Approfondimento del 5 gennaio 1998
Videoeducazione
di Enrico Ferrari
Tentando di trovare un modo per
controllare le trasmissioni televisive, e tutelare quindi i minori, negli Stati Uniti si
è preferito adottare un approccio tecnologico al problema , che blocchi all'arrivo ,
grazie ad un dispositivo elettronico, le immagini ritenute inadatte. In Italia invece si
è preferito adottare un controllo a monte, istituendo nelle settimane scorse un codice di
autoregolamentazione firmato da Rai, Mediaset e dalle altre TV. In sostanza, stando al
nuovo codice, dalle 7 alle 22.30 sul video non avranno spazio storie o scene violente,
comprese le pubblicità. In particolare saranno vietati "turpiloqui, scurrilità e
l'offesa verso le religioni", come recita il codice, le notizie dei telegiornali
devono evitare "immagini gratuite di violenza o di sesso" e viene istituita una
fascia superprotetta dalle 16 alle 19 con programmi destinati specificatamente ai ragazzi.
Che la materia debba
essere regolamentata lo conferma anche una ricerca dell'Associazione degli psicologi,
secondo la quale il 19% dei bambini sostituirebbero il loro papà con Paolo Limiti ed il
20% vorrebbero come mamma la zingara Cloris Brosca. Sempre dalla stessa ricerca si evince
che il 90% dei bambini tra i 3 e i 10 anni guarda la TV tutti i giorni.
I meccanismi psicologici che si innescano nei bambini alla vista di immagini
particolari sono molto complessi: il pericolo maggiore è che il bambino confonda realtà
e finzione e non sappia quindi ricollocare nel giusto ambito le immagini viste, ecco
perché è necessario un controllo a monte. Il nuovo codice naturalmente solleva dubbi e
perplessità, perché soprattutto è difficile stabilire chi giudicherà la pericolosità
di certe trasmissioni. A questo fine è stato istituito un comitato di controllo che
vigilerà sulle emittenti, costringendole, se è il caso, a rettificare programmi ed
orari. Abbiamo sentito dal Dott. Francesco Tonucci, presidente del comitato che ha
elaborato il codice, quali sono i parametri di questa autoregolamentazione.
Polemiche e critiche
c'erano prima del decreto e continueranno ad esserci anche dopo: si va dalla condanna di
Blob per diffondere in orari delicati messaggi pericolosi, al ricordo di analoghe
autoregolamentazioni passate che non hanno avuto efficacia. Gualtiero Peirce, critico
televisivo di Repubblica, ricorda ad esempio come in barba ai bollini per i programmi
istituiti da MediaSet sin dal 1993, si è potuto vedere Toni Binarelli che, con una
pistola alla tempia, tentò la roulette russa in un pomeriggio domenicale di Canale 5.
Restano quindi i dubbi sull'efficacia e sull'applicabilità di simili regolamentazioni
che, ancora una volta, non risolvono l'utopia di delegare alla TV il compito di svolgere
il ruolo di baby sitter.
Abbiamo accennato al problema di una giusta divulgazione delle notizie: spesso i
telegiornali indugiano su immagini particolarmente violente, o propongono servizi morbosi
che sembrano rivolti più a soddisfare una curiosità vouyeristica che una corretta
informazione. Se questi dubbi attraversano la mente degli spettatori adulti, che immagine
del mondo può percepire un bambino che guarda un TG serale?
Già da tempo altre televisioni europee si sono poste il problema di creare
una sezione di notizie appositamente studiata per i ragazzi: non si tratta di telegiornali
con bambini, ma PER i bambini, studiati quindi con un linguaggio ed una grafica
particolarmente adatta ai minori. L'obiettivo è quello di far capire i temi difficili e
di dare comunque tutte le notizie, anche quelle drammatiche, ma inquadrandole in una
ottica educativa comprensibile anche per i più piccoli. E proprio nei giorni scorsi è
nato anche in RAI il TG Ragazzi, che da Gennaio su Raiuno per dieci minuti proporrà
l'attualità per un pubblico dagli 8 ai 14 anni. Il mappamondo della sigla ruota sulla
classica musica del TG1 rivista in chiave rap, ma i temi presentati sono quelli dei TG per
gli adulti, usando però un linguaggio studiato da sociologi, giornalisti e psicologi.
Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Paola De Benedetti, vicedirettore di Raiuno, come
si colloca il nuovo telegiornale nel contesto del palinsesto RAI ed in relazione al nuovo
codice di autoregolamentazione adottato.
Tiziana Ferrario, è uno dei volti più noti del TG
che sarà protagonista anche del nuovo TG dei ragazzi. Le abbiamo chiesto quali sono gli
obiettivi di questo telegiornale e quali i temi trattati. Un telegiornale rivolto ai
ragazzi deve saper coniugare l'informazione con il rispetto per i bambini stessi, ma
allora dobbiamo informare o tacere? Come si deve porre un professionista dell'informazione
di fronte a questo problema?. |
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