Dalla TV alla rete RAI Educational

Approfondimento del 15 maggio 1997

Il cervello digitale (2)


Ieri abbiamo parlato di intelligenza artificiale.

Il concetto fondamentale che ha animato questo genere di ricerche per molti anni è stato quello di considerare l'intelligenza umana come una specie di complesso programma, fatto di regole esplicite e di deduzioni logiche, che il nostro cervello esegue, in modo simile a come i computer possono eseguire i software che ci carichiamo.

Questa concezione dell'intelligenza artificiale, ha avuto un grande successo, ed anche una gran mole di finanziamenti, negli anni 60 e 70. Ma i fallimenti sperimentali e le critiche teoriche a cui è andata incontro ne hanno determinato una profonda crisi.

A partire dagli anni 80 al paradigma razionalista della Intelligenza Artificiale classica, si è opposta una teoria completamente diversa: questa nuova teoria si chiama connessionismo.

L'idea di fondo del connessionismo è che per ottenere da una macchina comportamenti intelligenti bisogna cercare di riprodurre non tanto il pensiero, quanto il cervello. O meglio la struttura del cervello, con le sue cellule, i neuroni.

L'intelligenza sarebbe, secondo questa visione, un qualcosa che emerge dalla interazione di tantissimi agenti non intelligenti, anzi, stupidissimi, che cooperano per realizzare dei compiti. Il comportamento di questi agenti non viene fissato una volta per tutte come avviene in un programma. Anzi può evolvere e modificarsi con l'esperienza, può cioè imparare.

Per realizzare delle macchine di questo tipo vengono utilizzate delle cosiddette reti neurali.

Le reti neurali sono dei sistemi che simulano il comportamento dei neuroni e le loro interazioni. Ogni rete è composta da tantissimi neuroni digitali, capaci di dare solo semplici risposte agli stimoli. Ma complessivamente una rete neurale è in grado di imparare a comportarsi in modo intelligente.

Oliver Selfridge, che dirige l'Artificial Intelligence Laboratory al MIT di Boston, è uno dei maggiori studiosi in questo campo. Gli abbiamo chiesto di parlarci di queste strane associazioni di neuroni digitali.

Il connessionismo ha avuto un grande successo negli ultimi anni, ed ha preso il posto della decaduta intelligenza artificiale classica negli interessi degli scienziati, degli psicologi, ed anche degli enti che finanziano le ricerche.

Uno degli aspetti più interessanti di questo modo di vedere le cose è che in fondo non cerca di ridurre la nostra intelligenza ad una serie complicata di calcoli, ma a qualcosa di impredicibile che emerge spontaneamente, e che non può essere descritto da regole.

Sulla base di questa concezione negli ultimi anni son stati realizzati alcuni supercomputer che hanno mostrato incredibili capacità di apprendere. Infatti i computer connessionistici non vengono programmati in anticipo: tutto quello che fanno lo imparano da soli, con un processo molto simile alla educazione che viene impartita ai bambini.

Il fascino e l'interesse di questa nuova concezione dell'intelligenza artificiale ha attirato anche l'attenzione di uno dei maggiori esponenti della Intelligenza Artificiale classica, Marvin Minsky, che ha cercato di unire e sintetizzare i vantaggi di tutte e due le tradizioni.

Nel suo libro La società della mente, che vi consigliamo di leggere, Minsky sostiene che la mente e l'intelligenza sono il prodotto della interazione di moltissimi micro-agenti non intelligenti che cooperano tra loro, ognuno svolgendo un compito limitato, e che si uniscono a formare macroagenti di livello superiore, e così via. Naturalmente ogni agente ha i suoi compiti, e si inserisce ad un preciso livello in una complessa organizzazione, una vera e propria società.

Da questo libro Minsky ha realizzato un bellissimo CD-ROM, in cui un suo alter ego digitale fa da guida in questa complessa ed affascinante società della mente.

Prima di terminare questo nostro viaggio nel mondo dell'Intelligenza Artificiale vi consigliamo di fare una visita alla home page dell'Artificial Intelligence Lab del M.I.T., il cui indirizzo è http://www.ai.mit.edu. Potrete trovare moltissime notizie sulle ricerche in corso, articoli e saggi; ci sono anche le pagine personali dei ricercatori e dei professori del laboratorio, tra cui quella di Marvin Minsky; ed infine c'è un archivio di programmi di Intelligenza Artificiale.

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Insomma, per chi di voi è interessato a capire se e come le macchine potranno pensare veramente, questa pagina è sicuramente un buon punto di partenza. torna a inizio pagina