Navigazione del 3 aprile 1998
La città del futuro: controllo mentale
di Tommaso Russo
Il filosofo francese Michel Foucault, in un suo celebre libro
"Sorvegliare e punire", ha fornito un'interessante chiave di lettura per
comprendere l'evoluzione delle tecniche punitive nella civiltà moderna.
Per Foucault, a cui è dedicato questo sito, le architetture delle prigioni non sono
che lo specchio del modo in cui è concepito il rapporto tra individuo e società.
La funzione della prigione nasce non tanto come tentativo di recuperare l'individuo
alla società, quanto come volontà di controllare ogni "devianza".
William Mitchell, ospite questa settimana di MediaMente, è un architetto che si
interessa a come verranno trasformati gli ambienti in cui viviamo dalla rivoluzione
digitale.
State vedendo uno dei capitoli del suo ultimo libro, City of bits, messo
a disposizione in rete. E' un capitolo dedicato, proprio, al tema delle prigioni digitali.
Secondo Mitchell l'evoluzione tecnologica permetterà, presto, il controllo a distanza
dei sorvegliati attraverso collari o braccialetti elettronici che segnalano la posizione
dell'individuo.
Questa pagina che vedete alle mie spalle, ad esempio, è un'agghiacciante testimonianza
di una classica concezione del controllo dei carcerati.
"The taller they are, the harder they fall" suggerisce il titolo. Ovvero più
alti sono e più duramente si schianteranno sul terreno. Il riferimento è naturalmente
alle mura delle prigioni che una ditta specializzata americana pubblicizza.
Ma il tema
del controllo della mente attraverso le nuove tecnologie, non riguarda solo le prigioni.
In questo sito "Mind control", troviamo risorse su tutti i metodi di
spionaggio, di controllo dell'attività individuale e di condizionamento della libertà
psicologica che sono usati dai governi di diversi paesi.
Infine, questo libro, "Operation Mind Control", ipotizza, addirittura, l'uso
di sperimentazioni legate al controllo della mente tramite farmaci, microspie inserite nel
corpo umano ed altre agghiaccianti invenzioni tecnologiche da parte dei servizi segreti
degli Stati Uniti.
La questione del controllo elettronico mette in luce, quindi, uno delle classiche fobie
umane rispetto all'evoluzione tecnologica: quello dell'asservimento delle persone alle
macchine. |