Puntata del 22 gennaio 1997
Dal passato al futuro
Gestione e conservazione dei beni culturali
Introduzione
Buonasera e benvenuti a MediaMente.
L'argomento di questa puntata è il rapporto tra beni culturali e artistici e nuove
tecnologie.
Si tratta di un rapporto, a dispetto delle apparenze, che ha già causato alcune
importanti conseguenze, e che è destinato ad avere in futuro sviluppi decisamente
interessanti
Le tecnologie informatiche infatti, si sono rivelate uno straordinario strumento di
supporto alla conservazione, allo studio ed alla diffusione del patrimonio artistico e
culturale.
Solo per fare alcuni esempi sparsi oggi è possibile visitare musei e mostre restando
comodamente seduti a casa, davanti al computer dotato di un lettore di dischi ottici o di
un collegamento ad Internet. Questo grazie agli ormai innumerevoli CD-ROM e siti Web
dedicati alla comunicazione artistica in generale, o alla illustrazione del contenuto dei
grandi (e piccoli) musei di tutto il mondo.
Oppure, grazie alla realtà virtuale, è possibile visitare ambienti architettonici e
monumenti del passato, debitamente ricostruiti dai computer. Luoghi e spazi altrimenti
invisibili, perché distrutti dal tempo, o inaccessibili a normali visitatori.
E ancora, il computer si dimostra di enorme aiuto nella cura e realizzazione del
restauro dei beni artistici.
Un panorama decisamente ricco ed interessante,
insomma, sul quale abbiamo chiesto una opinione a Francesco Antinucci, studioso del CNR e
realizzatore con la Infobyte di alcune importanti iniziative nell'applicazione dei sistemi
di VR ai beni artistici.
Editoriale
I CD-Rom
Bene, cominciamo dunque la nostra esplorazione proprio dai CD-ROM dedicati all'arte. La
loro diffusione nel mercato multimediale è talmente estesa che si può parlare di un vero
e proprio fenomeno di massa. Malgrado la scarsa diffusione dei lettori, il settore della
editoria artistica ha trovato nei CD multimediali un enorme canale di diffusione, con una
discreta risposta del mercato.
I prodotti si sono dunque moltiplicati. A riprova dell'interesse che genera questo
mercato c'è la corsa alle acquisizioni di diritti per la riproduzione da parte di colossi
dell'informatica come la Microsoft. Bill Gates infatti si è assicurato le immagini di
grandi musei come l'Ermitage di Pietroburgo e la National Gallery di Londra. Di questa
ultima ha realizzato una ottima versione su CD, decisamente uno dei prodotti migliori sul
mercato...
La galleria Borghese
Ma nel settore della divulgazione multimediale dei beni artistici sono molto attive
anche molte aziende italiane. Questo che state vedendo ad esempio è la Galleria Borghese,
un bel CD realizzato dalla Infobyte che ha riscosso diversi premi. Le opere contenute in
questo importante museo romano sono state immesse in questa opera corredate di importanti
dati storici e critici. In questo modo dalla scheda di ciascun quadro è possibile
risalire ad informazioni sul resto dell'opera dell'autore, o alla sua provenienza. Sono
inoltre presenti dettagliate informazioni sul palazzo stesso e sulla sua storia.
Van Gogh e Caravaggio
Molto belli sono anche i CD realizzati da Giunti Multimedia e distribuiti nelle edicole
in collaborazione con Repubblica. Si tratta di un interessante esperimento editoriale,
visti i prezzi veramente ridotti di queste opere monografiche. E a stare alle
dichiarazioni dell'editore ha avuto un successo di mercato decisamente elevato. Ogni
monografia è dedicata ad un autore, e contiene la riproduzione digitale dell'opera
completa, affiancata da centinaia di pagine di saggi e contributi critici. Fino ad ora
sono stai realizzate le monografie dedicate a Van Gogh, Gauguin Botticelli e Caravaggio.
Ma l'iniziativa prevede una nuova uscita ogni due mesi. Insomma, un candidato alla
successione nell'era del multimedia ai famosi Classici dell'arte Rizzoli, che sono
presenti nelle case di tutti gli amanti dell'arte.
Ancient Cities
Ma le tecnologie multimediali non si prestano solo alla divulgazione artistica. Questo
CD che stiamo vedendo infatti, realizzato da Scientific American e Sumeria, propone una
esplorazione interattiva di quattro grandi città e civiltà del passato : Creta, Petra
Pompei e l'azteca Teotihuacan. Ci sono foto e video realizzati negli scavi, compresi
quelli più recenti, e gli articoli originali ad essi dedicati apparsi sulla prestigiosa
rivista americana. Inoltre attraverso mappe digitali interattive è possibile conoscere la
struttura di queste antiche metropoli, ed individuare i siti dei resti attuali. Come
abbiamo visto le tecnologie multimediali si prestano in modo particolare alla divulgazione
di campi come la storia dell'arte e l'archeologia. Da una parte permettono a chiunque di
visitare luoghi o di godere di opere senza spostarsi dalla scrivania di lavoro o di
studio. Dall'altra la interattività e la struttura ipertestuale di questi prodotti aiuta
il fruitore a contestualizzare ogni opera nel suo contesto storico, culturale e persino
ambientale.
Naturalmente la fruizione dell'arte attraverso il mezzo informatico ha anche degli
evidenti limiti: è una pura simulazione, e dunque è una fruizione depotenziata, come ci
fa notare il critico d'arte Achille Bonito Oliva.
Sicuramente la virtualità assicurata dal mezzo può anche dilatare e capovolgere il
concetto di museo fino adesso referente di un luogo fisico, di un contenitore materiale in
cui si depositavano le tracce ed i capolavori dell'arte e che comportava il bisogno di un
trasferimento, di un viaggio, come andare a Lourdes; vedere la Madonna significava andare
a toccare la qualità dell'opera mettendosi in fila nei musei.
Ora questa fila viene superata, ribaltata nella solitudine del rapporto col computer da
parte di un qualsiasi soggetto che con un uso digitale può portare dentro casa propria
questo museo virtuale. Se da una parte quindi arriva l'informazione, nasce un problema;
senza dubbio la contemplazione è dimezzata, è come se l'opera perdesse un concetto
globale ed assumesse solo le vesti del fantasma. È come quei matrimoni dell'emigrante in
Australia che si sposava con la fotografia della fidanzata che veniva dall'Italia, si
sposava prima ancora di incontrarsi (matrimoni per procura), prima di vedere e di toccare
il corpo della propria fidanzata. Tutto questo creerebbe, in qualche modo, anche un
rapporto un po' perverso; accontentarsi di ciò che l'occhio vede, percepisce e sospetta,
invece del corpo a corpo, del contatto, della frontalità che il rapporto dell'arte può
dare a chi la contempla.
Mi viene in mente un libro straordinario di Bioy Casares che si chiama
"l'invenzione di Morel" che narra di un fuggiasco inseguito dalla polizia, vive
in un'isola, si nasconde nei cespugli di un palazzo, comincia a sospettare della vita che
ha intorno ed a guardare di nascosto ciò che avviene davanti al cespuglio; la vita in un
palazzo fatta di climi notturni e diurni, di feste, di baci, di abbracci, di urla, e ogni
volta il fuggiasco si avvicina sempre più al palazzo, assiste a delle scene ed a un certo
punto si accorge improvvisamente che malgrado abbia fatto dei passi pericolosi perché si
è avvicinato troppo a queste persone, queste persone non lo percepiscono, eppure lui si
sente di carne ed ossa, man mano incuriosito entra nel palazzo e vede che nessuno lo nota,
scende nelle cantine e si accorge che la vita soprastante, gli incontri e scontri diurni e
notturni del palazzo sono frutto del movimento di una macchina mossa al ritmo delle maree
del mare.
Quindi "l'invenzione di Morel" è un'invenzione di una vita che si prolunga
nel tempo dopo la morte dei suoi protagonisti. Ecco, non vorrei che "l'invenzione di
Morel" diventasse il paradigma di un rapporto con l'arte fantasmatico, anoressico e
dunque teso verso l'entropia, verso la scomparsa e verso la morte.
Il Museo telematico
Insomma come sempre lati positiva ma anche possibili risvolti negativi. Fatto sta che
l'attrazione tra arte e cultura e nuove tecnologie, che abbiamo già visto molte forte nel
caso dei CD-ROM, ha trovato una vera e propria deflagrazione su Internet. I siti
realizzati da musei e gallerie, o in generale dedicati ad artisti e correnti sono ormai
centinaia. E ci sono anche i più importanti musei del Mondo. Naturalmente non tutte le
collezioni sono state messe sulla rete.
Infatti, come per i testi, anche le immagini sono sottoposte ad una legislazione di
tutela del copyright, che è peraltro una delle fonti di maggiori introiti da parte degli
stessi musei. D'altra arte non tutti i musei sulla rete sono di un sufficiente livello
qualitativo, anche dal punto di vista tecnico. Ma è innegabile che il futuro di questi
strumenti di comunicazione dell'arte e della cultura costituirà nel prossimo futuro uno
dei settori di maggiore rilievo nella comunicazione telematica. Intanto andiamo a fare una
visita nei musei telematici attuali...
Musei e gallerie su Internet
Cominciamo la nostra navigazione con i Musei Vaticani all'indirizzo http://www.christusrex.org , benché l'impostazione
grafica lasci molto a desiderare e la gestione dei contenuti non vada al di là della mera
classificazione delle opere a seconda della loro disposizione, la ricchezza di materiale
è tale da lasciare in ogni caso soddisfatti. Circa 1400 immagini di qualità poco più
che discreta divisi in 4 gallerie. Una sui musei vaticani veri e propri, una sulla
cappella sistina, una sulle stanze di Raffaello ed una sulla citta' del Vaticano.
La galleria degli Uffizi ha
un sito di qualità certamente superiore ma non ancora completo, siamo a 25 sale su 45 e
di queste non tutte le opere sono disponibili. Anche qui le informazioni sulle opere sono
scarsissime e certamente non tengono conto delle enormi potenzialità del mezzo. La cosa
sicuramente più interessante della versione web della galleria è la possibilità di
visitare virtualmente alcune delle sale. La ricostruzione è stata effettuata in quicktime
VR, non si tratta di una vera ricostruzione 3D ma di qualcosa che ci si avvicina molto.
Come state vedendo in questo momento.
Il sito del Louvre è
uno dei siti museali storici della rete. Ma qui il sito è semplicemente una macchina
pubblicitaria. Solletica la curiosità mostra qualcosa ma lascia intendere che c'è molto
di più. Le informazioni sulle opere sono ridotte all'osso e il tutto lascia in definitiva
assai poco soddisfatti.
Tutti i siti che abbiamo visto hanno il difetto di non essere nati su web né di essere
stati progettati in una logica web. Ce ne sono altri ad esempio il MOMA, il Metropolitan,
in Italia il museo di Capodimonte e si potrebbe continuare.
Il webmuseum, il sito che state vedendo
in questo momento è invece un museo nato solo nella rete. Ci presenta una collezione di
capolavori della pittura raccolti da fonti diverse in un'impianto veramente ipertestuale.
Cercate un quadro di Klimt o di Klee questo è il posto giusto per trovarlo:http://www.vol.it/wm .
Ricostruzioni virtuali
Un settore decisamente innovativo che apre grandi prospettive sia dal punto di vista
della divulgazione che della ricerca è la ricostruzione di siti architettonici attraverso
le tecnologie di realtà virtuale. I costi di queste operazioni sono decisamente alti e
per ora non permettono di effettuare delle applicazioni di massa. Ma gli esperimenti che
sono stati realizzati, sono senza dubbio interessanti. Infatti la possibilità di
esplorare percettivamente un ambiente ha una enorme funzione cognitiva.
Abbiamo chiesto a Sabatino Moscati grande archeologo e Accademico dei Lincei il suo
parere sulla funzione di questo tipo di ricerca e di applicazione delle tecnologie
nell'ambito al mondo della ricerca artistica ed archeologica.
La ricostruzione virtuale dei monumenti, diciamo, - che so io, è stato recentemente
ricostruito in modo molto efficace il Colosseo - ha naturalmente una funzione di
conoscenza, ma soprattutto una funzione didattica. Un conto è immaginare com'era un
monumento, un conto è vederlo. Anche qui la precisione è totale, perché esistono delle
corrispondenze tecniche tra le parti conservate e le parti decadute o scomparse e anche
qui esistono le narrazioni degli antichi storici o delle fonti letterarie. La funzione di
questa ricostruzione sta soprattutto nell'impressione, che cambia profondamente. Ho visto
recentemente delle ricostruzioni di monumenti romani e la mia impressione singolare - ma
vorrei riferirla - era quella di trovarmi all'E.U.R., cioè nel quartiere romano
dell'E.U.R., il tipo di costruzione, squadrata, con certi tipi di finestre, di spazi, di
vuoti e di pieni, riflette molto la natura della edilizia dell'antica Roma, mentre non la
riflettono per nulla i quartieri, che hanno avuto sviluppi attraverso il tempo. È di
un'efficacia straordinaria per l'insegnamento e anche di un'efficacia straordinaria per la
conoscenza in quanto il monumento può essere studiato nella sua totalità anche se è
conservato nella sua parzialità. Naturalmente secondo quanto se ne conserva. Non è
possibile per tutti i monumenti.
Le stanze di Raffello
Ma la realtà virtuale non trova applicazione solo nell'indagine intorno a spazi
intrinsecamente architettonici e monumentali. Infatti usando queste tecniche è anche
possibile studiare gli spazi virtuali di un quadro. Insomma, un specie di virtualità al
quadrato. È quanto ha fatto la Infobyte, una delle aziende leader nel settore, già
responsabile di progetti come la Tomba di Nefertari, la Basilica di Assisi e il Colosseo.
L'ultimo progetto che è stato realizzato infatti è una ricostruzione in realtà
virtuale dello spazio pittorico di un capolavoro di Raffaello, le Stanze. Siamo andati a
vedere come è stata realizzata questa importante sperimentazione.
Navigazione nei siti:
Restauro Galleria Colonna
Un ulteriore applicazione delle
tecnologie informatiche al campo dei beni culturali è nel settore specifico del restauro.
Il computer infatti si dimostra un prezioso supporto nella conduzione di interventi di
recupero di dipinti e monumenti.
Sono ormai moltissimi le operazioni di restauro che hanno utilizzato il computer per
studiare le condizioni di opere degradate, e che si giovano di strumenti di ricerca ed
analisi informatiche.
Un esempio tra gli altri è stato il restauro di dieci quadri della preziosa collezione
della Galleria Colonna. Da questo restauro è anche stato realizzato un CD-ROM, che
testimonia le varie fasi del lavoro, che testimoniano metodologie e tecniche seguite.
Abbiamo chiesto ad una delle responsabili di questo delicato intervento, Debora Papetti,
diplomata al prestigioso Istituto Centrale per il Restauro di Roma, di indicarci quale è
stato il ruolo del computer nell'operazione.
Sì, diciamo utilizzare, dire "utilizzare il computer" è un po' un modo
improprio. Diciamo che il computer, in Galleria Colonna, è subentrato nel momento in cui
sono state adottate alcune tecniche specifiche di diagnostica, e quindi di indagine, nella
elaborazione dati. Quindi, diciamo, nella fase terminale di questo genere di operazioni,
che attualmente sono molto diffuse nel campo del restauro. È fondamentale quindi poter
riuscire ad operare, intervenire in fase preliminare con queste indagini che sono
prevalentemente di tipo non distruttivo, in quanto utilizzano, diciamo, la banda luminosa,
multispettrale. Quindi, potendo utilizzare anche raggi infrarossi, raggi ultravioletti, e
così via.
Diciamo il computer entra quindi, come dicevo prima, nell'ultima fase di analisi,
quando si trova a dover elaborare dei dati, quindi digitalizzarli, convertendo segnali
appunto "IR", elettrici, mediante un sensore opportuno, e poi quindi,
incamerando questi dati, rielaborandoli, e permettendo a noi restauratori, ed anche a
fisici e chimici e chi altri, insomma tutti gli scienziati, che entrano a far parte,
diciamo, di queste tecniche, di poter analizzare e di poter mettere insieme dei dati molto
importanti. Quindi appunto in Galleria Colonna, come in molti altri interventi di
restauro, si cerca di ampliare l'utilizzo di queste nuove tecniche, che permettono, punto
primo, di poter indagare e conoscere il manufatto e di poterlo fare in maniera non
distruttiva, quindi non utilizzando prelievi o quanto meno restringere il più possibile
il campo di queste indagini, che invece sono distruttive e sono peraltro molto puntuali. E
questo è un altro termine importante, da far capire, per spiegare come il computer può
entrare nel mondo del restauro. Quindi non solo permettendo una diagnosi che utilizza
tecniche di natura fisica poi, non distruttive, ma anche quelle di poter compiere delle
indagini di tipo scientifico, che un tempo erano puntuali, adesso possono essere più
estensive, anche in senso temporale e spaziale.
Conclusioni
Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione dunque, a differenza di come
potrebbe sembrare a prima vista, trovano nel campo della comunicazione artistica e
culturale una campo di applicazione veramente interessante e denso di prospettive.
L'evoluzione tecnologica nella sua corsa inarrestabile produce strumenti formidabili di
comunicazione. Ma in questa corsa ciò che rimane fuori sono i contenuti della
comunicazione. Che cosa fare di questa grande capacità di comunicare? Come impiegare i
potenti canali informativi? Che cosa far viaggiare nelle autostrade dell'informazione?
Come abbiamo visto in questa puntata il patrimonio artistico e culturale del passato
potrebbe diventare uno dei messaggi più rilevanti ed interessanti dei nuovi media.
Per paradosso, insomma, proprio questo patrimonio può diventare una delle più
profonde ragioni di essere dello sviluppo tecnologico del futuro. Se ne sono accorti anche
i grandi "padroni del vapore informatico", che si affrettano ad acquistare i
diritti di musei, archivi e biblioteche. |