Inviati del 30 gennaio 1998
Denaro elettronico 2
di Giampiero Moncada
Il
fenomeno delle monete elettroniche si può dire che, per adesso, è ancora limitato: è
relativamente limitato il numero di utenti potenziali (cioè la popolazione di cybernauti)
e, di conseguenza, è limitato anche il numero di negozi convenzionati.
Questo, però, rappresenta
per molti una grossa opportunità. Oltre a poter diventare un utente, cioè un
consumatore, di queste società, si può diventare un partner, cioè un negoziante
convenzionato.
E' una possibilità in più per commercianti e produttori, soprattutto di dimensioni
modeste, che vedrebbero il loro nome nell'elenco ufficiale dei convenzionati di una moneta
virtuale.
Come
avere sulla porta del proprio negozio l'adesivo di una carta di credito: i possessori di
quella carta preferiranno quel negozio rispetto ad un altro non convenzionato.
E poi, per adesso, alla base di tutto c'è ancora il denaro ufficiale che ciascuno
possiede, e con il quale effettua il deposito per ottenere le monete virtuali.
Ma niente impedisce che, in futuro, anche lo stipendio di un lavoratore venga pagato,
magari solo in parte, con monete elettroniche, che si possono spendere nei negozi
convenzionati.
Qualcosa di analogo a quello che era successo molti anni fa con i mini assegni,
stampati da banche e perfino da società private, in sostituzione delle monete e le
banconote di piccolo taglio che scarseggiavano.
In prospettiva, quindi, le monete virtuali potrebbero minacciare davvero
la stessa sopravvivenza delle banche. Almeno per come le intendiamo noi oggi. Se la cosa
prendesse piede, si potrebbe arrivare a pagare con monete virtuali anche il conto del
ristorante o la spesa al supermercato. Sarebbe come se un privato potesse sostituirsi alla
Zecca dello Stato del suo Paese.
Questa è, forse, fantascienza. O fantaeconomia.
Ma le banche e le carte di credito, che in un primo momento avevano snobbato la Rete,
hanno cominciato ad organizzarsi per entrare nel grande business del commercio
elettronico.
In Italia alcune banche partecipano ad
un grosso progetto sperimentale avviato dalla Visa, che si conclude nel corso del '98, e
che serve a definire un protocollo, cioè una serie di regole e di sistemi informatici,
che garantisca utenti e banche dalla possibilità di truffe. Assicurare, cioè, che
nessuno possa fare spese folli con i soldi di un ignaro correntista; e, non ultimo, che
nessuno possa sbirciare nelle transazioni effettuate da altre persone, ricavandone
informazioni preziose. |