Navigazione del 6 giugno 1997
Università in rete /2
Ciao Carlo, sono sul sito Baudhaus, per riprendere il discorso sull'uso delle nuove
tecnologie della comunicazione, e in particolare di Internet, per l'educazione superiore e
universitaria. Se ricordate, ieri abbiamo visto alcuni dati sull'enorme diffusione
dell'uso di queste tecnologie nei college e nelle università americane. Ma c'è un
problema di fondo che dobbiamo cercare di risolvere: i computer e Internet servono davvero
allo studio, o si tratta solo di una moda, magari anche costosa?
Per cercare di capirlo,
abbiamo preso come esempio, una volta tanto, un sito italiano, appunto Baudhaus. Si tratta
di uno dei pochi esperimenti effettuati in questo campo nel nostro paese, ed è stato
creato per iniziativa del Professor Mario Ricciardi e dei suoi studenti, nell'ambito del
corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università di Torino. Vediamo insieme
cosa contiene il sito. Vi troviamo l'elenco delle riunioni del seminario, sia quelle
interne che quelle con relatori esterni, ciascuna con un proprio resoconto; dettagli su
tutti i progetti di tesi e su tutte le attività dell'associazione Baudhaus, che raccoglie
i partecipanti al seminario ed ha anche la funzione di metterli in contatto col mondo
dell'impresa e del lavoro; una conferenza aperta per proseguire on line e in qualunque
momento le discussioni del seminario (oltre al testo si possono usare, lo vedete, una
serie di simpatiche icone per indicare la natura del proprio contributo: una domanda, una
informazione, un commento, una critica, un consenso); il testo completo, in forma
ipertestuale, di tutte le tesi di laurea via via discusse dai partecipanti al corso;
l'album con le pagine personali dei partecipanti; un notiziario, che funziona un po' da
bollettino elettronico e da raccolta di appuntamenti, nonché i consueti elenchi di link a
risorse analoghe presenti in rete. Baudhouse è insomma un complemento del seminario
reale, una sua estensione nel cyberspazio. Sentiamo come il suo promotore, il professor
Mario Ricciardi, commenta l'esperimento. |
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Naturalmente quello di Baudhaus è un esempio fra i tanti che si potrebbero fare, e
dimostra solo alcune delle molte potenzialità dell'uso di Internet per la didattica. Ma
vale la pena riflettere un momento su alcuni aspetti che ha sottolineato Ricciardi.
Innanzitutto: dovrebbe essere chiaro che iniziative di questo genere non
"spersonalizzano lo studio", non sostituiscono il computer al docente. Al
contrario, se condotte bene, aiutano proprio a superare la spersonalizzazione e la
distanza fra studenti e docenti che possono essere fra le conseguenze indesiderate
dell'Università di massa. In secondo luogo, i costi di iniziative di questo genere sono
bassissimi - anche se naturalmente quello che ha un prezzo è la creazione di una rete in
grado di sopportare effettivamente gli accessi accademici non solo dei docenti ma anche
degli studenti. Ma esperimenti come Baudhaus, nota Ricciardi, si potrebbero già oggi
realizzare all'interno della maggioranza dei corsi di laurea italiani. Perché allora sono
tanto rari? L'impressione è che l'ostacolo principale in questo caso sia quello delle
resistenze burocratiche, mentali, di organizzazione del lavoro. Facciamo un esempio che
abbiamo già ricordato ieri: il Garr, il gruppo di armonizzazione delle reti di ricerca,
raccomanda alle Università italiane di non concedere l'accesso Internet agli studenti,
considerando la situazione "non ancora matura". Ecco, forse si dovrebbe
capovolgere un po' la prospettiva, considerando che la possibilità di utilizzare le
risorse informatiche e telematiche costituirà un requisito essenziale del mondo del
lavoro, qualcosa al quale la scuola e l'università deve preparare. Anziché fare
raccomandazioni in negativo, sarebbe allora forse bene farne in positivo, dichiarare
esplicitamente che, anche se ancora lontano, l'obiettivo di dare a ogni studente un
indirizzo di posta elettronica e l'accesso a Internet è fra quelli che la scuola e
l'università Italiana dovrebbero porsi in maniera prioritaria. E' un tema sul quale
vorremmo tornare presto. |
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