Approfondimento del 18 marzo 1998
Virtual Set / 1
di Edoardo Fleishner
In molte trasmissioni vi sarete accorti che dietro il presentatore, o gli ospiti,
oppure il giornalista del telegiornale viene imapaginata un'immagine fissa o in movimento:
esattamente come accade ora con la me e lo sfondo che vi sta arrivando sui teleschermi di
casa.
Ma io non posso entrare, camminare dentro questa immagine o almeno farvi credere di
essere dentro questa immagine. Voi tutti vi accorgete subito che si tratta semplicemente
di uno sfondo che non cambia prospettiva al muoversi della telecamera. Insomma il cui
punto di vista è fisso.
Ci vorrebbe
proprio un virtual set...Che cos'è un virtual set?
Presto detto. Per capirci vi faccio subito l'esempio del più grande set virtuale mai
creato. E' stato costruito dall'industria cinematografica ed è il transatlantico Titanic
protagonista dell'omonimo film che ha battuto tutti i record di incassi possibili.
Nelle scene di navigazione prima del tragico naufragio infatti, il Titanic non è altro
che un immenso modello costruito in computer grafica a tre dimensioni, che forma un set
virtuale dove attori veri si muovono in realtà ripresi in uno studio tutto blu o verde.
Questa dei set virtuali è per il cinema una tecnologia giovane ma consolidata. Per la
televisione invece si tratta di uno strumento produttivo e creativo recentissimo e molto
particolare, che probabilmente segnerà il futuro dello stesso linguaggio televisivo.
Vediamo quindi cos'è un set virtuale. E' una scenografia disegnata per un programma
televisivo e cioè per un telegiornale, per un quiz, un programma per ragazzi, una rubrica
di sport o di previsioni del tempo, un talk show. Tale scenografia però, invece di essere
costruita da falegnami e carpentieri in legno e altri materiali "veri", è
creata dal computer, in computer grafica a tre dimensioni.
Presentatori,
giornalisti, ospiti vengono "immersi" in questa scenografia digitale, o meglio
virtuale. Quindi si siedono, stanno in piedi, insomma si muovono nella scenografia
virtuale prodotta dal computer. Ma in realtà il loro set è uno studio vuoto, tutto
dipinto di blu o di verde.
A questo punto dobbiamo dare una spiegazione un po' tecnica. Speriamo di farlo in modo
sufficientemente chiaro. Esiste già da qualche anno il cosiddetto "chroma key",
una tecnica che consente di riprendere con una telecamera una persona con dietro uno
parete blu o verde e sostituire, in regia video, la parete blu o verde con una fotografia
o un filmato.
Il blu e il verde infatti sono due dei tre colori, l'altro è il rosso, che formano
l'immagine televisiva che vedete sul vostro schermo. Per questa ragione, se in regia si
toglie dal segnale video il colore con cui abbiamo dipinto la parete dietro una persona
ripresa con una telecamera, lo sfondo diventa nero.
A questo
punto al posto del nero si può inserire un'immagine televisiva, per esempio, una foto o
una ripresa fatta in diretta da una telecamera.
Come vedete, però se mi muovo verso la telecamera, oppure indietreggio e la telecamera
mi segue a sua volta indietreggiando o avanzando, l'immagine alle mie spalle non si muove,
non cambia prospettiva, come dovrebbe al muoversi della telecamera.
Ma se si volesse veramente creare l'illusione ottica per lo spettatore di una persona
che si muove all'interno dell'immagine proiettata alle sue spalle, allora si dovrebbe
avere uno sfondo che si muove in sincronia con il movimento della telecamera e non una
semplice foto di sottofondo. Tale sfondo lo si può ottenere solo se lo si costruisce con
la tecnica della computer grafica in 3 dimensioni. Ed è in questo caso che si parla di
"set virtuale".
Vediamo un esempio in cui si capisce al volo che non si tratta di una immagine piatta
messa di sfondo ma di una complessa "scenografia virtuale" con una visione
prospettica perfettamente in movimento al muoversi della telecamera.
Per ottenere questo effetto c'è bisogno, come dicevo, di un
modello in tre dimensioni costruito al computer, e cioè di una "scenografia
virtuale", e di telecamere che trasmettano al computer la loro esatta posizione nello
studio televisivo, attimo dopo attimo.
Per essere esatti ben 25 volte al secondo. Ad ogni nuova posizione assunta dalla
telecamera corrisponderà un punto di ripresa diverso. Ad ogni punto di ripresa diverso
corrisponderà un punto di vista differente della scenografia virtuale.
Un computer particolarmente potente riprodurrà quindi 25 volte al secondo la
scenografia virtuale che si muove al muoversi della telecamera. Gli spettatori, cioè
tutti voi, avrete la perfetta sensazione, una illusione ottica perfetta, che chi si muove
nello studio tutto blu (o verde) si muova in realtà dentro una scenografia. |