Approfondimento del 24 ottobre 1997
Luther Blissett
di Enrico Ferrari
"Io sono Luther Blissett. Io mi rifiuto di essere limitato da
qualunque nome. Io ho tutti i nomi e sono tutte le cose. Incoraggio tutti i gruppi pop ad
usare questo nome. Io cerco l'illuminazione attraverso la confusione. Io prospero sul
caos. Io respingo il concetto di copyright. Prendi quello che puoi usare. Demolisci la
cultura seria".
Questo
che abbiamo appena letto è il manifesto programmatico di Luther Blissett, uno dei più
enigmatici personaggi culturali, o meglio controculturali, degli ultimi anni. Figlio dei
mass media moderni e ad essi dichiaratamente nemico, Luther Blissett in realtà non è una
persona, non esiste come individuo. Una delle definizioni che si è dato è quella di
co-individuo, una entità cioè composta da centinaia di persone che in Italia e
all'estero usano il suo nome per performance artistiche particolari, e soprattutto per
incredibili beffe ai danni dei media tradizionali. Il nome deriva forse da un ex
calciatore del Milan, un po' bufala anche lui, ma con Blissett nulla è certo e tutto è
il contrario di tutto. Anche la foto che vedete qui non è di una persona reale, ma frutto
probabilmente di ritocchi di varie immagini, per creare il viso di un individuo che nella
realtà non esiste.
Luther Blissett balza agli onori della cronaca nazionale, come si suol dire, nel 1996,
confezionando un falso video su presunte messe sataniche nel viterbese. La beffa è essa
stessa diabolicamente perfetta, concepita come un film di Hitchock, dura mesi e mesi,
coinvolge giornali e tv locali e culmina con l'invio di un filmato dove si vedrebbe una
messa nera con sacrificio finale umano. Invece è tutto falso, la cassetta completa,
inviata naturalmente dallo stesso Blissett ai media, svela che il rito satanico è in
realtà una sceneggiata, con tanto di tarantella finale ad opera della supposta vittima.
Altri
bidoni hanno coinvolto la trasmissione "Chi l'ha visto?", sguinzagliata alla
ricerca della scomparsa di un presunto artista-illusionista inglese. E ancora, alla
biennale di Venezia del 1995, giornali e riviste si sono lanciati alla ricerca della
scimmia pittrice, data come appuntamento clou della manifestazione, peccato che la scimmia
si chiamasse Lootha. Il Resto Del Carlino lo scorso anno ha dato ampio risalto alla storia
di una prostituta sieropositiva che bucava i preservativi dei suoi clienti, pubblicandone
solo le iniziali: L.B. Blissett lascia sempre un marchio, un codice, una sigla, qualche
cosa che possa far capire al beffato di essere stato vittima di uno scherzo. Un falso
testo del guru telematico Hakim Bey ha tratto in inganno numerosi critici, presi in giro
da Blissett che citava un tale professor Mortais Lee, che letto al contrario suona come
"li' mortè", una colorita espressione romanesca.
Un clamoroso bidone ha avuto per vittima
addirittura la Mondadori: lo scrittore Giuseppe Genna è stato convinto via e-mail di aver
ricevuto un testo di controcultura particolarmente importante. Pubblicato il libro,
Mondadori e i giornali ricevono il consueto dossier da Blissett: il testo non è altro che
spazzatura telematica, una bufala insomma, il libro viene stroncato, Genna e Mondadori
dileggiati e tutta la storia appare naturalmente su Internet sui siti dedicati a Blissett.
Luther Blissett è uno, nessuno centomila; per dirla con il suo manifesto, tutti
possono essere Luther, basta assumerne il nome, fare qualche cosa che non sia
riconducibile ad un solo individuo. La negazione dell'identità insieme alla confusione
generata nei mass media è l'obiettivo di Luther, che si alimenta con i riti e le paure
quotidiane, AIDS, violenza, solitudine. La sua esistenza è come una leggenda
metropolitana, incerta e senza origine e con le leggende si mescola e si confonde.
Prospera e fa proseliti su Internet :la Rete è infatti il luogo ideale per un individuo
multiplo senza una identità, che assume di volta in volta la personalità di chi lo
adotta. Sentiamo a questo proposito un intervento del nostro consulente telematico Bifo,
che ragiona sulla non-identità e sulla informazione in Rete.
Blissett si può ricondurre al movimento neoista e al plagiarismo: copiare ed
usare le parole degli altri è un diritto-dovere, le idee non sono proprietà di nessuno.
Allo stesso movimento, ma con forme diverse, appartiene Karen Eliot, un'altra co-identità
o identità multipla. Non è mai nata ma esiste, dietro la sua identità si può celare
chiunque, il concetto di responsabilità individuale viene negato. Karen, di cui qui
vedete l'inquietante home page, è un'altra importante identità multipla di grande
importanza per il movimento neoista: nata prima di Blissett, ne anticipa i modi, anche se
i suoi obiettivi sono più dichiaratamente anti artisti e più definiti.
Luther Blissett si è confrontato con la realtà quotidiana in un'aula di tribunale per
banali questioni urbane. Gli eventi psicogeografici sono manifestazioni che coinvolgono
diverse persone che si muovono all'interno della città comunicando per radio, cellulare e
anche citifono: durante uno di questi happening i
partecipanti sono convenuti su un autobus, per festeggiare con pasticcini e bibite .Agli
allibiti controllori hanno però dichiarato di essere una sola persona, Luther Blissett, e
di dover pagare un solo biglietto. I poliziotti chiamati dai controllori non hanno
apprezzato lo spirito della manifestazione, denunciando tutti ed creando su Internet un
dibattito noto come "processo a Luther Blissett".
Da un lato i partecipanti al "bus neoista", senza identità e personalità
univoca; dall'altro la giustizia ordinaria, basata sui fatti certificabili, sulle
responsabilità da accertare. Non c'è dubbio che, indipendentemente dal vincitore,è un
processo culturalmente interessante e che crea non poche polemiche e difficoltà anche
pratiche, ma d'altra parte il manifesto finale di Luther Blisset recita:
"se la vita fosse semplice non ci darebbe nessun piacere".
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