Approfondimento del 27 ottobre 1997
La rete minacciosa
di Antonio Leonardi
La rete è il covo dei cattivi. Trafficanti di droga, pedofili e criminali elettronici
si nascondono tra le sue maglie pronti ad attaccare. Questo è quello che spesso si dice e
si scrive a proposito di Internet. Negli ultimi anni lo ha fatto a più riprese persino il
prestigioso New York Times. Ora c'è qualcuno che va al contrattacco. Sono gli
autori di Wired , la rivista
americana più alla moda in fatto di nuove tecnologie. "Cosa avranno fumato?" si
chiedono in un articolo comparso sul numero di settembre. E si riferiscono proprio ai
giornalisti del New York Times che, secondo Wired, scrivono probabilmente sotto l'effetto
di stupefacenti.
Ma vediamo
quali sono le tappe di una polemica aspra e destinata a durare. Ripercorriamo quella che Wired
ha definito la "cronologia della paura". Si comincia nel maggio del '94. Il New York Times titola: "Anarchia, una minaccia sulla frontiera
elettronica?" Qualche mese dopo torna sull'argomento con un articolo in cui si
analizzano i pericoli dell'anonimato di chi usa la rete. E' il febbraio '95 e dai timori
si passa ai fatti. Il quotidiano newyorkese riferisce di uno scrittore che è stato
arrestato per aver messo in rete un racconto troppo violento. Qualche giorno dopo entrano
in scena i pirati elettronici. Dimostrano quanto Internet sia vulnerabile. Ormai, come
scrive Peter Lewis il 22 febbraio, non c'è più sicurezza nel cyberspazio. Nel marzo '95
il New York Times si occupa degli hate groups, i gruppi d'odio. Anche
loro hanno scoperto la rete e la usano per lanciare minacce a tutto il mondo. Stesso mese
altro pericolo: nonostante tutti i provvedimenti adottati la pornografia elettronica gode
di ottima salute. Un po' di tregua fino all'estate. Poi a luglio Internet torna a fare
notizia con l'attacco dei cyberladri e assalti di altro genere. Il 2 agosto il New
York Times si accorge di un'altra minaccia: i guadagni che si possono realizzare
usando i nuovi media. Arriva l'autunno e il pericolo assume le sembianze di una svastica:
i neonazisti hanno conquistato Internet. Nel maggio '96 tornano di moda gli hacker e i
problemi della sicurezza. Poi all'inizio di quest'anno ci si preoccupa degli studenti:
usano la posta elettronica solo per scambiarsi pregiudizi. E l'e-mail può anche essere
alla base di incontri spiacevoli, come scrive nel suo articolo Michael Cooper. Il 12
giugno scorso l'ultimo affondo: spedire documenti personali via computer è vantaggioso
dal punto di vista economico ma può riservare brutte sorprese.
Cos'altro s'inventeranno pur di denigrare la rete? Sembrano chiedersi quelli di Wired.
E ribattono punto su punto ai colleghi
del New York Times. Cominciando dall'accusa che sia Internet a spingere i giovani
verso le droghe e i vizi in genere. Se è vero che esistono siti accondiscendenti verso
l'uso di stupefacenti, va anche detto, sottolineano da Wired, che le stesse
informazioni sono probabilmente più facili da trovare sotto casa, all'angolo della
strada.
Altri fantasmi che spesso sbucano dalla rete per posarsi sulle pagine dei giornali sono
gli hacker. Nemici invisibili di aziende e istituzioni, capaci di penetrare in qualsiasi
computer per appropriarsi di informazioni riservate o modificarle. Secondo gli esperti di Wired
il vero scandalo è nelle cifre che gli esperti di sicurezza informatica chiedono per
proteggere le banche dati. Qualcuno di loro arriva a guadagnare 200mila dollari in un
anno, quasi 350 milioni di lire.
Ricordate la setta di Wacko in Texas? I suoi adepti sono passati alla storia per aver
deciso di morire tra le fiamme, dopo aver resistito giorni e giorni all'assedio dell'Fbi.
Si disse che erano stati tutti plagiati dal loro capo. Perché allora, si chiedono gli
editorialisti del NY Times, mettere a disposizione di pazzi del genere un mezzo
come Internet con cui fare proseliti? La risposta di Wired è duplice. Al
contrario della televisione, sulla rete è molto più difficile imbattersi in messaggi che
non si vogliono ricevere. E poi Internet è democratica, forse caotica e contraddittoria
ma democratica. Anche la Corte Suprema degli Stati Uniti l'ha riconosciuto: "Chiunque
dispone di una linea telefonica", hanno scritto i giudici, "può diventare un
cittadino le cui voce risuona ovunque". E i rischi che ne derivano sono assai
inferiori ai vantaggi.
La rete facilita gli imbroglioni, anche quelli più giovani. Basta pensare, si legge
sulle colonne del Times, alla facilità con cui, grazie alla posta elettronica, gli
studenti universitari americani si scambiano i compiti d'esame. E' sempre successo,
replicano da Wired, anche se con altri mezzi. Non sarà certo la rete a
peggiorare le cose.
Punti di vista completamente diversi e difficilmente conciliabili. Da una parte chi
vede nella rete un surrogato degli inferi, dall'altra chi, forse sottovalutando il
problema, ritiene che Internet sia la più grande conquista dell'umanità. La disputa tra NY
Times e Wired non è comunque un caso isolato. L'abbiamo illustrata perché
rappresenta molto bene ciò che accade ovunque si stia diffondendo l'uso di Internet.
Anche in Europa e in Italia la rete è stata accolta con diffidenza. Spesso la si è
descritta come il luogo virtuale delle peggiori nefandezze. Pedofili, trafficanti e
truffatori sembrano essersi dati appuntamento su Internet. Persino quando, qualche mese
fa, due amichette erano scappate di casa si disse: "colpa delle rete telematica.
Qualcuno le ha adescate attraverso la posta elettronica".
Ovviamente non tutte le accuse sono infondate. La pornografia, per esempio, riempie
migliaia di pagine web ed è una delle attività on-line più redditizie. I siti x-rated
sono tra i pochi a pagamento. E nonostante questo il numero dei loro visitatori continua a
crescere.
Anche i pirati elettronici hanno le loro isole telematiche. Da cui combattono contro i
giganti del software, per esempio spiegando come usare un programma senza doverlo
acquistare. Altri consigli, meno salutari, si trovano sui siti che parlano di droghe. C'è
scritto come mescolare pasticche di ogni tipo per provare sensazioni indimenticabili. E
anche i santoni hanno deciso di usare Internet per rendere accessibile a tutti la
felicità. Insomma la stampa non ha tutti i torti quando dipinge a tinte fosche parte
della rete. C'è però l'impressione che Internet faccia notizia di per sé. E che
mescolata ad altri ingredienti come sesso, droga, sangue e morte crei una miscela
esplosiva a cui giornalisti e pubblico non sanno resistere. Basta notare l'enfasi che si
dà a certe notizie solo perché c'è di mezzo la rete telematica. |