Dalla TV alla rete RAI Educational

Inviati del 19 novembre 1997

Musei on-line

di Gino Roncaglia


Abbiamo parlato diverse volte, qui a Mediamente, di musei in rete, e abbiamo parlato anche più volte dell'uso della rete come strumento di creazione artistica, magari di creazione artistica collaborativa.

I siti di cui vorrei parlarvi oggi sono solo una piccola, minuscola selezione dei moltissimi siti Internet che uniscono questi due aspetti: l'aspetto della mostra, dell'esposizione, e quello del laboratorio creativo, una sorta di atelier sempre aperto e sempre visitabile, in cui spesso i visitatori possono collaborare all'opera degli artisti.

IAMFreeCominciamo da IAMfree, raggiungibile alla URL http://www.artnet.org/iamfree esci da MediaMente. Attraverso una serie continua e crescente di mostre - recita il manifesto programmatico del sito - IAMfree illustra la migliore arte contemporanea in una varietà di media: musica, arti visive, letteratura. Le opere d'arte sono presentate nella loro forma completa, possono essere scaricate dai visitatori sul proprio computer, e sono gratis.

I visitatori sono invitati non solo a visitare le esposizioni, ma a reagire alle opere esposte, e a proporne di proprie.

My grandparents died in 1989Ecco allora, ad esempio, 'Flat on my back', le foto scattate da Gregory Rubin, che si sdraia sul pavimento delle strade di New York e in questo modo si 'impone' ai passanti, dei quali fotografa le reazioni.

O "My grandparents died in 1989", i miei nonni sono morti nel 1989, una mostra-opera d'arte che arriva come un file da scaricare sul proprio computer; come vedete, questo permette di distribure attraverso Internet opere d'arte digitali di un livello visivo e di animazione ancora assai difficile da raggiungere attraverso semplici pagine del Web.

O ancora le foto in bianco e nero di Mark Johns, create proiettando diapositive su una serie di corpi di modelle e modelli

UnsoundUnsound è un sito giapponese che porta questo paradigma del museo-laboratorio ancora più avanti: l'apertura del sito è già una garanzia; ci accoglie infatti una citazione di Timothy Leary:

"Gil Kay mi ha appena mostrato la sua magnifica pagina interattiva, 'Unsound.' Essa permette agli utenti di costruire e decostruire suoni e immagini. E' una rivoluzione che ho sempre sperato di vedere. Realizza una meta-interattività, perché permette all'utente di esercitare la propria creatività con suoni e visioni, in tempo reale, interagendo con le capacità creative di altri."

Ecco, in un file video, il giudizio finale di Leary: "Great. This is the future".

Seeing is Not BelievingCome funziona Unsound? gli utenti trovano a loro disposizione due sezioni, la sezione 'Sound', sonora, e quella 'unsound', visiva. In ognuna di esse sono depositati frammenti di arte digitale: file sonori o immagini che ciascuno può scaricare. Ognuno, inoltre, può inserire propri frammenti in questa galleria. Qui stiamo andando nella sezione 'unsound', settore 'pop', a vedere qualcuna delle opere inserite.

SoundQuesti lavori però non restano inerti 'pezzi di museo', un museo in questo caso digitale. Al contrario, possono fondersi, ricombinarsi, sulla base delle decisioni dei visitatori del sito. Attraverso un apposito modulo, infatti, è possibile indicare quali frammenti sonori e visivi riunire, creando così dei filmati collaborativi. Vediamo il risultato: quello che state vedendo è attualmente il 'top one', con il video di Hajime Tachibana e il sonoro di Ken Ishii.Bene, quelli che abbiamo visto sono solo due esempi, ma indicano una tendenza chiara, che a ben pensare è il risultato di una caratteristica di base dell'informazione in formato digitale: la facilità con cui la si può distribuire, replicare e manipolare.

UnsoundL'opera d'arte, insomma, non è più solo nella fase della sua riproducibilità tecnica, ma anche in quella della sua manipolabilità digitale. Uno strumento come Internet è il medium ideale per sperimentare le possibilità aperte da questa strada. Ecco allora che i musei-laboratorio in rete, che presuppongono un visitatore attivo non solo intellettualmente ma anche artisticamente, un visitatore-collaboratore, tendono a moltiplicarsi. Naturalmente le esperienze di sperimentazione artistica sono parte di tutto il nostro secolo;Andy Warholma un'occhiata alle pagine in rete del Warhol Museum di Pittsburg basta a notare il cambiamento di prospettiva: le opere di uno dei massimi sperimentatori artistici del nostro secolo conservano tutta la loro forza di rottura, ma trasportate su Web sembrano paradossalmente appartenere a un'epoca passata, a una concezione dell'arte in cui, nonostante l'importanza dell'elemento di sperimentazione e il fortissimo influsso dei mezzi di comunicazione di massa, i ruoli dell'artista e dello spettatore sono ancora rigidi, e la distanza fra questi ruoli rimane notevole. L'arte in rete, anche se è certo troppo presto per fare bilanci, o anche solo per intravedere prospettive definite, sembra, almeno da questo punto di vista, aver preso una strada diversa.

puntate
torna a calendario
torna a tematiche
search

back

home page

torna a inizio pagina