Dalla TV alla rete RAI Educational

Approfondimento del 27 novembre 1997

Il computer e le scuole

di Enrico Ferrari


"Voglio vedere il giorno in cui i computer saranno parte integrante delle aule, al pari delle lavagne":

con questa frase ad effetto Bill Clinton lanciò durante la sua campagna elettorale il progetto di fornire tutte le scuole americane di un accesso ad Internet. Ed in Italia, invece, le cose come stanno? Riusciremo ad importare il progetto americano?

Il Ministero della Pubblica Istruzione italiana ha lanciato quest'anno un progetto che sembrerebbe faraonico: mille miliardi da utilizzare in tre anni per far sì che ogni istituto di ordine e grado sia dotato di computer ed accesso ad Internet. Un progetto ambizioso e lodevole, che prevede accordi con enti ed imprese, ma che però non sembra recepire appieno l'attuale rapporto che c'è tra la scuola italiana, la Rete e quello che fino ad adesso è stato fatto per unire i due mondi.

Europe Netd@ys 1997In Italia sembrano fioccare le iniziative di collegamento tra scuola ed Internet, ma purtroppo si riscontra una mancanza di coordinamento generale ed ancora una certa approssimazione che va superata per riuscire a centrare l'obiettivo di collegare tutte le scuole online. Un esempio pratico di quello che si è fatto e quello che deve ancora essere realizzato si è avuto a fine ottobre, in occasione di Netdays '97, una manifestazione dedicata ad Internet e scuole in tutta Europa.

Enea Netd@ysIl progetto aveva fra i suoi promotori l'Enea e prevedeva anche un kit di fornitura gratuita di Internet alle scuole che ne avrebbero fatto richiesta. Era stato previsto una chat durante le giornate della manifestazione, attività culturali scientifiche on line, un giornale comune interattivo e la realizzazione di spazi per le scuole autogestiti dalle scuole stesse.

Alla manifestazione ha contribuito anche IBM, che ha da tempo messo in cantiere diversi progetti per la scuola. Durante NetDays, IBM ha proposto un gioco interattivo sul suo sito dedicato alla scuola: un nuovo elenco di istituti, collegati o meno, con un aggiornamento continuo e stimolato attraverso riconoscimenti "sul campo".

IBM Progetto ScuoleL'evento ha avuto una collaborazione d'eccezione in Vittorio Zucconi, il corrispondente di Repubblica che seguiva in Rete, per Repubblica.it. la manifestazione, fornendo sul sito del proprio giornale una cronaca delle giornate e dei chat avuti con le scuole collegate. Sembra soltanto che

"pochi coraggiosi si siano collegati in rete nel mare dell'indifferenza",

per dirla con le parole di Zucconi. Alla grande conversazione in linea fra le scuole italiane hanno partecipato pochi istituti, anche se entusiasti, ed il bilancio finale non è giudicato positivo.

Gioco presentata da IBM per Netd@ys 1997Il panorama emerso dalla manifestazione ripropone purtroppo antichi mali italiani: pochi e coraggiosi insegnanti che lottano contro l'indifferenza generale di coloro che reputano Internet ed il computer un pretesto per non studiare. Nei chat sono venute anche fuori le lamentele per le mancanze di fondi, veniva portato l'esempio della Università Statale di Milano, che ha una sala computer di soli 54 terminali a fronte di 20 mila iscritti.

European SchoolNetUn altro paradosso della informatizzazione "a macchia di leopardo" della scuola italiana è che nella stragrande maggioranza dei casi sono gli alunni che devono insegnare ai professori. E' il problema della formazione professionale, che deve portare alla realizzazione di professori che abbiano a disposizione non solo le aule con i computer, ma anche la capacità per utilizzarli.

Ma in realtà la penetrazione del computer anche fra gli studenti dell'Università è minore di quanto si pensi. Allora il problema è come affrontare la acculturazione informatica degli studenti e dei professori, senza fare eccessive distinzioni. A questo proposito, abbiamo sentito Clotilde Pontecorvo, psicopedagogista dell'Università di Roma.

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La situazione nella scuola italiana è quindi piena di speranze, ma è come un motore molto freddo, che funziona scoppiettando: manca ancora quello sforzo organizzativo necessario per mettere in moto tutta la macchina organizzativa. Noi torneremo ancora sull'argomento in futuro per documentare quelli che speriamo saranno i progressi fatti. torna a inizio pagina