Approfondimento del 26 febbraio 1998
Agenti software
"Benvenuti in questo ambiente. Se conoscete già tutte
le opzioni, andate pure alla pagina successiva. Se invece mi incontrate per la prima
volta, sarà per me un piacere accompagnarvi e assistervi. Sono qui per questo. Anzi, è
tutta la mia vita. Dicevo per dire, no? Ho in dotazione un senso dell'umorismo standard.
Dispongo anche di: frivolezza, serietà, sentimento medio e medio-alto. Io sono il vostro
Agente. Prego digitare la prima richiesta".
Quelle che avete sentito sono le prime righe del romanzo "Benvenuti in questo
ambiente", di Carmen Covito. Potete leggerle anche su Internet, alla pagina http://www.carmencovito.com . Il libro
racconta la storia di Nureddin, un ragazzo tunisino, che si innamora di una donna
misteriosa attraverso lo schermo di un computer. Il problema è che lei dice di non essere
una donna, ma un agente software, un programma con una personalità artificiale.
Che cosa sono esattamente gli agenti software? Sono programmi intelligenti, che
ricevono un ordine e decidono in modo autonomo che strada seguire per portare a termine il
loro compito. Per esempio, alcuni motori di ricerca su Internet chiedono all'utente un
elenco di argomenti di interesse. Poi, ogni giorno, cercano in rete le notizie che
rientrano in quei settori e confezionano un giornale su misura, che può essere consultato
su una pagina personalizzata.
Questi sono i
"news bot", diminutivo di news robot. Ma non ci sono solo agenti specializzati
nella ricerca di informazioni: ci sono anche i "cancel bot", programmati per
girare all'interno di un gruppo di discussione e cancellare automaticamente tutti i
messaggi pubblicitari, oppure i "game bot", avversari virtuali per i giochi in
rete. Con lo sviluppo di Internet, gli agenti software si sono moltiplicati. E i
ricercatori studiano il modo per far diventare questi programmi sempre più intelligenti e
affidabili.
Sul sito del romanzo di Carmen Covito troviamo un link alla homepage di Pattie Maes.
Eccola qui alle mie spalle. Pattie Maes è un'esperta di intelligenza artificiale. È una
ricercatrice del Massachusets Institute of Technology, dove ha fondato il Software Agents
Group. Lei e i suoi collaboratori sono stati tra i primi a creare programmi autonomi
capaci di imparare dagli errori e migliorare le loro prestazioni col tempo.
Ed ecco alcuni dei progetti a cui stanno lavorando in questo
periodo i ricercatori del Software Agents Group. Per esempio c'è ALIVE, Artificial Life
Interactive Video Environment, un ambiente grafico tridimensionale in cui l'utente può
seguire le lezioni di un istruttore di ginnastica aerobica virtuale. Oppure agenti che
aiutano l'utente a usare correttamente dei programmi complicati. Sono gli agenti di
interfaccia, che con il tempo imparano a conoscere le esigenze e le abitudini del loro
proprietario.
Gli agenti servono soprattutto alle persone che oggi si accostano a Internet e alle
nuove tecnologie dell'informazione senza avere esperienza di computer. Non vogliono
seguire un corso per imparare a navigare in rete e non vogliono neppure perdere tempo a
leggere un manuale. Hanno bisogno di programmi con cui interagire sia facile e intuitivo,
programmi con cui si possa parlare come a un altro essere umano.
Per questo,
la maggior parte degli agenti software ha un aspetto , per così dire, antropomorfo e
simula anche il carattere e il comportamento di un essere umano. Proprio come Dama, la
donna misteriosa di "Benvenuti in questo ambiente". Dama ha una personalità
talmente ricca e umana che a Nureddin viene il dubbio: sarà veramente quello che dice di
essere, una creatura sintetica?
Non è così difficile confondersi e scambiare un programma per una persona reale. Ci
sono alcuni bot che sono creati proprio con lo scopo di fingersi esseri umani. Per
esempio, i "chatter bot", che si possono incontrare sulle IRC, quei canali di
Internet fatti per dialogare in tempo reale. L'utente chiacchiera attraverso la tastiera e
lo schermo con altre persone che non può vedere e che molto spesso usano pseudonimi.
Quindi non ha modo di sapere se il suo interlocutore è davvero quello che dice di essere.
È un uomo o una donna? Quanti anni ha? Ed è reale?
I chatter bot sono
programmati per rispondere alle domande e per sostenere la conversazione in modo
flessibile. Se ricevono più volte la stessa domanda rispondono ogni volta in modo diverso
e quando non sanno che cosa dire scherzano e fanno battute. Mantengono la memoria di tutti
gli utenti con cui hanno avuto a che fare e degli argomenti di cui hanno parlato. I
chatter bot più raffinati sono addirittura capaci di superare il test di Turing, cioè di
ingannare un utente che dialoga con loro per capire se sono persone reali o virtuali.
Nel 1994 dei ricercatori in America hanno creato Julia, una personalità artificiale.
Per fare un esperimento, hanno inserito il programma in un MUD. Un MUD è un ambiente
virtuale in rete, dove più persone giocano in tempo reale, scambiandosi messaggi. Julia
diceva agli altri giocatori di essere una ragazza bionda, con grandi occhi verdi e i
ricercatori studiavano le loro reazioni. Il MUD era frequentato soprattutto da giovani di
sesso maschile e Julia è stata corteggiatissima. Ha ricevuto anche proposte sconvenienti.
Solo pochi si sono accorti che quella ragazza aveva
qualcosa di strano: era un po' ripetitiva e rispondeva troppo velocemente alle domande. Un
vero essere umano ci avrebbe messo più tempo. Un giocatore, un certo Barry, ha perso
tredici giorni nel tentativo di conquistare la bella Julia ed era convinto che lei ogni
tanto fingesse di essere un programma per rendersi più interessante.
Julia era un esperimento, ma di solito i chatter bot non hanno solo lo scopo di
ingannare gli utenti. Servono a registrare i nomi di chi interviene nella discussione, nel
caso che qualcuno voglia sapere chi è collegato in quel momento. Oppure, nei MUD, danno
consigli su come spostarsi nell'ambiente virtuale o registrano messaggi per utenti che non
sono collegati e glieli riferiscono non appena quelli si collegano.
Insomma, la morale della storia è che in rete si possono fare strani incontri. Quindi
è meglio controllare che la persona con cui stiamo parlando sia reale, prima di
innamorarci e restare con un pugno di mosche in mano. |