Dalla TV alla rete RAI Educational

Navigazione del 11 marzo 1998

Hackers: Robert T. Morris

di Tommaso Russo


Robert MorrisRobert T. Morris, il ragazzo dall'aria innocua che state vedendo qui accanto a me, è il simbolo delle potenzialità distruttive degli hackers.

Negli anni '80 Morris, figlio di un dirigente della National Security Computer Agency Americana, l'agenzia di informatica che ha progettato uno dei primi browser, Mosaic, comincia ad interessarsi di informatica ed a muovere i primi passi da hacker.

Ma l'hacking, come abbiamo sottolineato, porta inevitabilmente a sperimentare ed a cercare di scoprire nuove soluzioni per valicare i confini della rete...

E' così che, nel 1988 , Morris, mette alla prova un programma autorigenerantesi, un worm come si dice in gergo, di cui stava cercando di scoprire le potenzialità. Nel giro di qualche giorno il worm si diffonde in tutta la rete, e mette seriamente in difficoltà la possibilità di trasferire dati, in tutto il mondo. Il crackdown delle comunicazioni telematiche mondiali sembra vicino.

The Watchman HomeLa rete svela la sua fragilità: è alla mercè delle creazioni di laboratorio di un piccolo Doctor Jekyll dell'informatica. Anche per questo Morris entrerà nella Hall of Fame dei maggiori Hackers, come vedete in questo sito.

Questo è, naturalmente, uno dei miti fondatori dell'hacking, ed ha generato infinite mailing list e newsgroup, in Europa e negli Stati Uniti. Tra coloro che hanno contribuito alla mitizzazione di Robert Morris c'è sicuramente Johnathan Litman, la cui Home Page vedete alle mie spalle, che ha scritto su di lui, uno dei primi libri sugli hacker.

Littman sottolinea, nell'introduzione al suo sito, tra l'altro molto interessante garficamente, alcune delle questioni etiche poste dall'hacking: gli hackers sono geni incompresi, oppure criminali pericolosissimi, in un mondo sempre più dipendente dalla rete?

Come sottolinea , in questo suo articolo on line, si può dire che gli hacker, mettendo in luce i punti deboli della rete, la spingano ad una evoluzione continua.

Kevin with his first electronic test boardLa figura dell'hacker sembra, quindi, da un lato incarnare il prototipo di colui che infrange le regole per appropriarsi individualmente di ciò che è pubblico. L' etica contemporanea ha creato un nome preciso per queste figure e li ha chiamati free riders.

D'altro lato, gli hacker sembrano nascere dalla risposta ad un rischio concreto: la tecnologia può, a volte, diventare un sapere in mano a pochi, che dettano arbitrariamente le loro regole.

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