Dalla TV alla rete RAI Educational

Esperti del 1 aprile 1998

Oralità e scrittura III. Internet, libro e scrittura

di Antonio Caronia


Bruce Sterling InterviewL'avvento delle nuove tecnologie digitali ha destato preoccupazione in molti ambienti di cultura e di informazione. Il CD-ROM significa la morte del libro? Se lo sono chiesti in molti. Internet vuol dire la morte della lettura?

Hanno rincarato altri. Periodicamente, c'è sempre chi alza il suo lamento ogni volta che compare un nuovo strumento di comunicazione o di espressione del pensiero umano: e il secolo che si chiude, bisogna dirlo, non ha certo lasciato senza lavoro i professionisti del "non è più come una volta".

Ora, naturalmente, i difensori del libro possono dormire sonni tranquilli, per lo meno fino a quando non si sarà inventato un computer che si possa portare in tasca come un fazzoletto, di quelli di cui parla lo scrittore di fantascienza Bruce Sterling:

il supporto potrà forse cambiare (e salveremo qualche foresta), ma il modo migliore di organizzare un testo in sequenza rimane sempre quello di "impaginarlo". Però il timore delle nuove tecnologie nasconde un problema reale: libro o non libro, siamo davvero alla fine dell'era della scrittura?

La scrittura (nell'occidente la scrittura alfabetica) ha strutturato il modo di pensare dell'uomo agricolo e poi di quello industriale, ha rappresentato il "brainframe" dominante, cioè la struttura che fa da cornice al nostro cervello, come dice Derrick de Kerckhove, e con la quale noi guardiamo, ascoltiamo, tocchiamo il mondo.

Anche i sistemi audiovisivi nati tra la fine del secolo scorso e l'inizio di questo, come il cinema e la televisione, si basano pur sempre sulla scrittura: non potrebbero esistere senza delle sceneggiature, della scalette, insomma dei testi scritti, come del resto il teatro. Ma i nuovi media digitali sono ancora basati sulla scrittura?

Derrick De Kerckhove A prima vista sembrerebbe di sì: Internet, anche a chi la veda per la prima volta, non sembra altro che un'orgia di parole scritte, un gigantesco libro, o meglio una biblioteca.

Ci sono libri riccamente illustrati e opuscoli poveri e spartani, ma la scrittura sembra comunque farla da padrona. Però, però: la logica dell'ipertesto non è quella del testo.

Le pagine di Internet si leggono a pezzetti, saltando qua e là, seguendo un percorso che incrocia parole, immagini, suoni. È vero, noi continuiamo a leggere come siamo abituati, magari stampando le cose che ci interessano di più come dei libretti personalizzati.

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Però, a poco a poco, nuove abitudini si fanno strada, si creano nuove corrispondenze fra i nostri percorsi neuronali e la geografia con cui è organizzato il sapere digitale. Forse il nuovo mezzo, l'erede della scrittura, sta nascendo nelle nostre teste senza che noi ce ne accorgiamo. torna a inizio pagina