Dalla TV alla rete RAI Educational

Esperti del 24 febbraio 1998

Massimo Contrasto

di Antonio Caronia


Un software di realtà virtuale bidimensionale che ha avuto un certo successo negli anni Novanta è il Mandala System, del gruppo canadese Vivid Group. Attraverso il Mandala è possibile mescolare l'immagine dal vivo ripresa da una telecamera con uno sfondo digitale, e fare interagire le due; in questo modo, per esempio, i movimenti dell'immagine di una persona ripresa dalla telecamera possono determinare delle reazioni nell'immagine digitale o nel suono. Si possono spostare oggetti, deformarli, farli apparire e scomparire, o suonare strumenti virtuali.

Massimo ContrastoIn Italia il Mandala System è stato usato soprattutto da Massimo Cittadini, alias Massimo Contrasto, un architetto che vive a Firenze e che fino dagli anni Ottanta si è interessato di arte al computer, musica e multimedialità. Nel 1991 Massimo Contrasto ha collaborato con il gruppo fiorentino dei Giovanotti Mondani Meccanici (Andrea Zingoni e Antonio Glessi) alla realizzazione della loro installazione Buddah Vision, nella quale le possibilità del Mandala venivano usate per ricreare un clima psichedelico.

Due anni più tardi, sempre usando il Mandala System, Contrasto produceva l'installazione Uomomacchina, nella quale il partecipante poteva interagire con le opere di alcuni artisti del Novecento (Duchamp, Malevich, Pollock, Schwitters e altri). In Debito psichico, del 1996 , ci si trova invece di fronte a tre bottoni virtuali che ci portano ognuno in un diverso ambiente interattivo. La caratteristica delle installazioni Mandala di Massimo Contrasto è sempre quella di mescolare immagini a parole, per suggerire riflessioni e accostamenti inediti che la sola immagine non potrebbe scatenare.

Debito Psichico Questa caratteristica si ritrova anche nello spettacolo EXP, del gruppo luganese Avventure in Elicottero, una performance interattiva di danza della coreografa e danzatrice Ariella Vidach che fa uso appunto del Mandala System. EXP si propone di mostrare le possibilità di commistione fra tecnologia e corpo senza sottoporre quest'ultimo ad alcuna costrizione, e il Mandala serve meravigliosamente allo scopo.

Le immagini delle danzatrici vengono infatti inserite all'interno dell'ambiente virtuale del Mandala e proiettate su grande schermo, diventando una sorta di mouse vivente che interagisce con le immagini grafiche di Massimo Contrasto. La corrispondenza fra i movimenti reali e quelli virtuali è immediatamente percepita dallo spettatore, che si trova stimolato però a un continuo confronto fra quanto accade sul palcoscenico e le fantastiche interazioni dello schermo.

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