Approfondimento del 14 aprile 1998
Aste on line
Siete appassionati d'arte? O d'antiquariato? O forse siete collezionisti di ricordi e
souvenir appartenuti a personaggi famosi? Allora è probabile che molti degli oggetti che
amate, e che magari vorreste tanto in bella mostra nel vostro salotto, siano passati per
una casa d'aste.
Peccato che
le case d'asta più importanti, come Sotheby's o Christies non stiano proprio dietro
l'angolo.
Anche ammesso di avere i soldi per acquistare ciò che ci interessa, bisogna avere il
tempo di andare fino a Londra e partecipare all'evento o altrimenti bisogna conoscere le
articolate procedure per partecipare telefonicamente.
Così, almeno, fino a oggi. Perché ben presto le cose potrebbero cambiare e
semplificarsi di molto. Naturalmente grazie a Internet e al World Wide Web.
Basterà collegarsi al sito di una casa d'aste e lanciare le proprie offerte. In caso
di acquisto, si dovranno inviare i propri numeri di carta di credito, il proprio indirizzo
e nel giro di qualche giorno il nostro prezioso vaso di porcellana cinese si aggiungerà
alla nostra collezione.
Insomma, l'era dell'asta on-line potrebbe essere dietro l'angolo. Eccoci, per esempio,
nel sito di Christies. Già ora si possono trovare informazioni sui programmi, sui
prossimi eventi e cataloghi degli oggetti messi all'asta. I responsabili del sito sono
molto soddisfatti della loro presenza sul Web. Grazie ai cataloghi virtuali, nuovi
acquirenti sono arrivati dalla Scandinavia, dall'America e persino dal Giappone.
Ma i loro programmi sono ben più ambiziosi e mirano al giorno in cui sarà possibile
tenere un'asta in tempo reale sul Web, i cui partecipanti virtuali, da casa, potranno
competere e fare le loro offerte assieme a quelli fisicamente presenti nelle sale di
Christies a Londra.
Certo, partecipare a un'asta non è come
entrare in un negozio per un acquisto. C'è anche una forte componente, diciamo così,
sociale.
Vi sono persone che amano l'ambiente quasi teatrale che si crea: la tensione, i colpi
di scena, l'eccitazione che di solito accompagna la vendita all'asta di un oggetto,
soprattutto se si tratta di un capolavoro.
E' probabile che nessun sistema telematico, per quanto veloce ed efficiente, riuscirà
a trasmettere questa atmosfera attraverso un monitor. Probabilmente l'asta elettronica non
sostituirà mai quella reale. Così come il commercio on line non eliminerà mai i
supermercati o le boutiques.
Soprattutto per gli oggetti d'arte o d'antiquariato: prima di lanciarsi in un acquisto
il cliente di solito vuole esaminare bene la merce da vicino, la vuole poter toccare.
Ancora una volta lo schermo di un computer, per quanto fedele e preciso, non basta.
Il catalogo virtuale può però servire, diciamo così, come contatto preliminare. Un
utente può vedere un oggetto che forse gli interessa, contattare la casa d'aste per
e-mail, ricevere qualche informazione in più e poi decidere se vale la pena partecipare
di persona alla gara.
Ma c'è un altro servizio che Internet può offrire
al business delle aste. Infrangere il mito dell'inaccessibilità. Molte persone tendono a
pensare che le case d'asta non siano luoghi per loro.
Che siano, diciamo così, una specie di club esclusivo per ricchi collezionisti,
antiquari e personaggi un po' misteriosi. Insomma, la maggior parte di noi non ci si vede
a partecipare a un'asta e magari comprare qualcosa.
Il Web, invece, rappresenta un ottimo mezzo per presentarsi e farsi conoscere anche da
chi non si sognerebbe mai di varcare la soglia di una casa d'aste. E questa è una
opportunità a doppio senso.
Infatti, è naturale che non tutti vogliano, o possano, spendere le cifre spesso
vertiginose a cui vengono a volte battuti gli oggetti che di solito vengono venduti in
un'asta. Ma allargando attraverso Internet la fascia di pubblico potenzialmente
interessata, le case d'asta saranno sempre più invogliate a trattare anche mercanzie più
economiche. Per esempio, perché no, i computer di seconda mano.
Insomma, le aste on-line potrebbero presto diventare una parte importante di quel
grande fiume in crescita che è il commercio elettronico. Anche se, come ricordano molti
esperti, prima che il fenomeno decolli e interessi un pubblico veramente di massa è
necessario che la gente superi la barriera di diffidenza che spesso ancora circonda i
computer e le nuove tecnologie. |