Dalla TV alla rete RAI Educational

Approfondimento del 26 novembre 1997

Teletrasporto

a cura della redazione di www.galileonet.it esci da MediaMente


Locandina di un film della serie Star TrekViviamo nell'epoca della comunicazione. Il mondo assomiglia sempre più a quel grande "Villaggio Globale" in cui la possibilità di comunicare con grande rapidità ha modificato il nostro vecchio concetto di distanza. Ma comunicare significa solo trasmettere immagini o suoni e attraverso di loro idee e cultura? O può significare anche qualcosa di più?

Ecco il mezzo di trasporto preferito del Capitano Kirk e del Signor Spock: il teletrasporto. I fan di Star Trek lo conoscono bene. È comodissimo: basta premere un pulsante. Il viaggiatore svanisce e riappare qualche istante dopo nella stanza accanto o all'altro capo della galassia.

L'astronave EnterprisePensate a cosa potremmo fare con una tecnologia fantastica come questa. I viaggi in treno o in aereo sarebbero del tutto inutili. In pochi istanti potremmo spostarci da un capo all'altro della Terra, senza la stanchezza del viaggio, i ritardi e il fastidio dei bagagli. Oppure pensate all'esplorazione spaziale: potremmo mandare nello spazio sonde automatiche alla ricerca di pianeti abitabili e poi trasferire migliaia di coloni con tutta la loro attrezzatura.

Ma chi dice che il teletrasporto è solo fantascienza? È stato dimostrato che è fisicamente possibile dissolvere un corpo, trasmetterlo e poi ricostituirlo, anche a grandi distanze.

Il fisico Werner HeisembergInnanzi tutto, bisogna chiarire che cosa intendono gli scienziati per teletrasporto. Non è un trasferimento di materia. Quando il Capitano Kirk svanisce e riappare più in là, non è la sua materia che è stata trasferita, ma le informazioni su di lui.

Facciamo un esempio. Voglio che un mio amico abbia un tostapane, ma io non posso spedirlo. Allora smonto il tostapane per vedere come è fatto e lo spiego per telefono al mio amico. Lui ne costruisce uno uguale seguendo le mie istruzioni. A questo punto il mio tostapane non c'è più, perché l'ho smontato, mentre lui ne ha uno intero. E non c'è stato nessun passaggio di materia, solo di informazioni.

Ecco il principio che sta alla base del teletrasporto.

Attributi delle particelle subatomicheGli oggetti intorno a noi sono fatti di atomi. Gli atomi, poi, sono fatti di microscopiche particelle subatomiche. Ogni particella ha delle proprietà caratteristiche, come la posizione, la massa e l'energia. Se riuscissimo a "smontare" un oggetto e descrivere esattamente le proprietà di tutte le sue particelle, potremmo trasmettere queste informazioni via radio a qualunque distanza. Così, il destinatario potrebbe costruire una copia esatta dell'oggetto, particella per particella.

L'oggetto originale andrebbe distrutto nel procedimento e resterebbe solo la copia del destinatario. Ma c'è un'altra possibilità: potremmo registrare le informazioni e usarle per creare due o mille copie. È ovvio che stiamo parlando a livello teorico. La nostra tecnologia è ancora lontanissima da questi risultati.

Esperimento di comunicazione tra Alice e BobSfortunatamente, le leggi della meccanica quantistica ci impediscono di conoscere tutte le proprietà di una particella e quindi di descriverla al destinatario. Infatti, nel 1927, il fisico tedesco Werner Heisenberg ha stabilito il principio di indeterminazione: se riusciamo a misurare esattamente la posizione di un oggetto microscopico, non possiamo misurare la sua velocità. Viceversa, se misuriamo la sua velocità, non possiamo conoscere la sua esatta posizione.

Sembrerebbe un ostacolo insormontabile: niente informazioni, niente teletrasporto. Ma c'è una soluzione. Nel 1935, Albert Einstein ha scoperto che alcuni fenomeni fisici producono una coppia di fotoni "gemelli". I fotoni sono i corpuscoli elementari della luce. Tra i due gemelli c'è una specie di canale di comunicazione sempre aperto e attraverso questo canale si può teletrasportare una particella.

Ecco come funziona. Alice vuole trasmettere una particella a Bob. (Di solito, quando si parla di comunicazioni, si usano i nomi convenzionali Alice e Bob.) Allora Alice mette la particella a contatto con uno dei due fotoni e via radio spiega a Bob come ha fatto. La particella si distrugge. Dall'altra parte, Bob ha il secondo fotone. Ripete al contrario l'operazione di Alice e ottiene una copia esatta della particella. Non è necessario conoscere tutte le sue proprietà e trasmetterle, perché le informazioni passano da sole attraverso il canale tra i due fotoni.

fotoni.gif (6920 byte)C'è da dire che in questo modo il teletrasporto non è un mezzo istantaneo. Bob deve aspettare il messaggio radio di Alice prima di recuperare la particella. Le trasmissioni via radio, come qualunque altra forma di comunicazione, non possono superare la velocità della luce. Quindi, se Alice è sulla Terra e Bob è su Tau Ceti, a dodici anni luce di distanza, ci vorranno almeno dodici anni perché la particella arrivi a destinazione. Anche se un eventuale viaggiatore avrebbe la sensazione di arrivare in un attimo.

Nel 1993 un gruppo di scienziati di paesi diversi ha descritto la procedura e ha dimostrato che in teoria si può fare. Il 4 luglio scorso, l'esperimento è stato fatto per la prima volta, proprio qui in Italia, ed è riuscito. Francesco de Martini, un fisico dell'Università La Sapienza di Roma, ha teletrasportato una particella da una parte all'altra del suo laboratorio usando il sistema dei due fotoni gemelli.

Gruppo di ricercatori sul teletrasportoAlle mie spalle vedete la pagina web dell'Università di Montreal, in Canada, dove viene dato l'annuncio dell'esperimento riuscito. Diversi gruppi di ricerca lavorano al teletrasporto in tutto il mondo: in Italia, in Canada, in Inghilterra e anche i ricercatori dell'IBM negli Stati Uniti ci stanno lavorando. Per ora pensano solo alla possibilità di teletrasportare particelle elementari. La nostra tecnologia non ci permette certo di trasmettere un intero atomo o addirittura un oggetto fatto di più atomi.

Il teletrasporto è un argomento affascinante, che non riguarda solo la fisica, ma anche il concetto di identità. Io entro in un trasmettitore e vengo disintegrato. A migliaia di chilometri di distanza compare una mia copia esatta. La copia ha i miei ricordi ed è convinta di essere me. Ma sono veramente io?

puntate
torna a calendario
torna a tematiche
search

back

home page

Quanti sarebbero disposti a viaggiare con un mezzo che disintegra i passeggeri? torna a inizio pagina