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Approfondimento del 15 aprile 1998

L'origine dell'universo

a cura della redazione di www.galileonet.it esci da MediaMente


Space Telescope Science Institute Home PageCome è fatto l'universo, in che modo si è formato e qual è il suo destino? Sono domande a cui l'uomo cerca di rispondere da sempre.

Oggi, il telescopio spaziale Hubble ci permette di fotografare oggetti lontanissimi e di tracciare una mappa del cosmo. Poi, con l'aiuto dei potenti supercomputer, questi dati vengono utilizzati per mettere alla prova le diverse teorie sull'origine dell'universo.

Le immagini raccolte dai più potenti telescopi mostrano che le stelle sono aggregate a formare galassie. A loro volta, le galassie sono aggregate in ammassi e gli ammassi si dispongono in lunghe catene: i superammassi.

Giant "Twisters" and star wisps in the lagoon nebulaQuindi l'universo ha l'aspetto di una rete di superammassi luminosi, alternati a enormi regioni vuote: delle vere e proprie bolle di vuoto tra una maglia e l'altra del reticolo. Ma come si è formata una struttura simile?

Secondo la teoria del Big Bang, proposta alla fine degli anni '40 da George Gamow e Ralph Alpher, l'universo ha avuto origine circa quindici miliardi di anni fa dalla violenta esplosione di un punto infinitamente caldo e denso.

Questa teoria fornisce una spiegazione convincente del fatto che le galassie si allontanano continuamente tra loro, cioè del fenomeno dell'espansione dell'universo.

La teoria del Big Bang, però, presenta anche qualche problema: per esempio non spiega l'origine delle galassie, degli ammassi e dei superammassi. Infatti, subito dopo l'esplosione iniziale, l'universo doveva essere uniforme. Che cosa può aver spinto la materia a raggrumarsi in una struttura a rete?

George GamowI cosmologi hanno proposto due teorie rivali per risolvere il problema. Ed è proprio per tentare diciamo così di scegliere tra queste teorie rivali ora gli scienziati possono contare sull'aiuto dei super-calcolatori.

Secondo la teoria dei "difetti cosmici", dopo il Big Bang all'universo è successa una cosa simile a quando mettiamo dell'acqua in congelatore. Qua e là si formano dei piccoli cristalli di ghiaccio, che crescono fino a toccarsi quando tutta l'acqua è congelata.

Il blocco di ghiaccio alla fine non è uniforme, ma ha delle venature e delle irregolarità nei punti in cui i cristalli si sono saldati. Allo stesso modo, nell'universo si sono formate delle venature che hanno attratto la materia.

La teoria rivale è la cosiddetta "teoria inflazionaria". Quando l'universo era di dimensioni microscopiche, la sua energia fluttuava secondo le leggi della meccanica quantistica.

Secondo la teoria inflazionaria, la sua crescita è stata tanto rapida che le fluttuazioni dell'energia presenti a livello microscopico sono state proiettate su scala macroscopica e sono diventate fluttuazioni gravitazionali, che hanno provocato l'addensamento della materia.

Homepage Max-Planck-GesellschaftOra, quello che i cosmologi stanno cercando di fare è simulare al computer l'evoluzione dell'universo secondo ciascuna di queste due teorie.

Poi, confronteranno i risultati delle simulazioni con le immagini reali prese da satelliti come Hubble, per stabilire chi ha ragione.

Da alcuni anni, esperti di tutto il mondo elaborano sofisticati programmi di simulazione e li provano sui calcolatori dei centri di ricerca. A febbraio, i ricercatori di un consorzio internazionale, il Virgo Consortium, hanno portato a termine la prima simulazione su larga scala.

Computer CentresHanno usato un CRAY T3E, un supercomputer parallelo messo a disposizione dal Garching Computing Centre della Max Plank Society, in Germania. Hanno ricostruito in dettaglio l'evoluzione di una struttura a rete formata da ammassi, filamenti e regioni vuote, grande quanto l'intero universo osservabile.

Insomma, hanno inserito nei circuiti del calcolatore un universo virtuale. Il calcolo ha impiegato tutte le risorse di memoria del T3E, che è uno dei 10 computer più potenti del mondo.

Le operazioni sono durate 72 ore, ma c'è voluto più di un anno per preparare la macchina. Il calcolatore ha prodotto un Terabyte di dati, cioè mille miliardi di byte di informazioni, tante da riempire ben 800 CD rom.

Al progetto hanno lavorato ricercatori di tutti i paesi, in prima fila gli europei. Esperti inglesi e canadesi hanno elaborato i programmi, i tedeschi hanno messo a disposizione il computer e hanno controllato l'esecuzione del calcolo e ora cosmologi inglesi e francesi stanno studiando i dati prodotti dalla macchina.

Il fatto che la simulazione sia stata effettuata con successo, non vuol dire che il lavoro è concluso. Anzi, ora viene la parte più difficile: l'interpretazione del risultato.

CDMNelle immagini prodotte dal computer è apparso un disegno simile al motivo che formano i riflessi di luce sul fondo di una piscina illuminata dal sole. Ma i filamenti luminosi rappresentano ammassi di galassie più grandi di quelli mai osservati.

Per ora la simulazione ha messo alla prova la teoria inflazionaria. Ora, le immagini generate dal calcolatore dovranno essere paragonate alle mappe del cosmo tracciate da Hubble e da altri strumenti, per stabilire se la teoria è valida.

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Nei prossimi anni, europei e americani lanceranno nuovi satelliti capaci di disegnare mappe sempre più precise analizzando le perturbazioni della temperatura dell'universo. torna a inizio pagina