Navigazione del 2 aprile 1998
La città del futuro: architetture virtuali
di Tommaso Russo
L'immagine che
state vedendo è una struttura architettonica digitale, generata da un computer sulla base
di un algoritmo.
Siamo di fronte, ad un esempio di architettura generativa utilizzata per scopi
artistici dall'artista elettronico Eric Bucci. L'idea di Bucci è che il computer stimola
la creatività e l'invenzione di nuove forme.
E, tuttavia, la domanda che viene logico porsi è questa, è davvero creativo l'uso del
computer in questo campo? Gli algoritmi matematici sulla cui base il computer crea delle
strutture non sono limitati dal dover sempre corrispondere ad una stessa sequenza di
formule?
Il problema della creatività regolata o priva di regole è un tema classico, nella
riflessione filosofica.
A
rinnovarlo, a proposito delle scienze architettoniche, ci hanno pensato alcuni cyber
architetti interessati alla simulazione di ambienti virtuali.
Il progetto Biota.org nasce da queste riflessioni e si propone, come ci viene spiegato
in queste pagina web, The synthetic Ecosystems of Biota.org, di ricreare interi ecosistemi
virtuali, con tanto di abitanti.
Ma se in questi progetti il concetto di architettura generativa sconfina in quello di
simulare virtualmente la vita biologica esistono molti altri usi dell'architettura
digitale.
Le fotografie contenute in questo sito, Digital architecture, ad esempio, usano le
tecniche di ritocco digitale per immaginare come potrebbero essere modificate alcune
strutture architettoniche.
L'applicazione più interessante ed operativa delle tecnologie
digitali al computer deriva, tuttavia, dalla possibilità di visualizzare un anteprima di
qualsiasi possibile forma architettonica al computer prima di poterla realizzare.
Sulla base di questo principio, sono stati sperimentati moltissimi ambienti virtuali.
"Virtual San Francisco", realizzata grazie al progetto "Virtual Soma",
di cui vedete l'home page, è una città virtuale che simula ed integra ambienti reali.
Si possono chiedere informazioni, cercare un negozio aperto, o imparare la planimetria
della città.
Insomma, la possibilità di generare nuove forme architettoniche al computer non è
solo funzionale alla creazione di nuove costruzioni. La stessa realtà virtuale sembra, in
effetti, non accettare un ruolo puramente strumentale e comincia ad imporsi come realtà,
a pieno titolo.
Le città del futuro saranno, allora, per metà virtuali e per metà reali? |