Inviati del 29 gennaio 1998
Denaro elettronico 1
di Giampiero Moncada
Tra gli utenti comuni, pochi ci hanno fatto caso; ma le banche
hanno corso un grosso rischio: scomparire da qui a pochi anni. E tutto, ancora una volta,
per colpa di Internet. Che sta facendo sparire la materia prima su cui si basa l'attività
delle banche: il denaro.
Questione di anni, al massimo, qualche decennio, e tutta l'umanità civilizzata sarà
collegata via computer: il collegamento potrà ancora chiamarsi Internet o essere
qualcos'altro, ma la sostanza non cambia. Di fatto, già da ora il commercio elettronico
sta diventando una delle attività più frequenti sul Web.
E gli acquisti effettuati in Rete prevedono spesso anche un pagamento elettronico:
cioè un pagamento virtuale. In altre parole senza passaggio fisico di denaro. Cosa c'è
di meglio, quindi, per effettuare pagamenti virtuali, che creare anche delle monete
virtuali?
Ed è quello che è successo su Internet
più di due anni fa; cioè quando il Web iniziava appena a diventare un fenomeno di massa.
E-cash, cioè "contante elettronico"; cybercoin, "moneta
cibernetica", "digicash", "denaro digitale", sono alcune delle
iniziative nate per ceare una moneta virtuale, valida solo su Internet.
A crearle sono state delle società che spesso non hanno niente a che vedere con il
mondo bancario. E, in qualche caso, questo è stato un vantaggio, perché si sono
organizzati in maniera più libera, senza le rigide regole che la legge impone, in tutto
il mondo, agli istituti di credito.
Queste monete virtuali funzionano, più o meno, tutte alla stessa maniera: viene aperto
un deposito presso una società che gestisce la moneta virtuale, depositando delle somme
di denaro... quello vero. A questo punto si possono fare acquisti via Internet in tutti i
negozi e si trovano in Rete e che sono convenzionati con i gestori di questa moneta.
Quella che vediamo qui
è la schermata dimostrativa di un negozio di Compact disc, che presenta il logo della
e-cash, una moneta elettronica. Questo vuol dire che possiamo pagare prelevando il denaro
dal nostro conto e-cash, se ce l'abbiamo.
Insomma, come avviene nei negozi che espongono l'adesivo della nostra carta di credito.
Dopo un'ulterire click di conferma, l'importo viene addebitato sul notro conto, e il Cd
che abbiamo ordinato ci viene recapitato a casa, senza altre spese: abbiamo già pagato.
Ogni volta che si fa un acquisto, la cifra viene scalata dal deposito che abbiamo
effettuato, e la società la trasferisce sul conto del negoziante dal quale abbiamo
comprato qualcosa. Le differenze tra una società e l'altra riguardano, essenzialmente, le
procedure di autenticazione.
Cioè i sistemi adoperati per garantire all'utente che i suoi soldi non vengano
prelevati da qualche truffatore per fare acquisti a nome suo. In genere, l'utente che apre
un conto deve scaricare sul proprio computer un programma, creato appositamente, che
utilizza ogni volta che vuole fare degli acquisti in Rete.
Questi programmi prevedono, oltre alle ovvie password, anche un codice di criptazione.
Quello che si trasmette, cioè, viene reso incomprensibile alle persone che,
eventualmente, dovessero intercettare i messaggi. Solo la società che gestisce il nostro
conto possiede la chiave, le parole magiche che possono farle decodificare i nostri
messaggi.
A ben pensarci il meccanismo delle monete virtuali non è per niente differente da
quella delle carte di credito: anche in quel caso c'è una società, che si chiama Visa,
American Express, Diners, Mastercard, (tutte presenti su Internet) la quale provvede a
pagare i conti che noi firmiamo presso i negozi e gli altri fornitori convenzionati.
Qual'è la differenza sostanziale?
La prima cosa che viene in mente è che le carte di credito sono state sempre collegate
a delle banche: è alla banca che ci rivolgiamo, spesso, per ottenere il rilascio di una
carta di credito; oppure è con un assegno bancario che paghiamo il conto che la carta di
credito ci manda ogni mese. Ma questa non è più una differenza, perché anche le monete
cibernetiche si sono collegate alle banche per effettuare i primi passaggi.
Cioè i depositi che i loro clienti devono effettuare per disporre di un credito. Ecco,
per esempio, l'elenco di banche, alcune americane altre europee, una anche australiana,
che si sono convenzionate con questa società. In Italia non ce n'è nemmeno una, ma le
più grosse tra quelle americane hanno comunque un istituto di credito corrispondente in
Italia. E, quindi, anche noi possiamo aprire un conto virtuale nel ciberspazio.
Ma la differenza più importante con le carte di
credito è che le varie Visa, CartaSì eccetera, sono tutte società che operano nel mondo
reale; e per questo sono sottoposte alle leggi che ogni nazione a stabilito per le
attività finanziarie e bancarie.
Chi ha creato monete elettroniche, invece, opera nel cyberspazio, ed è difficile
regolamentare la loro attività con le leggi di un Paese, visto che il cyberspazio è, per
sua natura, transnazionale; extraterritoriale.
Anche se, poi, sulle pagine delle varie società si legge che tutte le transazioni sono
sottoposte alle normative vigenti nei Paesi in cui vengono effettuate. Come, poi, si possa
intervenire in caso di contestazione è tutto da vedere. |