Esperti del 25 febbraio 1998
Pigreca Associati
di Antonio Caronia
Le macchine interattive di Flavia Alman e Sabine Reiff sono allegre, divertenti, e
anche un po' inquietanti. Infatti le esperienze che esse propongono toccano un tema
importante come quello dell'identità personale, e lo fanno in modo da spiazzare il
partecipante.
Dopo varie esperienze artistiche e televisive, Flavia Alman si è unita al gruppo
Correnti magnetiche, di Mario Canali, nel 1986, dove, qualche anno dopo, è arrivata anche
Sabine Reiff, tedesca.
Dal 1996 la
Alman e la Reiff hanno fondato un proprio studio, Pigreca Associati. Guardiamo il loro
Telespecchio, un'installazione interattiva del 1992: una videocamera riprende il volto
dello spettatore, ma il software glie lo restituisce sullo schermo simmetrizzato (cioè
con un'inquadratura ottenuta unendo le sole metà destre o quelle sinistre del volto), con
i tratti deformati, o addirittura esploso in una frantumazione di particolari.
Con i materiali raccolti durante i giri di questa fortunata installazione, Sabine Reiff
ha poi costruito il video Chorus, che raccoglie una veloce galleria di autoritratti
grotteschi. In Identimix, del 1994, l'interazione si fa più raffinata, e la proposta più
sottile: i due partecipanti, agendo su dei cursori, possono mescolare le proprie facce,
rivolte l'una verso l'altra, per crearne una terza che è una combinazione delle due. Che
il tema sia quello dell'identità è chiaro, ma è altrettanto chiaro che si tratta in
primo luogo dell'identità corporea, di cui Alman e Reiff vogliono sottilmente mettere in
dubbio l'immutabilità.
Proseguendo su questa strada, nel 1995 le due artiste recuperano un procedimento della
pittura rinascimentale, l'anamorfosi. L'anamorfosi è un virtuosimo prospettico: le
immagini anamorfiche, per poter essere decifrate, devono essere viste da un punto di vista
particolare, o molto defilato. Sono una specie di immagine segreta, che per essere svelata
richiede una conoscenza altrettanto segreta, o una fortunata intuizione.
Nell'anamorfosi
conica, che è quella realizzata da Alman e Reiff, l'immagine che si riflette sulla
superficie di un cono è decifrabile solo se l'occhio è situato esattamente sull'asse del
cono, cioè sopra il suo vertice.I giochi con il volto che ci propongono queste due
artiste suggeriscono tutti, in un modo o nell'altro, la molteplicità di persone che
ognuno di noi, anche senza saperlo, porta dentro se stesso. |
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