Dalla TV alla rete RAI Educational

Puntata del 18 dicembre 1996

PubblicaMente
La pubblica amministrazione in Rete


Introduzione

Buonasera e benvenuti a MediaMente.

Quello che avete visto in apertura era l'inizio di una delle primissime trasmissioni di tribuna elettorale. Cosa c'entra con MediaMente? Ebbene, trasmissioni come Tribuna elettorale, Tribuna politica, Oggi al parlamento, hanno costituito fin dagli anni '60 dei tentativi di utilizzare quello che era allora un nuovo medium, la televisione, per avvicinare il cittadino all'attività non solo dei partiti, ma delle istituzioni. Tentativi, insomma, per ridurre la distanza fra rappresentanti e rappresentati, fra governanti e governati.

Si potrebbe discutere a lungo sul successo - e sull'insuccesso - di questi tentativi, della cui difficoltà lo stesso Scelba si mostrava, nel frammento che avete visto, abbastanza consapevole.

Quel che è certo, però, è che perché una democrazia funzioni, è vitale che la sfera delle istituzioni non sia percepita come un corpo separato, dai comportamenti incomprensibili e imprevedibili, ma come res publica, come cosa pubblica, con la quale sia possibile comunicare e interagire attraverso strumenti efficaci e accessibili a tutti. Una interazione che significa capacità di scegliere i propri rappresentanti in maniera consapevole e informata, capacità di controllarne e indirizzarne l'attività, e, più in generale, capacità di esercitare liberamente e responsabilmente i propri diritti di cittadino.

Belle parole, naturalmente - ma sappiamo tutti che la realtà è spesso assai diversa. E la televisione - mezzo di comunicazione prevalentemente verticale, dall'alto verso il basso - non rappresenta probabilmente la soluzione di questo problema.

Ma i computer, le reti telematiche, i nuovi media hanno forse caratteristiche diverse. Possono allora aiutare a superare la barriera fra cittadino e istituzioni? E come?

Sono proprio questi gli interrogativi che cercheremo di affrontare nella puntata di stasera di MediaMente.

Il Parlamento su Internet

Partiamo dall'istituzione rappresentativa per eccellenza, il Parlamento. La costituzione del nostro Paese - come quella di ogni democrazia parlamentare - assegna alle camere un ruolo fondamentale. Deputati e senatori sono eletti direttamente dal popolo - ed evidentemente in questo caso il contatto fra eletti ed elettori è particolarmente importante, ed è essenziale poter essere informati sul modo in cui chi abbiamo eletto esercita il proprio mandato.

Si è discusso a lungo sul modo di utilizzare radio e televisione per informare sull'attività parlamentare, e da qualche tempo notizie sul funzionamento del Parlamento sono trasmesse anche attraverso il televideo della RAI. Una novità - una grossa novità - in quest'ambito è proprio di questi giorni. Dal 15 dicembre, infatti, il Parlamento italiano è ufficialmente approdato su Internet.

Il sito del Parlamento

La Camera dei DeputatiEccone le pagine, in assoluta anteprima (Parlamento esci da MediaMente). L'iniziativa si deve al Senato esci da MediaMente, che si è dotato di un proprio server Internet.

Su di esso sono provvisoriamente ospitate anche le pagine della Camera esci da MediaMente, che si doterà di un server autonomo nel corso del 1997. L'avvio è comunque ancora sperimentale: Camera e Senato stanno per così dire 'prendendo le misure' del nuovo mezzo, e la velocità delle linee di connessione è ancora piuttosto limitata (questo spiega le lentezze che potrete incontrare negli orari 'di punta').

Come vedete, il Senato, accanto a una 'visita' al Palazzo, ha immesso in rete un gran numero di informazioni e notizie utili di vario genere - inclusi i resoconti aggiornati delle ultime sedute, una interessante versione ipertestuale della Costituzione, e un elenco completo dei senatori, con breve scheda biografica - ecco quella del Presidente Nicola Mancino. La struttura è interamente ipertestuale: eccoci ad esempio, dalla scheda di Mancino, ai dati elettorali del suo collegio.

Le pagine immesse dalla Camera hanno come vedete una struttura abbastanza simile. Anche qui, dopo un messaggio del Presidente, possiamo optare per una visita a Palazzo Montecitorio, possiamo consultare documenti utili - fra gli altri il Regolamento della Camera e varie statistiche sull'attività legislativa - possiamo visualizzare le schede dei deputati.

Sia il Senato che la Camera consentono poi - ma solo agli utenti autorizzati - l'accesso diretto via Internet a un certo numero di basi di dati interne ed esterne.

Bene, abbiamo visto alcune pagine del sito del Parlamento, raggiungibile dal 15 dicembre all'indirizzo http://www.parlamento.it esci da MediaMente. E per introdurre i temi di questa puntata, e le nostre riflessioni sullo 'Stato on line', abbiamo pensato stasera di chiedere il nostro editoriale a un rappresentante particolarmente autorevole proprio dell'istituzione parlamentare. Si tratta del vicepresidente del Senato, Virginio Rognoni, che è stato uno dei promotori ed ha seguito particolarmente da vicino l'ingresso su Internet del Senato e, col Senato, della Camera dei Deputati.

Altri siti

Su Internet, naturalmente, non ci sono solo Camera e Senato. Diamo allora un'occhiata veloce ad alcuni esempi particolarmente significativi, all'interno di un panorama - quello delle istituzioni pubbliche e degli uffici della pubblica amministrazione presenti in rete - che per ora è ancora piuttosto limitato.

Il primo problema naturalmente è come trovare gli indirizzi che ci interessano. Potremmo usare uno dei soliti motori di ricerca - ma in questo caso vogliamo segnalarvi un indice complessivo di risorse politiche - istituzionali e non - assai completo e ben fatto, il political corner esci da MediaMente di Agorà. Come vedete, possiamo arrivare da una mappa mondiale alle singole regioni e ai singoli paesi. Per l'Italia si arriva a una mappa dei partiti - ormai quasi tutti - che dispongono di pagine Internet, oppure - ed è quello che ci interessa in questo momento - a questo elenco di risorse istituzionali a livello nazionale.

Ecco ad esempio il sito del Ministero degli affari Esteri esci da MediaMente, ospitata dall'ENEA. Tra le varie informazioni che ci troviamo vi sono indicazioni per gli stranieri in Italia, servizi per gli italiani all'estero, informazioni sui programmi culturali (incluse le borse di studio e i programmi di scambio) e una vasta raccolta di documenti e notizie varie, tra cui una raccolta di interventi del Ministro in varie occasioni ufficiali.

Il Murst esci da MediaMente, Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica, è uno dei pochi ad avere registrato un proprio nome di dominio: www.murst.it esci da MediaMente. Il sito è molto completo, anche se la scelta delle dimensioni delle pagine e dei frame non è delle più felici. La cosa interessante è che il Ministero mette a disposizione testi di provvedimenti legislativi - ecco ad esempio il disegno di legge sulla riforma dei concorsi universitari - sui quali sono sollecitati l'intervento critico e i suggerimenti dei cittadini: ecco il modulo da riempire al riguardo. Si tratta di un esempio isolato, ma estremamente meritorio, una strada che sicuramente dovrebbe essere seguita.

Fisco Net esci da MediaMente è il sito ufficiale del Ministero delle Finanze: molto visitato (ha superato i centomila accessi) comprende il testo delle principali leggi e disposizioni fiscali, inclusi documenti di istruzione e moduli che possono essere scaricati sul proprio computer. Queste, ad esempio, sono le immagini purtroppo familiari del modello 740. Il momento in cui la dichiarazione dei redditi potrà essere preparata e inviata direttamente via Internet non appare troppo lontano.

Uno sguardo, per finire, al Ministero della pubblica istruzione esci da MediaMente, che permette di consultare in maniera interattiva un elenco completo delle commissioni di maturità; un servizio di questo tipo potrebbe senz'altro essere allargato, ad esempio, alle micidiali graduatorie degli insegnanti.

Cos'è l'autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione

A.I.P.A.Il compito di coordinare le scelte e le attività informatiche della pubblica amministrazione è affidato da un decreto legislativo del 1993 a un'apposita Autorità: L'AIPA esci da MediaMente, Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione.

L'AIPA esci da MediaMente deve promuovere, pianificare e controllare lo sviluppo dei sistemi informativi delle amministrazioni pubbliche facilitando la standardizzazione delle scelte, l'integrazione dei servizi e l'interconnessione delle basi di dati. Come è facile capire, questi obiettivi servono sia a migliorare l'efficienza, sia a evitare gli sprechi.

A questo proposito, un progetto di enorme rilievo è quello della rete unitaria della Pubblica amministrazione: un sistema informativo integrato, che permetterà alle singole amministrazioni da un lato di 'colloquiare' fra loro scambiandosi dati, dall'altro di presentarsi verso la collettività come un singolo soggetto che fornisce in maniera integrata dati e servizi.

Un obiettivo ambizioso, considerata la situazione attuale: amministrazioni diverse hanno fatto in questo campo scelte assai diverse, che sembrano spesso aver in comune solo una forte chiusura verso l'esterno e un forte accentramento interno. Cosa occorre fare, allora? L'abbiamo chiesto al prof. Guido Rei, Presidente dell'AIPA.

Problemi di linguaggio

I problemi di comunicazione fra Stato e cittadini non riguardano però unicamente la disponibilità o meno di strumenti di interazione adeguati. Un problema ulteriore, ma non meno importante, è quello del linguaggio usato per comunicare. Il linguaggio burocratico usato dagli uffici pubblici, o il linguaggio complesso e spesso involuto usato nella scrittura delle leggi, sono tutti ostacoli a una comunicazione efficace. Ci siamo tutti chiesti più volte: ma perché la pubblica amministrazione e le istituzioni non parlano il nostro stesso linguaggio?

In alcuni casi, la necessità di essere precisi e dettagliati può rendere difficile usare un linguaggio 'facile' - dato che in effetti il nostro linguaggio di tutti i giorni tende spesso a essere vago e impreciso. Ma l'incapacità di comunicare con chiarezza e semplicità è in genere un limite reale dell'ufficio o dell'istituzione pubblica - un limite che sarebbe vitale riuscire a superare.

Proprio per questo, un gruppo di giuristi e linguisti provenienti da varie università italiane ha lavorato prima a un codice di stile indirizzato a tutte le pubbliche amministrazioni, e poi a un progetto finalizzato per la semplificazione del linguaggio amministrativo.

Un progetto che ha dato anche frutti informatici, rappresentati da un programma che si chiama "Errata Corrige - Pubblica amministrazione". Di cosa si tratta? Facciamocelo spiegare da Tullio De Mauro, fra i partecipanti 'di punta' del gruppo di lavoro.

Problemi di formazione

Abbiamo parlato, a proposito del rapporto fra cittadino e pubblica amministrazione, della necessità di disporre di canali adeguati di comunicazione e di interazione, e della necessità di trovare un linguaggio comune, più vicino a quello di tutti i giorni.

Evidentemente, per poter soddisfare queste necessità c'è un ulteriore problema da affrontare: quello della formazione. Formazione dei cittadini, che devono essere in grado di utilizzare in maniera efficace gli strumenti a loro disposizione per 'parlare' con chi li governa. E, soprattutto, formazione dei funzionari pubblici e dei governanti, che devono abituarsi a strumenti, modi di lavorare, e probabilmente anche a una mentalità nuova. Professor Rei, quali sono le esigenze di formazione individuate dall'Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione?

Problemi di partecipazione

La disponibilità di strumenti capaci di collegare in tempo reale il cittadino con le varie strutture pubbliche pone naturalmente una ulteriore categoria di problemi. Per brevità, possiamo indicarli in maniera complessiva come 'problemi di partecipazione'. Gli strumenti informatici e telematici - si dice spesso - possono contribuire a creare nuove forme di partecipazione alla gestione della cosa pubblica. Ma questo può avvenire in modi assai diversi, corrispondenti a diversi modelli di partecipazione popolare.

Ad esempio, il voto elettronico e il televoto potrebbero prefigurare una situazione di 'referendum permanente'. Ma se l'opinione pubblica continua a formarsi per lo più attraverso la televisione, in maniera volubile e fortemente influenzata dall'alto, la moltiplicazione delle occasioni di voto potrebbe aumentare i rischi di una politica populista e teleguidata.

D'altro canto la creazione di gruppi di consultazione che lavorino in tempo reale sulle stesse informazioni, ad esempio, di una commissione parlamentare impegnata ad approvare una legge, potrebbe fornire ai legislatori suggerimenti e indicazioni preziose. Tutto dipende, insomma, dai modelli di partecipazione che si vogliono realizzare.

La proposta arrivata a MediaMente

La televisione tende spesso a rendere passivo lo spettatore, ma possiamo dire con un certo orgoglio che gli spettatori di MediaMente - e non potrebbe essere altrimenti - sono spettatori molto attivi. La maggior parte delle comunicazioni ci arriva per posta elettronica, ma in questo caso abbiamo a che fare con una lettera tradizionale: il signor Gianluca Panelli ci ha infatti inviato questa proposta di riforma delle strutture statali, accompagnata da dettagliate spiegazioni.

Secondo il signor Panelli, tutta la comunicazione fra Stato e cittadini e all'interno delle varie strutture e amministrazioni dello Stato, e tutte le procedure di valutazione e deliberazione, possono avvenire per via telematica. Ogni cittadino dovrebbe acquistare, o affittare dallo Stato, il suo bravo terminale per collegarsi a questo vero e proprio 'Stato digitale'.

In un sistema di questo tipo acquista un ruolo vitale - possiamo anzi dire che, come appare dal diagramma, si tratta del vero centro del sistema - quello che il signor Panelli ha chiamato CSP, Comitato di Salute Pubblica, che avrebbe il compito di gestire la rete informatica nazionale e proteggerla da attentati informatici.

Francamente, la proposta nel suo insieme ci sembra per diversi aspetti criticabile - per fare solo un esempio, anche in un sistema in cui i cittadini potessero intervenire direttamente e in prima persona, sarebbe senz'altro pericoloso fare a meno di un organo di rappresentanza e mediazione come il Parlamento. In altre parole, la proposta del signor Panelli ha certo aspetti interessanti, ma mostra anche che la partecipazione diretta dei cittadini - per via telematica - alla cosa pubblica può anche conciliarsi con sistemi potenzialmente piuttosto autoritari.

Insomma: nella 'partecipazione elettronica' ci sono grandi possibilità, ma anche dei rischi non indifferenti. Quali sono, allora, le forme di partecipazione più adeguate alla comunicazione telematica - e quali invece quelle potenzialmente rischiose? Stefano Rodotà è uno dei giuristi italiani più attenti a queste tematiche.

Problemi di contenuto

Vediamo infine una quinta e ultima - ma certo non meno importante - categoria di problemi. Si tratta del problema dei contenuti: qual è l'informazione che può essere scambiata fra cittadino e amministrazione pubblica?

Alcune delle risposte a questa domanda sono forse abbastanza ovvie - sicuramente il cittadino vuole dallo Stato una serie di servizi - in primo luogo informazioni, ad esempio sulla normativa relativa a un particolare problema, o sulle posizioni assunte e sulle decisioni prese dai suoi rappresentanti. Ma vuole anche servizi più concreti, ad esempio certificati o licenze. E sicuramente il cittadino vuole trasmettere richieste e indicazioni - a cominciare dal proprio voto, per arrivare a suggerimenti, proteste, necessità.

Non dobbiamo pensare, però, che la comunicazione fra singolo e istituzioni debba essere per forza una specie di contrattazione, guidata da interessi prevalentemente materiali. Anche la cultura, ad esempio, può essere un contenuto di comunicazione di estrema importanza - tanto più in un paese, come l'Italia, che ha nei giacimenti culturali una delle proprie ricchezze principali. Molti giacimenti culturali, infatti, sono proprietà pubblica, e anche essere in grado di accedervi e di utilizzarli è un aspetto - non certo secondario - dell'interazione fra stato e cittadino.

Un esempio: il progetto FEA

Abbiamo quindi scelto di andare a vedere un po' più da vicino un esempio di uso dell'informatica che riguarda proprio una istituzione culturale. In questa puntata ci siamo già occupati a lungo del parlamento, e può essere interessante verificare come un'istituzione che siamo forse abituati a collegare solo alla stretta attualità politica, possa in realtà rappresentare anche una risorsa culturale di grande rilievo.

La Camera dei Deputati, infatti, conserva nel suo Archivio storico un gran numero di incarti preziosi, che documentano centocinquanta anni di storia parlamentare italiana, dal primo Parlamento sabaudo fino ai giorni nostri.

E proprio l'Archivio storico della Camera ha avviato un programma di informatizzazione che è fra i più avanzati del settore. Abbiamo chiesto alla dottoressa Barbara Cartocci, Sovrintendente dell'Archivio, di parlarcene.

  • Intervista Barbara Cartocci
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Conclusioni

Bene, nella puntata di questa sera abbiamo percorso un tragitto certo parziale, ma speriamo comunque interessante e ricco di spunti di riflessione, all'interno della complessa realtà dello 'Stato on-line', dell'uso degli strumenti informatici e telematici da parte delle istituzioni pubbliche e della pubblica amministrazione. Come avete visto, le iniziative avviate sono molte, anche se sicuramente quelle che aspettano di essere avviate sono molte di più. Cosa dire in conclusione? Che probabilmente anche i modi - e i contenuti - della comunicazione fra Stato e cittadini si avviano, anche se faticosamente, a cambiare volto. E che questo cambiamento non è necessariamente una pura evoluzione tecnologica: possono essere percorse strade diverse, e le scelte che facciamo possono condizionare profondamente le stesse strutture sociali e politiche in cui viviamo. Si tratta insomma di un settore da seguire con attenzione, e noi naturalmente continueremo a farlo, qui su MediaMente, nelle puntate serali, come questa, su RAI 1 a mezzanotte e mezza, e in quelle del mattino, su RAI 3, alle 11:50.

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