Approfondimento settimanale del 13 maggio 1998
Telecom /3
di Franco Carlini
La rete Internet è lenta, lentissima, talora persino irraggiungibile. Al punto che
molti, dopo un primo approccio, si ritirano delusi. E finiscono per chiamarla World WAIT
Web, anziché Wide: un'attesa mondiale invece che una grande
ragnatela.
Altrettanto numerosi sono quelli che se la prendono con i loro fornitori di accesso,
gli IP, ovvero Internet Provider: aziende private che fanno da porta di ingresso tra le
nostre case e la Rete.
Nel mondo il provider
più grande di tutti è America On Line, con 11 milioni di abbonati.
In Italia le dimensioni sono molto minori e l'offerta di connettività è assai
decentrata: esistono provider piccoli e anche piccolissimi. Questo è tipico della rete,
ma talora finisce per creare dei problemi agli utenti: non sempre infatti è facile
valutare il rapporto prezzi-prestazioni dei servizi offerti. Ovvero quanto si ottiene in
cambio di una certa somma. E il costo "nudo" dell'abbonamento non può essere
l'unico parametro da valutare.
Per capirne qualcosa di più oggi incontriamo due provider italiani di medie dimensioni
e in qualche modo storici: Paolo Nuti di McLink, che è già stato nostro ospite nel
nostro primo appuntamento di lunedì, e Joy Marino di IT Net.
NUTI: il prezzo in aree secondarie si è portato sulle 300.000/400.000;
pressione dal sud a non aumentare i prezzi; necessità di fare un prezzo nazionale...
"non possiamo fare 2 prezzi diversi"
CARLINI: "L'altro fronte, e così facciamo un'altra domanda a Nuti... dipendete
sempre da chi stende i cavi?
NUTI: dal 1 gennaio non è cambiato molto...
CARLINI: e sono ancora prezzi alti rispetto al mercato internazionale e al costo vero
per il fornitore?
NUTI: 5/10 volte superiore a quello nord americano; in ambito europeo contrariamente a
quanto scritto e detto l'Italia non è uno dei paesi più cari, almeno per le telefonate.
Per i CDN a lunga distanza anche, mentre i CDN urbani sono estremamente cari.
CARLINI: ma cosa sono i CDN?
NUTI: linee permanenti.
Ancora provider, ancora traffico intenso, spostandoci da Roma al Nord Italia. Anche per
osservare più da vicino i "tubi pieni di bit" che passano per Milano.
Da lì si potrà capire se davvero la rete Internet sta crescendo, e quanto.
Ma anche singolari forme di competizione - cooperazione che solo nell'Internet sembrano
realizzarsi.
MARINO: in italia crescita del 100%
CARLINI: Come si misura?
MARINO: Numero dei computer...
"Altro numero per stimare la crescita....e fanno circolare i bit"(un IP è
come un idraulico...gli utenti usano Internet in modo più smaliziato...importanza del
traffico intraitaliano....il MIX...paragone con le poste e telefonia. Internet invece è
diverso: le comunicazioni tra provider sono a costo zero"...ognuno tiene sulle spalle
i propri costi"
Sembra
di capire, insomma, che non tutto è facile né roseo nella rete italiana.
Essendo partita qualche anno dopo gli altri paesi avanzati, è ancora in una fase di
rapida salita, addirittura raddoppiando ogni anno.
Ma la crescita tumultuosa, come abbiamo ascoltato dai nostri ospiti oggi e nei giorni
scorsi, porta con sé molti problemi per i gestori dei "canali", così come per
gli utenti.
E' una vera rincorsa: l'aumento degli abbonati crea un bisogno di più modem, di più
cavi e nodi. Ma questi vengono acquistati solo se c'è una ragionevole speranza di
"ritorno degli investimenti".
A seconda dei punti di vista e dei casi può risultare un ciclo virtuoso o uno
perverso. |