Puntata del 20 novembre 1996
Scambi
Economia in tempo reale
Prima di cominciare la puntata di oggi, una notizia sensazionale: MediaMente va in
borsa. Abbiamo deciso di far quotare la nostra trasmissione, naturalmente completa di sito
Web. Dove? Abbiamo puntato al massimo: presso la borsa di New York. Ma non preoccupatevi,
per comprare le nostre azioni non servirà andare in America: basterà riempire un modulo
presente sulle nostre pagine Internet. Volete saperne di più? Allora non perdete questa
puntata di MediaMente!
Introduzione
Buonasera e benvenuti a MediaMente. No, non preoccupatevi, non siamo impazziti - e
almeno per adesso MediaMente non diventerà una società per azioni. La nostra apertura
era dunque uno scherzo? In effetti sì... ma non troppo. Il mondo del digitale e delle
nuove tecnologie della comunicazione, infatti, è ormai diventato un protagonista
essenziale - per alcuni addirittura *il* protagonista principale - dei mercati finanziari
internazionali. Sia perché nell'ultimo anno sono arrivate in borsa società come la
Netscape Corporation (http://www.netscape.com ),
nata attorno all'omonimo programma di navigazione, o Yahoo!(http://www.yahoo.com
),
la società costituita dai giovanissimi creatori del famoso indice di risorse in rete.
Sia, soprattutto, perché Internet stessa è diventata il terreno nel quale si svolgono
operazioni economiche, commerciali e finanziarie di tutti i tipi.
Ma... possiamo davvero dire che l'economia è ormai entrata nel ciberspazio? E in che
modo? Nella puntata di oggi, cercheremo di rispondere proprio a questi interrogativi.
Negli ultimi anni, si è parlato spesso della trasformazione di Internet in una sorta
di immenso 'cybermercato'. Lo si faceva pensando soprattutto all'acquisto di beni. World
Wide Web era visto così come una sorta di grande vetrina telematica, una specie di
catalogo 'Postal Market', con il vantaggio di poter raccogliere direttamente e
immediatamente gli ordini da parte dei clienti.
Si tratta in effetti di una linea di tendenza assolutamente reale, della quale abbiamo
parlato più volte. Ma i beni 'fisici' non sono certo l'unica cosa che può essere venduta
attraverso la rete: Internet infatti può essere usata anche per gli scambi finanziari, la
compravendita di azioni e di valuta, il brokeraggio, la creazione di banche in rete, la
vendita di servizi di analisi finanziaria. Anzi, dato che in questi casi ad essere
scambiati non sono oggetti fisici, ma informazione, l'uso della telematica risulta ancor
più conveniente e immediato.
D'altro canto, la stessa valuta utilizzata per pagare sia i beni che i servizi sembra
smaterializzarsi sempre più, trasformandosi in moneta elettronica.
Una evoluzione complessa, dunque, e con conseguenze di estremo rilievo: il concetto
stesso di ciò che si intende per 'mercato economico' potrebbe risultarne modificato. Su
questi temi, abbiamo affidato stasera il nostro editoriale a uno dei maggiori protagonisti
della politica economica e finanziaria del nostro paese: Mario Sarcinelli, presidente
della Banca Nazionale del Lavoro(http://www.bnl.it ).
Gli editoriali
Solo qualche anno fa la moneta elettronica, le banche in rete, e l'idea che un singolo
utente svolga da casa e in tempo reale operazioni bancarie e finanziarie, potevano
sembrare un sogno da visionari. Oggi sono realtà - o si avviano a diventarlo. Vediamo di
esaminarle un po' più da vicino. Da dove cominciare? Beh, un buon punto di partenza può
essere naturalmente la borsa.
Borsa in tempo reale
Siamo abituati a pensare alla borsa come a un luogo nel quale si rincorrono urla e
confusione, e che egualmente conserva un carattere un po' sacrale, una sorta di tempio
laico della finanza. Ma l'epoca delle grandi borse 'fisiche', delle 'grida', del 'parco
buoi' potrebbe essere vicino ala fine. Al suo posto? Gli anonimi, velocissimi,
smaterializzati scambi in rete. Andiamo a vedere.
Eccoci sul sito della Schwab(http://www.schwab.com ),
una delle principali società di brokeraggio su Internet. E vediamo come funziona
l'acquisto di azioni in rete. Abbiamo scelto l'opzione Trade, ed entriamo adesso in una
dimostrazione delle procedure di acquisto. Proviamo a comprare 100 azioni IBM(http://www.ibm.com ) al
prezzo di mercato. Potremmo anche indicare un acquisto subordinato a certe condizioni di
mercato, ad esempio la discesa del titolo al di sotto di un certo valore.
Ecco la conferma del nostro ordine - come vedete, una cifra di tutto rispetto.
Qui siamo su E-trade (http://www.etrade.com ),
assieme a Fidelity (http://www.fidelity.com )
uno dei maggiori concorrenti on-line di Schwab. Anche in questo caso, per acquistare
azioni si seguono più o meno le stesse procedure. Tanto per cambiare, stavolta abbiamo
acquistato azioni Netscape(http://www.netscape.com ).
Ci arricchiremo? Chissà. Certo è che come avete visto ormai per giocare in borsa
bastano un computer, un accesso a Internet, e l'apertura (anche con la carta di credito)
di un account presso una società di brokeraggio on line. Oltre, naturalmente, a un po' di
soldi da investire!
Questa breve navigazione ci lascia naturalmente molte curiosità: quali possono essere
le implicazioni, a livello di mercati finanziari, della possibilità di acquistare e
vendere direttamente azioni attraverso la rete? Quali sono gli sviluppi più recenti in
questo campo? L'abbiamo chiesto a Enrico Pucci, analista Internet specializzato proprio in
questo settore.
Il futuro della borsa
Quattro sembrano essere gli elementi essenziali della nuova realtà rappresentata dalle
transazioni finanziarie attraverso la rete.
- Il primo elemento da considerare è che la velocità e soprattutto la durata degli
investimenti e dei disinvestimenti potrà ridursi drasticamente. Potrò cercare di
sfruttare le fluttuazioni di mercato comprando ad esempio azioni IBM (http://www.ibm.com )
per venti minuti, per poi rivenderle e investire magari in azioni (http://www.microsoft.com ).
Di norma, non sarò io a occuparmi di scegliere i momenti migliori per comprare e per
vendere: lo farà per me un programma appositamente addestrato.
- Un secondo elemento da tener presente è che l'ammontare degli investimenti potrà
essere anche assai basso: potrò investire senza troppi problemi dieci o venti dollari.
Tutte le procedure di acquisto saranno infatti svolte a costi bassissimi direttamente via
computer, e non servirà pagare - a caro prezzo - intermediari 'umani'.
- Il terzo elemento che va sottolineato è quello della globalizzazione dei mercati
finanziari: potrò investire indifferentemente, a costi analoghi e seguendo le stesse
procedure, sulla borsa di New York come su quella di Tokio, a Milano come a Francoforte.
- Infine, un quarto elemento - collegato evidentemente ai precedenti - è rappresentato
dall'apertura diretta dei mercati ai singoli investitori, senza mediazioni - e
potenzialmente anche senza controlli. Ciascuno di noi, il singolo individuo, potrà
decidere come e quanto investire - potrà ad esempio speculare sul cambio delle monete -
autonomamente, da casa.
Sarà subito chiaro che queste prospettive non sono 'neutrali', non vanno considerate
in termini di mero progresso tecnico. Al contrario, pongono moltissimi problemi, di
estremo rilievo e di non facile soluzione. Problemi che tuttavia vanno in qualche modo
affrontati. Un esempio? Proprio la velocità degli scambi e l'accesso senza restrizioni
dei singoli individui al mercato finanziario sembra mettere in crisi il ruolo delle grandi
istituzioni nazionali e internazionali che avevano tradizionalmente la funzione di
controllare ed 'equilibrare' i mercati.
Abbiamo chiesto a Calvo Platero, giornalista del Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.it ),
qualche valutazione proprio su questi problemi. Con la rivoluzione rappresentata dalla
telematica e dalle reti, c'è una rivoluzione da fare nel modo di considerare i mercati
finanziari?
Le banche centrali e il controllo dei mercati finanziari
Abbiamo parlato diverse volte di agenti - i programmi che 'agiscono' per nostro conto
sulla rete - ad esempio svolgendo una ricerca, aggiornando degli archivi, interagendo
autonomamente con risorse e siti remoti.
Naturalmente il campo della finanza è un campo nel quale l'uso di agenti software
avrà probabilmente una particolare fortuna. Già adesso molti investimenti finanziari
sono controllati da programmi, in grado di reagire con mosse predeterminate (ad esempio
una decisione di acquisto o di vendita) al verificarsi di determinate condizioni. È una
tecnologia per certi versi rischiosa - ad esempio è già accaduto che cadute repentine
dei mercati fossero dovute all'azione combinata di programmi di questo tipo, che al
verificarsi di determinate condizioni ordinano tutti simultaneamente di vendere. Ma i
vantaggi offerti agli operatori dalla rapidità di azione degli agenti software
costituisce un vantaggio decisivo, a cui difficilmente si può ormai rinunciare.
Ma programmi 'agenti' - anche se il loro livello di sviluppo è ancora abbastanza
embrionale - iniziano ad essere a disposizione anche del navigatore occasionale di
Internet. Vediamo due esempi.
Navigazione: Agente Microsoft
Siamo sul sito della Microsoft (http://www.microsoft.com
),
che ha distribuito proprio in queste settimane il software necessario a controllare un
Agente Active X (http://www.microsoft.com/intdev/agent/
).
Di cosa si tratta? Vediamolo con un esempio.
Ci siamo collegati con una pagina che fa uso di questo software, ed ecco che con un
puff appare il nostro agente. Come vedete, ha la forma del genio della lampada di un film
di Walt Disney.
La pagina permette di ordinare una pizza, e l'agente - che in questo caso ha la
funzione del gestore della pizzeria - prende la nostra ordinazione.
Ordiniamo ad esempio una pizza un po' strana - una hawaiana con salmone.
Se avessimo un software di riconoscimento vocale, potremmo fare l'ordine anche via
microfono.
Per ora, il genio-agente che abbiamo a disposizione ha un compito soprattutto di
interfaccia - semplifica la nostra interazione con una pagina del Web. I compiti che
possiamo affidargli sono relativamente semplici: registrare la nostra ordinazione, e
calcolare l'importo che dobbiamo pagare.
Molti, pero', si aspettano nel prossimo futuro una notevole evoluzione di questa
tecnologia. Vediamo un esempio forse un po' meno spettacolare, ma potenzialmente
altrettanto interessante, di agente.
Navigazione: Pointcast
Quello che vedete è un agente di tipo un po' diverso. Si nasconde, pensate un po', in
uno screen saver. Cos'è uno screen saver? Molti di voi lo sapranno senz'altro: si tratta
del programma che genera quelle schermate spesso buffe e divertenti che si attivano
automaticamente quando il computer non viene usato per un po' di t'mpo.
In questo caso, lo screen saver è una componente del 'pacchetto' software prodotto da
Pointcast network(http://www.pointcast.com ), e
che può essere scaricato gratuitamente attraverso la rete. (ricordiamo che troverete i
relativi indirizzi, come tutti quelli che riguardano le nostre navigazioni, sul sito Web
di MediaMente. Qual è la funzione del programma
Pointcast? Andare, a intervalli predefiniti, a interrogare automaticamente su Internet una
serie di fornitori di informazione, sulla base di dettagliate preferenze che noi stessi
gli avremo fornito. Nei momenti di inattività del computer, queste informazioni vengono
visualizzate sullo schermo dallo screen saver.
Ecco quindi che notizie internazionali, dati di borsa, informazioni sull'andamento
economico delle società di nostro interesse, e anche le previsioni del tempo, scorrono,
come vedete, sullo schermo del nostro computer.
In questo modo, il programma Pointcast funziona in fondo da vero e proprio agente
software. E possiamo aspettarci che in futuro programmi di questo tipo possano svolgere
automaticamente per noi ricerche ancor più complesse e ancor più personalizzate.
Pagamenti in rete
Se ricordate, la pizza che abbiamo comprato nel sito Microsoft costa sedici dollari.
Come pagarla? Eccoci a uno dei problemi centrali delle transazioni economiche via
Internet, quello rappresentato dalle modalità di pagamento. Vediamo di approfondirlo.
Potremmo pensare di usare una carta di credito. Ormai, la trasmissione via Internet del
numero di una carta di credito è abbastanza sicura - è possibile infatti realizzare siti
che, attraverso l'uso di tecnologie di crittografazione dei dati, permettano uno scambio
di informazioni 'sicuro'. Netscape, ad esempio, ci segnala esplicitamente l'ingresso in
uno di questi siti: la piccola chiave in fondo al programma, normalmente spezzata, diventa
intera e su campo blu quando ci troviamo su un sito 'sicuro'. In questo caso, possiamo
fornire il numero della nostra carta di credito senza (quasi) alcun rischio.
Ma vale la pena usare la carta di credito per una spesa di 16 dollari? Ricordiamo che
ogni transazione con carta di credito ha un suo costo. Anche se questo costo è basso, su
cifre così piccole può iniziare a farsi sentire. E se anziché una pizza volessimo
acquistare - ad esempio per cento lire - il diritto di consultare una determinata pagina -
ad esempio una singola notizia di agenzia, l'uso della carta di credito finirebbe per
costarci di più del bene (in questo caso una informazione) che vogliamo acquistare.
Eppure, poter vendere in rete *molte* informazioni a basso prezzo è per alcuni tipi di
imprese - ad esempio per un giornale o una rivista in rete - qualcosa di quasi
indispensabile se si vogliono ricavare profitti da Internet.
In questi casi, la soluzione - e ne abbiamo già parlato più volte - può essere
rappresentata dalla moneta elettronica. Una delle voci che in questo periodo girano con
più insistenza in rete è che sia la Netscape sia la Microsoft si apprestino a introdurre
all'interno dei loro programmi di navigazione la possibilità di utilizzare la moneta
elettronica. Andiamo allora a dare un'occhiata a Digicash(http://www.digicash.com ),
uno dei sistemi di moneta elettronica dei quali si parla di più al momento.
Navigazione Internet e uso del client Digicash
Cos'è Digicash? Si tratta di una vera e propria impresa finanziaria, che ha come
obiettivo la creazione di un sistema di moneta elettronica (battezzato e-cash) per i
pagamenti telematici.
Per utilizzare e-cash, è necessario aprire un conto presso la First Virtual Bank(http://www.firstvirtual.com ) -
la banca in rete aperta dai creatori di Digicash - o presso una delle altre banche
elettroniche autorizzate a coniare questa particolare 'moneta' elettronica. La più famosa
di queste banche è la Mark Twain Bank(http://www.marktwain.com
),
che effettua già un servizio di 'conversione' di valuta reale in valuta elettronica.
Sorge già qui un primo, delicatissimo problema economico e giuridico: come sappiamo,
di norma a 'battere moneta' sono autorizzati soltanto gli istituti di emissione centrali.
La moneta elettronica è vera valuta? E in caso affermativo, come controllarne
l'emissione?
Per ora, e-cash funziona solo a livello sperimentale. Chi apre il conto, riceve un
'borsellino virtuale' come questo, nel quale è indicato di quanti 'cyberbucks', il
contante di rete, disponiamo. In realtà, ogni cyberbuck, ogni monetina, corrisponde a un
complesso codice software, crittografato con una chiave particolarmente complessa. La
crittografazione dei dati garantisce l'autenticità della moneta, e ha una funzione per
certi versi simile a quella della filigrana delle banconote: senza possederne la chiave,
è impossibile contraffarla.
Quando facciamo acquisti in rete, 'spendiamo' i nostri cyberbucks: il nostro software
comunica con quello del venditore, e controlla il trasferimento dei relativi codici,
interrogando anche la banca di emissione, per controllare che la valuta elettronica sia
autentica. Naturalmente, oltre a spendere possiamo anche incassare, ricevendo monetine
e-cash da altri utilizzatori del sistema.
Banche in rete: introduzione
La moneta elettronica non serve solo a pagare dei beni o dei servizi, ma prefigura una
situazione in cui il 'luogo' in cui utilizziamo, investiamo e conserviamo i nostri soldi
diventa il ciberspazio. Le banche in rete fanno parte di questo futuro. E le banche, che
nel corso dell'ultimo anno hanno iniziato ad affacciarsi sulla rete, iniziano ad
utilizzarne le risorse e le possibilità in maniera sempre più evoluta. Accanto ai siti
puramente pubblicitari, acquistano così spazio quelli che permettono un effettivo
utilizzo di Internet, ad esempio per controllare da casa lo stato del nostro conto
corrente o per effettuare operazioni. E anche le banche 'virtuali', nate su Internet e che
hanno contatto con i propri utenti solo attraverso Internet, iniziano ad essere qualcosa
di più di una curiosa sperimentazione.
Banche in rete: navigazione
Una ricerca attraverso Yahoo segnala 833 banche con siti Internet, e 11 banche che
operano completamente in rete. Per quanto riguarda l'Italia, un elenco assai completo è
dato dalla Banca di Credito di Trieste(http://www.bctkb.it
),
una piccola banca con un bellissimo sito Internet ma con grosse difficoltà finanziarie,
da poco posta in amministrazione controllata.
Finora, comunque, per la maggior parte delle banche italiane Internet resta solo una
vetrina - magari per pubblicizzare servizi di on-line telefonico, come nel caso della
Banca Commerciale Italiana(http://www.bci.it ) o
della Banca Passadore(http://www.passbanca.it ).
Un'eccezione di rilievo è la Cassa di Risparmio di Firenze(http://www.carifi.it ),
che ha avviato per prima un esperimento di home-banking via Internet. Un documento
'sicuro' - noterete forse in basso a sinistra la minuscola chiave intera su sfondo blu) ci
permette di introdurre un codice utente, e di effettuare poi alcune operazioni quali la
consultazione del nostro estratto conto. Servizi offerti da diverse altre banche
internazionali in rete - eccoci ad esempio sul sito della First National bank and Trusts(http://www.home.bankpc.com ),
con un esempio di estratto conto che arriva via Internet.
Quanto alle cosiddette 'banche virtuali', quelle nate in rete e per la rete, sono molte
di meno. Abbiamo già accennato alla First Virtual(http://www.firstvirtual.com
)
e alla Mark Twain Bank(http://www.marktwain.com ).
Quest'ultima accetta depositi in tutte le principali valute. Al momento, ad esempio, il
tasso di interesse su un deposito in lire si aggira sul 6%.
Overvoice su navigazione
Bene, abbiamo visto diversi aspetti del presente e del futuro 'finanziario' di
Internet. Vogliamo ragionarne un momento con Franco Berardi, uno dei consulenti che ci
aiutano a capire, al di là delle tecnologie e della scintillante 'facciata elettronica'
dei nuovi media, le implicazioni culturali e sociali della loro utilizzazione. Bifo,
abbiamo parlato di transazioni finanziarie in rete, di una situazione in cui
l'investimento in borsa sembra alla portata di chiunque, e caratterizzato da tempi
rapidissimi. Si usa spesso l'espressione 'giocare in borsa'. Attraverso la contrazione del
tempo e la dilatazione degli accessi propria della rete, questo gioco non rischia un po'
di trasformarsi in un gioco d'azzardo?
Il net gambling, l'azzardo di rete, è presente su Internet già da un paio d'anni - e
si sta sviluppando con enorme rapidità. Andiamo a dare un'occhiata alle ultime novità.
Virtual Vegas (http://www.virtualvegas.com ) è
stato uno dei primi casinò in rete, famoso per la prima slot machine realizzata
utilizzando le tecnologie di realtà virtuale. E come vedete i creatori di questo sito
hanno lavorato molto su grafica e tridimensionalità. Al posto della rudimentale slot
machine di qualche mese fa, ora si può visitare una intera sala gioco tridimensionale,
realizzata utilizzando le più recenti estensioni di VRML, il linguaggio per la
modellazione tridimensionale in rete. Le singole Slot machine funzionano utilizzando degli
Applet Java.
Per ora, Virtual Vegas è gratuito, e i 'cyberbucks', i dollari virtuali che si vincono
o si perdono sono solo virtuali.
Un altro casinò che si prepara ad accettare puntate 'reali' è il World Wide Web
casinò(http://www.netcasino.com ). E
per di più con un'attrattiva particolare per i giocatori: i gestori garantiscono infatti
che le probabilità di vincita sono molto più alte di quelle di un casinò 'fisico', dato
che non vi sono le enormi spese di gestione di un vero casinò. Così, ad esempio, le
vincite sono del 10% più alte di quanto non accada nel più importante casinò di Las
Vegas.
Per i pagamenti? Niente paura, basterà la carta di credito. Il cliente potrà, con un
versamento iniziale, aprire uno speciale conto, e ottenere una Online Visa Card. Su questo
conto saranno calcolate vincite e perdite - e se il bilancio è in attivo, potrà essere
utilizzato per fare acquisti sul circuito Visa.
La puntata di questa sera ha dato, speriamo, molto materiale e molti spunti di
riflessione sul futuro economico di Internet. Molto altro si potrebbe dire - ad esempio
parlando delle società che sono nate in rete, come la Netscape
corporation o Yahoo! (http://www.yahoo.com ),
che da risorsa di ricerca si è trasformata in una impresa quotata (e bene) in borsa. Per
un po' è sembrato che le società nate su Internet avessero automaticamente spalancate le
porte di Wall Street, ma evidentemente i rischi ci sono anche in questo settore, ed è di
questi giorni la notizia che Wired(http://www.wired.com), il mensile 'di culto' dell'era
del digitale, ha fallito per la seconda volta nel tentativo di essere quotato in borsa. Si
tratta di argomenti su cui avremo modo di tornare - come torneremo sul fenomeno del
commercio in rete. Nel frattempo non cercheremo di quotare in borsa MediaMente - non
ancora, almeno. |