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Navigazione del 2 giugno 1997

Sondaggi elettorali in Francia


La vittoria della sinistra alle elezioni legislative francesi è certamente la notizia del giorno. E' stata una campagna elettorale molto agguerrita che ha coinvolto in qualche misura anche la rete.

Elezioni politiche in FranciaQuesta è l'edizione francofona di Yahoo, che ha tenuto una sezione specifica dedicata alle elezioni con notizie aggiornate da tutti i maggiori quotidiani e dalla agenzia Reuters, con la quale ha da sempre un rapporto privilegiato.

Perché dicevamo che il dibattito politico ha coinvolto anche la rete? Perché, contrariamente a quanto successe in Italia nell'aprile del '96, quando tutti avevano un'idea piuttosto vaga di cosa fosse la rete e di cosa fosse necessario fare per essa, in Francia ci sono stati politici di tutte le parti che si sono pronunciati sulla loro concezione dello sviluppo della rete e delle problematiche ad essa connesse. Una parte delle dichiarazioni in merito le potete trovare su questo sito, che ospita anche un forum di discussione sulla tornata elettorale.

In questo sito, nella pagina "Barometre", gli elettori francesi potevano esprimere attraverso un'urna virtuale, le preferenze. Vedete qui i simboli dei partiti in lizza.

Ma la questione telematica che ha fatto più discutere i media tradizionali francesi è stata quella della diffusione dei sondaggi. Come saprete infatti la circolazione dei sondaggi in tempo di elezioni è sottoposta al controllo di un'apposita commissione e che ne vieta la pubblicazione in alcuni periodi, come tra il primo e il secondo turno.

Tribune de GenèveQuando il quotidiano Svizzero "Tribune de Geneve" ha pubblicato questo sondaggio su Internet sono esplose le polemiche. La commissione naturalmente non aveva alcun potere su quanto appariva sulla rete dal momento che i dati, e questo la dice lunga sulla difficoltà di applicazione delle leggi tradizionali a una struttura sovranazionale e decentrata, dal momento che i dati, dicevo, non erano ospitati su un server francese, su un computer ospitato in territorio francese bensì in territorio svizzero.

Una delle conseguenze è stata il fatto che alcuni quotidiani francesi hanno annunciato la pubblicazione dei sondaggi in nome del diritto alla parità di informazione di tutti i cittadini scatenando un nugolo di polemiche.

Ed in effetti il problema sussiste. Un editoriale della versione telematica di Liberation mette in risalto un aspetto fondamentale della questione.

Se non è possibile impedire all'informazione di circolare e se è vero che le leggi vigenti sono arcaiche e inadeguate, in virtù dello stesso principio anche le leggi antirazziste sarebbero arcaiche perchè incapaci di contenere la circolazione di materiale antisemita proveniente da alcuni paesi meno rigidi nel controllo?

Questa impostazione contiene un aspetto potenzialmente pericoloso, cioè che si continui a considerare la rete una sorta di far west in cui ogni forma di illegalità è permessa perchè inarrestabile. Per Liberation il discorso va dunque spostato su un piano diverso e per certi aspetti rivoluzionario: Internet non rende alcuna legge arcaica, ma semplicemente rivela l'inutilità o l'iniquità di alcune di queste leggi.

In un certo modo si tratta di una tesi controcorrente. Una gran parte dei commentatori ormai sostengono e spesso lo facciamo anche noi qui da Mediamente che le leggi nazionali risultano sempre più inadeguate a far fronte alle nuove problematiche imposte dalla rete. Liberation sembra sostenere che questi limiti non esistano, che le leggi vigenti siano perfettamente applicabili alla rete e che per far valere, ad esempio, le leggi antirazziste sarebbe sufficiente un blocco dell'informazione non alla sorgente ma alla foce chiedendo a tutti i provider di impedirne l'accesso.

Questa soluzione ci sembra molto semplicistica e la rete ha dimostrato più volte di essere in grado di superarla facendo girare l'informazione attraverso strade diverse (e il caso dei pedofili ne è forse l'esempio più eclatante). Nonostante ciò il discorso di Liberation contiene un aspetto senza dubbio accettabile nel momento in cui insiste sulla capacità della rete di rimettere in discussione dati acquisiti rivelando squilibri o disfunzioni.

La legge francese infatti non vieta di sondare gli umori dell'opinione pubblica in periodo elettorale ma solo di pubblicarne i risultati sui media determinando uno squilibrio tra una maggioranza di cittadini esclusi dalla fruizione di un'informazione e una minoranza di privilegiati (politici, finanzieri, economisti) che riescono comunque ad ottenerla. A questo punto è entrata in gioco la rete che non ha fatto altro che mettere in luce i limiti di una legge nata per creare disuguaglianze, non una legge arcaica dunque ma semplicemente una legge iniqua.

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Internet non ha fatto altro che sparpagliare le carte in tavola reintroducendo un principio egualitario che la legge negava. Tanto che si potrebbe dire come titola oggi la CNN (http://cnn.com esci da MediaMente):

"Internet the first big winner in French elections"

Internet il primo grande vincitore delle elezioni francesi.

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