Inviati del 9 febbraio 1998
Lavoro su Internet /1
di Giampiero Moncada
Ma è proprio vero che su Internet si può trovare lavoro?
Certo, se inseriamo la
parola "lavoro" su un motore di ricerca il risultato è clamoroso: centinaia di
indirizzi. Non ne parliamo se, invece della parola "lavoro", inseriamo il
termine inglese: "job".
Le risposte sono un oceano. E' meglio precisare: "ricerca lavoro"; oppure, se
si vuole cercare tra le offerte in inglese, si può provare anche con il termine
"career", scritto così. Anche in questo caso, comunque, vengono indicati
centinaia di indirizzi web. Sono tutti utili?
No. Come sempre accade con i motori di ricerca, si deve fare, poi, una cernita che
richiede non poco tempo. Ma alcune indicazioni utili ci sono. Così si scopre che anche in
Italia ad offrire lavoro sono veramente in tanti. Come se non esistesse la disoccupazione.
Paradossi di Internet?
Beh,
paradossi dell'economia italiana. Anzi, dell'evoluzione del mercato del lavoro. Molti
economisti sostengono che di lavoro, in realtà, ce ne sarebbe abbastanza per tutti; ma
non tutti sono all'altezza dei compiti richiesti.
Un po' quello che successe quando arrivò il computer, negli anni '70: le aziende
riducevano il personale, e molti contabili venivano considerati in sovrappiù; in compenso
si cercavano come matti dei programmatori, dei terminalisti, insomma delle persone che
sapessero lavorare con il computer, ma non se ne trovavano.
Sembra ovvio che su Internet, fin dalla sua nascita, si siano trovate molte
richieste ed offerte nell'ambito delle professioni informatiche e, comunque, tecnologiche;
come in questo sito della Philips: d'altra parte, inizialmente erano solo gli studenti
delle facoltà scientifiche ad avere un accesso a Internet.
Solo nei tempi recenti si è sviluppata l'utenza comune, e anche il mercatino dello
scambio di lavoro si è adeguato; ha cominciato a somigliare alla vita reale, dove gli
idraulici scarseggiano, ma si può contattare un ingegnere nucleare nel giro di mezza
giornata. |