisore, in cui permetterà di selezionare e memorizzare, ad esempio, i dati di frequenza e le preferenze relative ai canali; dall'automobile, in cui controllerà e regolerà il funzionamento meccanico delle varie componenti, alla macchina fotografica, in cui elaborerà i dati relativi all'immagine inquadrata e la luminosità esterna, impostando automaticamente la migliore apertura di diaframma e la migliore scelta di tempi.

In questi e in molti altri campi, la rivoluzione informatica ha già avuto conseguenze immense, e ne avrà probabilmente di ancor più rilevanti in futuro.

Fin qui, ci siamo occupati di hardware; è giunto il momento di dire qualcosa sui programmi, sul software.

Come certo sapete, esistono molti programmi diversi, nati per scopi differenti. Un computer può eseguire programmi di videoscrittura, trasformandosi in uno strumento potentissimo per creare e manipolare testi. Può eseguire programmi di calcolo, tenendo traccia per noi, ad esempio, delle entrate e delle uscite di una impresa, o dei dati statistici sulle prestazioni di una squadra di calcio. Può eseguire programmi di archiviazione e di gestione di una base dati, ad esempio del catalogo di una biblioteca. Può eseguire programmi grafici, o musicali. In effetti, i personal computer sono strumenti multifunzionali, general purpose, come si dice in inglese.

Ma per svolgere tutti questi compiti, occorre anche un singolo programma di base che ci permetta di dialogare col computer, di dirgli cosa vogliamo da lui. Si tratta del sistema operativo. Quella che vedete attorno a me è l'interfaccia grafica di un sistema operativo, che ci permette, fra l'altro, di selezionare i programmi da usare. Ma il sistema operativo non fa solo questo; è lui, ad esempio, che si accorge che al nostro computer è attaccata una tastiera e che riconosce quali tasti vengono premuti; è sempre lui che 'interpreta' i nostri comandi, e li traduce nelle istruzioni di macchina che il computer riesce a capire. Il sistema operativo è insomma un po' il nostro interprete in un paese in cui si parla un linguaggio fatto solo di 0 e di 1: senza di lui, non riusciremmo mai a farci capire. Perfino le diverse componenti del computer usano il sistema operativo per riconoscersi e 'parlare' fra loro.

Capirete allora che il modo in cui viene progettato un sistema operativo è molto importante: dal sistema operativo, infatti, dipende il nostro modo di lavorare col computer. Si capirà allora come attorno a questo concetto fondamentale si siano sviluppate battaglie teoriche, e anche, molto più concretamente, vere e proprie battaglie economiche e commerciali. 

Marchio del sistema operativo gratuito GNUIl discorso sui sistemi operativi è molto complicato, perché è il tipico esempio ove la decisione aziendale si confronta con la decisione del singolo individuo, cioè, il fatto che un mercato scelga un sistema operativo non può essere trascurato. Vuol dire che quel sistema operativo, nel bene e nel male, soddisfa alcune esigenze. In particolare, la scelta dei sistemi operativi certamente è fatta dai lavoratori in funzione anche della loro prospettiva del lavoro, di lavoro e del loro ruolo, del ruolo dei tecnici nell'interno dei luoghi, delle fabbriche, delle imprese, delle strutture, dove si usano i sistemi operativi. Quindi, questo è un aspetto che non può essere trascurato, perché il sistema operativo non è uno strumento solamente per una macchina che deve usare un utente normale, per una macchina che deve integrarsi con un'azienda, deve integrarsi con delle reti aziendali, quindi inevitabilmente il sistema operativo è soggetto a un confronto fra chi propone e chi accetta. Certo, la capacità di fare pubblicità, o anche la capacità economica di chi propone i sistemi operativi è importante, ma deve essere anche accettato. Quindi, sicuramente esiste un equilibrio, evolutivo, perché il confronto è sempre con qualcuno che cerca soluzioni diverse, e, se ha successo, non c'è nulla da fare, quello è il mercato che lo sceglie, ma il mercato, in una certa misura, è una cosa che va contemplata, non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista concettuale.

Lo stesso vale per le interfacce. Le interfacce uomo/macchina vengono scelte da uomini. E' chiaro che le interfacce hanno diversi aspetti perché, diciamo, noi viviamo contemporaneamente molte epoche dell'umanità nello stesso istante. Ci sono dei posti dove un interfaccia visuale come quella nota è considerata assolutamente l'avanguardia dell'informatica; ci sono altri luoghi in cui queste interfacce sono considerate troppo lente.

Le interfacce sono lo strumento per adattare l'uomo alla tecnologia e alla comunicazione che questa tecnologia comporta. Quindi, è chiaro che, in linea di principio, il modo migliore di concepire l'evoluzione delle interfacce è di farle sparire. D'altra parte, gli oggetti di cui l'interfaccia ci parla, sono le cose con cui dovremo interagire, anche se vengono dai computer. Quindi, in qualche modo, occorre trasformare quegli oggetti da oggetti informatici a oggetti reali, sia che si tratti di idee sia che si tratti di progetti.

Blaise Pascal, inventore della cosiddetta "pascalina"Siamo così arrivati alla fine di questa seconda lezione. Vediamo di ricapitolare brevemente gli argomenti dei quali ci siamo occupati: innanzitutto, abbiamo cercato di capire cos'è una computazione, osservando come l'idea di computazione non abbia necessariamente a che fare con numeri. Abbiamo poi visto una macchina di computazione 'ideale' - la macchina di Turing - e abbiamo anche visto come i computer reali siano in qualche modo la concretizzazione dell'idea di macchina di Turing. Abbiamo viaggiato dentro un computer, per esaminarne le componenti fondamentali, e abbiamo distinto fra il corpo della macchina, l'hardware, e la sua anima, il software. Infine, abbiamo discusso il concetto di sistema operativo - un concetto sul quale torneremo comunque nella quinta puntata.

Vi ricordo ancora che materiali ed esecizi che integrano e sviluppano il contenuto di questa prima cassetta sono disponibili nelle dispense del corso, sul CD-ROM, e sul nostro sito Internet. Potrete anche trovarvi suggerimenti su lavori di classe e individuali che possono essere avviati per approfondire le tematiche trattate.

La videocassetta, però, non finisce qui: come accade per tutte le altre cassette del corso, abbiamo infatti raccolto in una sezione conclusiva alcuni interventi di protagonisti della rivoluzione digitale, che possono essere usati come spunti di approfondimento e discussione.

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