Approfondimento del 28 novembre 1997
Internet 2
A metà degli anni '80 Internet, che allora si chiamava ARPAnet, era gestita dalle
università americane. I ricercatori usavano la posta elettronica per il loro lavoro, per
comunicare con i colleghi, scambiare dati e documentazione. Non c'era ancora il World Wide
Web e l'abitudine di navigare per curiosare tra i siti. Insomma: la rete era un paradiso
per pochi eletti.
Poi è arrivato il grande pubblico e le imprese commerciali e Internet è cresciuta in
modo esplosivo. Alla fine del 1995 sei milioni di server erano collegati alla rete.
L'espansione ha fatto aumentare il traffico dei dati e la velocità delle comunicazioni
è diminuita. Oggi la rete è lenta. Nelle ore di punta si creano dei veri e propri
ingorghi, come nel traffico stradale, ed è praticamente impossibile collegarsi a un sito
con molta grafica e animazioni o scaricare un file voluminoso.
La situazione è ancora accettabile per chi usa Internet come passatempo, ma pensate
alle videoconferenze, oppure a chi deve controllare uno strumento a distanza. Ha bisogno
di trasmettere una grande quantità di dati praticamente in tempo reale.
Allora, i ricercatori delle università americane hanno deciso di rimboccarsi le
maniche e creare una nuova rete, più veloce e adatta alle loro esigenze: Internet 2.
I rappresentanti di trentaquattro università si sono incontrati a Chicago, a ottobre
dell'anno scorso, e hanno dato vita ad un consorzio per realizzare il progetto. L'idea è
stata accolta con entusiasmo e da allora più di centodieci università e centri di
ricerca hanno aderito, tra cui istituzioni governative importanti come il Dipartimento per
l'Energia e la National Science Foundation. Anche la Casa Bianca è intervenuta: a
febbraio Clinton ha incaricato l'amministrazione di sostenere con dei finanziamenti il
progetto Internet 2.
Ma vediamo esattamente di che cosa si tratta.
Il primo passo per creare la super rete sarà collegare tra loro i membri del consorzio
con linee di trasmissione da 100 a 1.000 volte più veloci di quelle usate oggi. Il
traffico dei dati sarà gestito dai Gigapop, che sono computer capaci di smistare diverse
migliaia di Mega bit al secondo.
Ma c'è di più. Sulla rete tradizionale, tutti i dati sono uguali e nessuno ha diritto
alla precedenza di transito. Su Internet 2, invece, alcune applicazioni avranno la
precedenza sulle altre. Per esempio le videoconferenze o il controllo di strumenti a
distanza.
I nuovi collegamenti dovrebbero essere attivi entro l'anno 2000.
I sostenitori di Internet 2 assicurano che la nuova rete riuscirà ad annullare i
confini dello spazio. Ricercatori sparsi in tutto il paese potranno lavorare allo stesso
esperimento come se fossero gomito a gomito in un laboratorio, usando collegamenti audio e
video e le tecniche della realtà virtuale.
Gli studenti potranno seguire lezioni che si tengono a migliaia di chilometri di
distanza, parlare con i professori e consultare biblioteche digitali. Sarà un passo
avanti anche per la telemedicina. Un medico potrà chiedere il parere di un collega e
fargli avere in pochi secondi le radiografie del paziente o addirittura immagini
tridimensionali dei suoi organi elaborate dal computer.
Non è fantascienza, è già realtà: all'inizio di ottobre un gruppo di ricercatori
dell'Università di Pittsburgh ha trasmesso a Washington l'immagine tridimensionale di un
cervello, per dimostrare la potenza dei nuovi collegamenti ad alta velocità.
Gli esperti della National Science Foundation guardano al futuro:
prevedono che tra qualche anno i medici potranno visitare i pazienti a distanza e i
chirurghi potranno, in teoria, operare a distanza. Cioè, potranno guidare i movimenti di
bisturi e sonde all'interno del corpo del paziente attraverso Internet e seguire
l'operazione sullo schermo del loro computer.
I calcolatori usati per fare ricerca nelle università elaborano enormi quantità di
dati in pochissimo tempo. Spesso, due o più macchine lavorano allo stesso problema e
hanno bisogno di scambiare dati.
Già oggi, diversi centri di ricerca in America collegano i loro computer attraverso
Internet, per risolvere complessi problemi di crittografia.
Se il collegamento tra i computer è lento, la loro potenza di calcolo è sprecata.
La rete veloce permetterà di collegare tra loro i migliori calcolatori del paese,
anche se sono lontani migliaia di chilometri. Metteranno in comune la loro potenza di
calcolo lavorando in parallelo e impiegheranno meno tempo per ottenere il risultato.
Ovviamente, non basteranno un modem, un telefono e un server per collegarsi a Internet
2. Solo i centri di ricerca che hanno aderito al consorzio e quelli che lo faranno in
futuro avranno accesso ai collegamenti ad alta velocità. Altrimenti, anche la nuova rete
in poco tempo sarebbe ingolfata di traffico e rallentata.
Per di più, su Internet 2 viaggeranno solo dati riservati alle applicazioni speciali,
che non possono essere letti da chiunque, ma hanno bisogno di particolari interfacce per
essere utilizzati, come i caschi per la realtà virtuale o strumenti di laboratorio
collegati direttamente in rete.
Per navigare nel World Wide Web e inviare messaggi di posta elettronica, anche i
ricercatori continueranno a usare la buona vecchia Internet.
La nuova rete sarà soprattutto un banco di prova per sperimentare le tecnologie del
futuro. Diverse case produttrici di software e di hardware hanno offerto il loro aiuto
alle università americane proprio per avere l'opportuntà di sperimentare nuovi prodotti. |