Approfondimento del 12 marzo 1998
Traduttore on line
a cura della redazione di MediaMente
Un traduttore automatico è, a spiegarsi, una macchina molto semplice: si digita, il
testo in una lingua, si sceglie quindi un'altra lingua ed il programma provvede ad
eseguire la traduzione. Naturalmente il programma non esegue solo la traduzione letteraria
delle parole, ma interpreta anche i verbi, coniugandoli, e le espressioni semantiche.
E qui purtroppo
arriva il difficile, perché pur essendo un progetto al quale si lavora da 30 anni, il
traduttore automatico fallisce clamorosamente proprio sulle espressioni verbali ,
stravolgendo di fatto le traduzioni e rendendo quasi inutilizzabile il programma stesso.
Far fare ad una macchina il lavoro che un traduttore umano impara a svolgere solo dopo
anni di esperienza è un compito difficilissimo: il traduttore umano sa infatti cogliere
le sfumature della voce, le espressioni gergali, i modi di dire che la macchina non può
riconoscere, a meno che non le venga inserito un elenco di tutti i modi di dire, elenco
praticamente infinito visto che le lingue cambiano e si evolvono ogni giorno.
Grazie ad Internet è adesso possibile, per tutti, sperimentare
un traduttore automatico che fornisce la versione in un altra lingua di un testo inserito,
oppure traduce "al volo" pagine di Internet: basta andare su Altavista, il
popolare motore di ricerca Internet, e selezionare il traduttore, oppure eseguire una
ricerca di siti e chiederne l'immediata traduzione nella lingua voluta.
Gli effetti sono spassosi quanto devastanti: se infatti la cosa funziona abbastanza
bene verso l'inglese, da questa lingua nelle altre si hanno risultati più divertenti che
utili: Umberto Eco ha provato ad esempio a chiedere informazioni sulla Repubblica
Italiana, scoprendo che Luciano Violante era "Altoparlante dell'alloggiamento dei
delegati", ovverosia la traduzione dall'inglese all'italiano di un sito inglese che
descriveva il parlamento italiano.
In realtà il testo originario era "Speaker of the chamber of
Deputies", ed ovviamente il traduttore aveva equivocato sul termine
"speaker" che vuol dire sì altoparlante, ma che in quel contesto sarebbe stato
doveroso tradurre con "Presidente" o al massimo "oratore".
Il traduttore quindi spesso non riesce a capire il contesto in cui un termine si trova,
generando così una traduzione assolutamente irreale quanto sintatticamente ineccepibile.
Ancora più stupefacente è stata la prova che Eco ha voluto fare su una notizia che
riguardava il Papa e che in inglese recitava:
"The Pope boards on a jet , aiming to meet his beloved Poles", che tradotta
dovrebbe essere "Il papa si imbarca su un aereo, puntando verso i suoi amati
polacchi", ma che invece il traduttore automatico trasforma in un divertente, quanto
dissacrante "Il papa imbarca su un getto, mirante a venire a contatto dei suoi cari
Pali".
Il jet è
diventato "getto", ed i Poles, i polacchi, sono diventati i pali, perché in
effetti questo vuol dire in inglese. Il traduttore si confonde con i nomi maiuscoli dal
doppio significato, ma non sa neanche dare la traduzione più appropriata alla parola
inglese "jet", che nel contesto voleva dire un'altra cosa, o poteva al limite
rimanere non tradotta.
La traduzione automatica rivela dunque i suoi limiti, ma, in conclusione, ne segnaliamo
anche un paio di pregi: innanzitutto offre la possibilità di tradurre on line un testo
relativamente semplice ed il risultato pur non essendo stupefacente, è comunque
impressionante in quanto a rapidità e buona approssimazione.
In buona sostanza, se già conoscete la lingua, risparmiate moltissimo tempo, se non la
conoscete per niente, potete farvi capire, soprattutto se avete una scrittura fatta di
frasi brevi e di termini semplici. Ma l'altro aspetto da mettere in evidenza è la
possibilità che offre il traduttore di penetrare i meccanismi grammaticali di una lingua,
meccanismi che, neanche a dirlo, il calcolatore applica, ovviamente, alla lettera. |
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