Dalla TV alla rete RAI Educational

Inviati del 24 ottobre 1997

Videogiochi MAME

di Michele Alberico


Astrofighter Nel 1971 Nolan Bushnell un giovane ingegnere americano crea il primo videogame della storia: Pong un tennis tavolo elettronico per due giocatori. Due linee simulano le racchette e la palla è il quadratino bianco che al rimbalzo emette quel suono. Pong.

Da quel momento i videogame ne hanno fatta di strada sono entrati prima nelle sale giochi, le cosiddette arcade, nome che è rimasto ad indicare tutta la prima generazione di videogame, poi, grazie alle consolle, nelle case direttamente nei televisori delle famiglie.

Come scrive Francesco Carlà nel suo "Space Invaders" una sorta di breviario sulla storia del videogame pubblicato per i tipi della Castelvecchi:

"prima del 1971 nella televisione non era mai entrato nulla da quel momento in poi la storia cambia".

Ve la ricordate quella prima generazione di giochi elettronici?

Pinball ActionLa generazione di Pacman, ma anche di Frogger, di Galaga, Donkey Kong, Asteroids e naturalmente di Space Invaders? Si trattava di giochi dal vario tema narrativo accomunati da un unica cosa, essendo giochi da bar fatti per spillare quattrini dovevano durare poco e coinvolgere il giocatore in un'estenuante lotta di velocità e riflessi contro la macchina. Tre vite e eri out.

La cosa funzionò. A partire dalla fine degli anni settanta giovanissimi e meno giovani si accalcano attorno agli schermi per raccogliere le sfide di mille invasioni, per respingere gli assalti di mille avversari, per scampare ai pericoli di mille labirinti.

Una buona parte di quelle arcade passò direttamente su consolle ai tempi dell'ATARI e dell'Intellevision ma anche oggi quando le consolle sono diventate piattaforme grafiche di potenza inaudita, il fascino di quei giochi non è ancora trascorso.

Grazie al lavoro volontario di centinaia di appassionati sparsi per tutto il pianeta sono nati, con la complicità di Internet, vari network di arcadisti della prima ora che hanno deciso di preservare il codice informatico di quei giochi e renderlo ancora disponibile.

Il più noto di questi progetti, a scapito del nome, è di origine italiana si chiama MAME, Multiple Arcade Machine Emulator del quale questa è la pagina internet. MAME nasce grazie al lavoro certosino di Nicola Salmoria uno studente di matematica dell'Università di Siena. Abbiamo incontrato l'attuale coordinatore del progetto, Mirko Buffoni, e gli abbiamo chiesto di spiegarci in cosa consiste esattamente MAME e come funziona il lavoro al suo interno.

Ma i giochi di cui si sta parlando sono ancora sotto le leggi del copyright internazionale. Ci sono dei problemi legali nel gestire questo materiale?

VideopatiaEsistono, sparsi per la rete, altri progetti gemelli del MAME per piattaforme diverse come il MacMAME di Oliver Bradman per i computer Apple oppure MAME per sistemi Linux/Unix. Il lavoro è sempre svolto da gruppi di volontari che definire appassionati è poco.

Ma la rete ha molto da dire a proposito dei vecchi arcade. All'indirizzo http://www.videotopia.com esci da MediaMente viene presentata una mostra sulla vera storia dei videogiochi, anzi "un'esposizione itinerante sulla storia del primo media interattivo della razza umana" come recita l'intestazione. L'esposizione viene allestita e gestita dalla Electronic Concervacy un'organizzazione dedicata alla preservazione di materiali e informazioni sulla storia dei medium legati all'elettronica.

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L'accavallarsi di queste iniziative è indice di qualcosa. A cosa sia legato il fascino di questi giochi è difficile spiegarlo alcuni sostengono che sia l'immediatezza e la semplicità del prodotto a renderlo tanto popolare altri che sia il mondo di ricordi e sensazioni che questi giochi rievocano, fatto sta che ci troviamo di fronte a un fatto relativamente nuovo, un movimento nostalgico che coinvolge persone che rimpiangono il passato già a poco più di 20 anni. torna a inizio pagina