Approfondimento del 23 ottobre 1997
Il giornalismo telematico
Ecco come lavoravano i giornalisti fino a qualche anno fa. Ore
passate sulla strada a raccogliere notizie e poi via alla macchina per scrivere per
mettere tutto nero su bianco. A chi voleva intraprendere la professione del reporter si
diceva: "Occhio, dovrai consumare molti block notes e molte paia di scarpe". Gli
aspiranti giornalisti di oggi probabilmente si sentono dire invece: "Dovrai passare
molte ore davanti a un computer".
Già, perché la rivoluzione telematica di questi anni ha cambiato il modo in cui si
fanno i giornali. E anche il modo di leggerli. Tanto da far sorgere il dubbio che i
giornali, così come li conosciamo, siano destinati all'estinzione. Ma potrà davvero
accadere? Finiremo per rinunciare al tradizionale quotidiano? Ci informeremo solo
attraverso il monitor di un computer?
Probabilmente no. Eppure l'informatica ha invaso le redazioni. Inizialmente i computer
sono stati usati come macchine per scrivere un po' più versatili. Poi sono diventati uno
strumento essenziale per la costruzione del giornale. Il giornalista non solo scrive il
pezzo, ma dalla sua postazione può anche, come si dice in gergo, metterlo in pagina,
Collocarlo nella parte di giornale in cui i lettori lo troveranno il giorno successivo.
Infine i computer sono diventati una finestra sul mondo, delle vere e proprie fonti di
informazione. Attraverso i monitor arrivano da tutto il mondo nelle redazioni centinaia di
notizie al giorno. Questa abbondanza da un lato ha facilitato il lavoro dei giornalisti,
dall'altro li pone spesso di fronte alla difficoltà di non poter verificare
l'attendibilità delle notizia. Quanto ci si può fidare di un resoconto arrivato via
computer?
Un interrogativo che si è fatto ancora più pressante con l'arrivo di Internet. In
pochi anni i siti dedicati all'informazione si sono moltiplicati. I giornalisti si trovano
di fronte a un serbatoio immenso di notizie. Hanno solo l'imbarazzo della scelta. E, come
nel caso delle agenzie, sono costretti a fidarsi non potendo verificare se ciò che è
rimbalzato da migliaia di chilometri di distanza attraverso la rete telematica è accaduto
davvero.
Per non affogare nel mare di notizie, e soprattutto in un mare di notizie false, c'è
un solo antidoto: scegliere con cura i siti di informazione. Esaminare il loro pedigree
scartando quelli di cui non ci si può fidare. Certo, in questo modo si riduce
drasticamente il numero di fonti che la rete mette a disposizione. Ma si evita di prendere
cantonate. E di divulgare, come se fossero notizie, pettegolezzi, o peggio ancora fatti
inventati dai tanti buontemponi che frequentano Internet. Forse ricorderete uno dei casi
più recenti: la foto, poi rivelatasi falsa, di lady Diana subito dopo l'incidente che le
è costato la vita.
Dunque "pochi ma buoni" potrebbe essere il motto di chi vuole sostituire le
pagine web al quotidiano. E non sono solo i giornalisti a intrufolarsi nella rete a caccia
di notizie. Sempre più persone si informano su cosa accade nel mondo accendendo il loro
personal computer piuttosto che andando in edicola. Per alcuni professionisti si è
trattato di una vera rivoluzione.
Grazie a Internet è possibile
consultare un autorevole quotidiano straniero senza dover attendere che venga trasportato
da un continente all'altro. I manager europei, per esempio, sfogliano le versioni
elettroniche del Wall Street Journal o del Washington Post nello stesso
istante in cui lo sfogliano i loro colleghi americani. Tuttavia l'informazione di qualità
che viaggia nella rete non è solo dedicata ad una elite. Anche per i lettori comuni c'è
l'imbarazzo della scelta, basta avere un po' di dimestichezza con la lingua inglese.
Ma come sono fatti questi giornali elettronici? In cosa si differenziano dai
tradizionali quotidiani che vogliono sostituire? Vediamo alcuni esempi.
Cominciamo dal sito de l'Unità, il primo quotidiano
italiano ad avere avuto una versione elettronica. All'indirizzo www.unita.it si trova una selezione degli articoli pubblicati dal
giornale cartaceo. Dunque una semplice trasposizione sulla rete di testi pensati per il
quotidiano. Il sito non ha le caratteristiche di interattività che dovrebbero
caratterizzare un prodotto editoriale su Internet. Ha però il merito di aver fatto da
battistrada e di aver permesso a molti italiani all'estero di essere aggiornati in tempo
reale sulle vicende del nostro paese.
Ben diversa la concezione dei siti allestiti dai colossi dell'informazione made in Usa.
La CNN per esempio mette
in rete notizie 24 ore su 24. E lo fa coprendo tutti i possibili argomenti: dalla politica
allo sport, dalla medicina alla tecnologia. La vocazione televisiva della Cnn traspare
anche dalle sue pagine web.
Spesso infatti gli articoli sono corredati da brevi filmati come quello che stiamo
vedendo. E chissà quali altre meraviglie multimediali potremmo ammirare se solo non ci
fosse la lentezza delle trasmissioni a fare da freno.
Un altro network televisivo che si è dedicato con
successo a Internet è l'NBC . L'ha fatto con
la collaborazione della Microsoft di Bill Gates e il connubio si sta rivelando azzeccato:
da una parte le competenze giornalistiche, dall'altra quelle telematiche. Anche in questo
caso tante notizie in tempo reale. E accanto a ogni notizia la lista dei siti da visitare
per saperne di più. Anche nel caso del MSNBC
brevi
filmati tradiscono le radici televisive della redazione che confeziona il notiziario.
Viene da chiedersi però se queste sovrapposizioni tra mezzi di informazione hanno un
senso. Se siti come quello della CNN finiscono per riproporre tutte le notizie trasmesse
dalla TV perché non guardare la televisione invece che navigare? Cosa aggiunge di
veramente nuovo la rete? Una possibile risposta è quella dell'editore americano Bloomberg.
Secondo Mr. Bloomberg l'informazione del futuro, quella che viaggerà sulla rete, sarà
specialistica. La televisione non può rivolgersi a ogni singolo utente, la rete sì.
Grazie a Internet, ciascuno di noi potrà costruirsi un notiziario fatto su misura, che
tenga conto degli interessi personali.
In realtà qualcosa del genere già accade. Il sito
di Yahoo , il famoso motore di ricerca, permette a ciascun
utente di progettare il proprio quotidiano. La politica vi annoia? Bene, potete eliminarla
e sostituirla con la pagina degli spettacoli o dello sport.
Dunque la rete sembra essere un mass media molto versatile, capace di insidiare da
vicino il ruolo di telegiornali e carta stampata. C'è però chi ritiene che i quotidiani
non corrono alcun rischio di estinzione. Un giornale lo si può leggere ovunque, in
autobus come per strada o seduti su un prato. E quando si smette lo si può piegare e
trasportare comodamente. Tutte cose difficili da fare, almeno per ora, con i giornali
elettronici. La dotazione minima per poterli consultare è costituita da un computer e una
linea telefonica. |