Dalla TV alla rete RAI Educational

Approfondimento del 6 aprile 1998

Fibre ottiche

a cura della redazione di www.galileonet.it esci da MediaMente


Nella nostra trasmissione abbiamo già avuto occasione di parlare di fibre ottiche, un sistema di comunicazione che permette di trasferire una grande quantità di dati in poco tempo. Le fibre ottiche, lo ricordiamo, sono fili di vetro sottili come un capello dentro cui le informazioni si trasmettono sotto forma di impulsi luminosi.

AT&T Le fibre ottiche hanno un'anima di vetro e una struttura esterna, sempre di vetro, fatta in modo che i segnali di luce si propaghino all'interno senza attraversare le pareti.

Il loro vantaggio è proprio l'enorme quantità di informazioni che riescono a trasmettere.

Pensate che un cavo con due fibre di mezzo millimetro di diametro può trasferire lo stesso volume di dati di un cavo con ventimila fili di rame. Per di più sono estremamente leggere: un chilometro di fibra ottica pesa meno di 25 chilogrammi.

Le compagnie telefoniche, poco alla volta, stanno sostituendo i vecchi fili di rame con i nuovi cavi che sono da dieci a cento volte più veloci. Però, le attuali reti a fibra ottica hanno un problema: ogni volta che bisogna convertire un impulso luminoso, oppure indirizzarlo in una sottorete, bisogna trasformarlo in segnale elettrico e poi convertirlo di nuovo in onde luminose. Questo doppio processo ovviamente rallenta la trasmissione.

I laboratori di ricerca delle grandi compagnie che si occupano di telecomunicazioni, stanno lavorando da anni per realizzare convertitori ottici. Cioè dispositivi che agiscono direttamente sugli impulsi luminosi senza bisogno di trasformarli prima in elettroni.

Bell LaboratoriesI Bell Laboratories, il settore ricerca e sviluppo della Lucent Technologies, sono particolarmente avanzati in questo campo. Ecco, alle mie spalle vedete la homepage dei Bell Labs.

I loro esperti hanno realizzato un dispositivo che si serve di specchi microscopici per estrarre i segnali luminosi da una fibra ottica e indirizzarli su altre fibre a seconda della loro frequenza.

Pensate, gli specchi usati sono così piccoli che sulla testa di uno spillo se ne possono mettere comodamente un centinaio. I cavi usati per trasmissioni molto veloci impiegano la cosiddetta tecnologia di "multiplazione per divisione di frequenza".

Il nome è un po' complicato, ma in pratica vuol dire che su una stessa fibra vengono trasmessi diversi segnali indipendenti, ognuno con una frequenza distinta. Fino ad oggi, per separare i segnali era necessario trasformarli in elettroni. Nel nuovo dispositivo, invece, questo compito è svolto da un reticolo ottico.

I segnali mescolati attraversano il reticolo e ne escono separati. E' l'effetto arcobaleno, come quando facciamo passare la luce del sole attraverso un prisma: i raggi di colore diverso, cioè di frequenza diversa, si separano e si aprono a ventaglio.

Lucent TechnologiesGli specchi microscopici sono incolonnati, ognuno in corrispondenza di un segnale e, a seconda della loro inclinazione, riflettono la luce in una direzione o un'altra.

L'obiettivo dei ricercatori della Lucent Technologies è di realizzare una rete completamente ottica e quindi velocissima.

Hanno messo a punto una tecnica che permette di instradare ben cento segnali distinti in un'unica fibra, contro gli otto o sedici che possono percorrerla oggi. In questo modo venti milioni di telefonate o 400.000 film possono transitare contemporaneamente su un singolo cavo.

Ma c'è anche un problema: quando percorrono lunghe distanze i segnali luminosi tendono ad alterarsi e ogni tanto bisogna amplificarli per riportare la potenza al livello originale. Fino a qualche anno fa, anche per questa operazione bisognava prima trasformare gli impulsi in elettroni.

Oggi invece ci sono gli amplificatori ottici. Sono tratti di fibra arricchita con particelle di erbio, un elemento che ripristina un segnale ottico indebolito quando viene stimolato con un laser. Gli amplificatori ottici più comuni, però, gestiscono al massimo 16 segnali distinti.

Lucent Bell Labs Photo of Corrado Dragone examining photolithographic maskIl dispositivo dei Bell Labs pensa anche a questo e amplifica contemporaneamente tutti i suoi 100 segnali. I Bell Laboratories non sono gli unici a occuparsi di come rendere la fibra ottica ancora più efficiente e veloce.

Al Massachusetts Institute of Technology, per esempio, hanno scelto una strada un po' diversa.

È la cosiddetta "multiplazione per divisione di tempo", un altro nome un po' difficile (alla Lucent Technologies, vi ricordo, usavano la "multiplazione per divisione di frequenza").

Con la "multiplazione per divisione di tempo" i dati vengono suddivisi in pacchetti e ogni utente ha a disposizione un intervallo di tempo in cui gli è consentito inviare i propri.

Così dati di un utente viaggiano intercalati con quelli degli altri, a ciascuno dei quali è stato assegnato un intervallo di tempo diverso. E' una strategia diversa, ma anche la multiplazione per divisione di tempo sta dando ottimi risultati sperimentali.

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