Dalla TV alla rete RAI Educational

Approfondimento del 11 dicembre 1997

La crittografia

a cura della redazione di www.galileonet.it esci da MediaMente


Come si protegge un messaggio elettronico da occhi e orecchie indiscrete che potrebbero intercettarlo mentre viaggia attraverso le maglie della rete? Lo si scrive in codice, naturalmente. Un codice di cui solo il legittimo destinatario conosce la chiave. Si usa, insomma, un programma di crittografia.

The White HouseMa proprio sulla possibilità di usare programmi di crittografia sempre più sofisticati negli Stati Uniti si sta giocando una partita, tutta politica, che si fa di giorno in giorno più aspra.

Secondo la rivista Wired è un vero e proprio scontro tra generazioni: da una parte la vecchia guardia che vede nella crittografia soprattutto un pericolo e un'arma in più per malintenzionati telematici di ogni genere. Dall'altra i giovani che la ritengono invece l'unico modo per proteggere e favorire lo sviluppo economico della rete. E siccome Internet non ha confini, gli esiti di questa lotta si faranno sentire ovunque.

Ken FollettL'arte della crittografia, del cifrare e decifrare i messaggi, è un'arte antica. Ma è anche un'arte da sempre legata al mondo misterioso e oscuro dello spionaggio. Il crittografo per eccellenza, di solito, è una spia. Anche il cinema e la letteratura ne sono pieni. Ricordate per esempio "Il codice Rebecca"? E' un romanzo di Ken Follet, che ha per protagonista un codice di cifra basato appunto sul libro "Rebecca".

Alcune macchine per crittografare sono diventate famose. Come Enigma, l'apparecchio messo a punto dai nazisti prima della Seconda guerra mondiale per codificare le loro trasmissioni militari. Per loro sfortuna, e nostra fortuna, poco prima dell'inizio del conflitto un esemplare di Enigma finì nelle mani degli inglesi, che riuscirono così a intercettare e decifrare molti dei messaggi nemici. Ma se fino a ieri lo sviluppo della crittografia era una questione che riguardava soprattutto gli 007, con l'avvento di Internet si è trasformata anche in un business da milioni di dollari.

American ExpressSe volete fare un acquisto via Internet spesso dovete pagare con la vostra carta di credito. E a nessuno farebbe piacere che il suo numero finisse nelle mani sbagliate. Ma pensate alle banche o alle grandi aziende che si scambiano attraverso Internet dati sui loro bilanci o sui loro progetti. Dati delicati e riservati, che devono viaggiare al sicuro da spioni telematici.

Insomma, il mercato dei programmi di crittografia è assai appetitoso per i produttori di software. Tuttavia, almeno negli Usa, non è un mercato libero. Infatti questi programmi sono considerati di interesse militare e strategico. La loro esportazione è limitata da norme che i produttori ritengono ormai troppo strette. Ma che alcuni vorrebbero addirittura rendere ancora più severe.

F.b.iNelle scorse settimane è sceso in campo addirittura il grande capo dell'Fbi, Louis Freeh. Durante un'incontro dell'Associazione internazionale dei capi delle polizie Freeh ha dichiarato: "Grazie alla crittografia spacciatori di droga, trafficanti d'armi, terroristi e spie possono scambiarsi messaggi elettronici con un'impunità senza precedenti". Secondo il superpoliziotto, se non si conosce la chiave del codice, anche per decifrare il più semplice dei messaggi servirebbe un anno di lavoro di un calcolatore da 30 milioni di dollari.

Così il partito anti-crittografia propone che i produttori di software siano tenuti per legge a depositare le chiavi dei loro programmi a una autorità nominata dal governo. In modo che la polizia possa decifrare ogni messaggio sospetto.

WiredMa al partito opposto l'idea ricorda molto da vicino il Grande Fratello. "E' come chiedere ai cittadini di depositare una copia delle loro chiavi di casa a un'agenzia governativa", scrive Wired. E ancora: "E' come se si obbligassero le poste ad abolire le buste e si potessero usare solo le cartoline". E mettono in dubbio anche il quadro drammatico descritto dall'Fbi.

Perché è vero che l'uso della rete da parte dei criminali è in aumento. Ma secondo uno studio di Dorothy Denning, esperta di computer della Georgetown University, solo in 500 casi in tutto il mondo i cattivi hanno usato messaggi cifrati. E comunque, per molti di questi casi, l'uso un codice non ha affatto rallentato la soluzione. Ma soprattutto il cybercrimine è molto più pericoloso proprio quando riesce a forzare i sistemi di crittografia insicuri e a carpire informazioni riservate.

puntate
torna a calendario
torna a tematiche
search

back

home page

Personal ComputerNon sarà semplice trovare un compromesso per il problema crittografia. Oltretutto, anche se negli Usa venissero approvate le norme più restrittive, nulla vieterebbe a produttori di altri paesi di continuare a scrivere e vendere programmi di cifra. E ancora una volta, il mondo senza confini di Internet mette a dura prova il nostro modo di pensare, ancora legato alla vecchia geografia. torna a inizio pagina