Dalla TV alla rete RAI Educational

Approfondimento del 14 maggio 1997

Il cervello digitale (1)


HAL 9000, il computer protagonista di 2001 Odissea nello spazio, è senza dubbio il più famoso esempio immaginario di intelligenza artificiale. Ma l'intelligenza artificiale non è solo un tema da fantascienza.

Proprio la settimana scorsa abbiamo seguito la sfida a scacchi tra il computer Deep Blue, e Garry Kasparov. Deep Blue, oltre ad essere l'erede di HAL 9000, rappresenta il risultato più avanzato di uno tra i più ambiziosi progetti scientifici del nostro secolo: la creazione di un computer in grado di pensare.

Le ricerche nel campo della Intelligenza Artificiale nascono intorno agli anni 50, grazie alla convergenza di molti studi in vari settori, dall'informatica, alla logica, dalla psicologia alla biologia.

Lo scopo di queste ricerche è la riproduzione su un computer dei processi del pensiero umano. In particolare, dei comportamenti intelligenti: ad esempio giocare a scacchi, dimostrare teoremi, o conversare brillantemente in linguaggio naturale su argomenti difficili; insomma, tutto quello che ci aspettiamo normalmente da un essere umano intelligente.

Il progetto della Intelligenza Artificiale si basa su una ipotesi fondamentale: il pensiero non è altro che un complicatissimo programma eseguito dal cervello, non troppo diverso da quelli che eseguono normalmente i computer.

Se dunque in qualche modo riusciamo a costruire un programma che simuli il ragionamento, ecco che abbiamo realizzato una macchina pensante, una intelligenza artificiale.

Ma come fare a capire se un computer, opportunamente programmato, è intelligente? L'idea per risolvere il problema venne ad uno dei padri dell'informatica, Alan Turing, un geniale matematico a cui dobbiamo veramente molto.

Come ci ha spiegato Roberto Cordeschi, ricercatore presso l'Università di Salerno, questo test, battezzato poi il test di Turing, è diventato uno degli argomenti principali dei fautori dell'intelligenza artificiale.

Ma è sufficiente far superare ad una macchina il test di Turing per dire veramente che è intelligente? Grandi dubbi sulla validità di questo testo furono sollevati sin dagli anni 60. A questo riguardo ricordiamo la storia di Eliza.

Eliza era un programma, realizzato da Joseph Weizembaum negli anni 60, che simulava la comprensione del linguaggio naturale. In particolare Eliza assumeva il ruolo di uno psicoterapeuta. Il suo successo fu tale che moltissima gente al Massachussets Institute of Technology cominciò a confidare i suoi più intimi segreti al programma. Insomma, era come se Eliza avesse superato il test di Turing.

In realtà il programma non era affatto intelligente: si trattava di un semplice pappagallo informatico, che rispondeva alle domande con altre domande costruite mischiando le parole del suo interlocutore.

Negli anni successivi sono stati sviluppati molti altri programmi assai più sofisticati complessi e potenti di Eliza, fino ad arrivare a Deep Blue. Ma nessuno finora è mai riuscito a dimostrare realmente di essere una vera e propria entità intelligente.

Il problema infatti non è nella potenza e complessità dei programmi o dei computer. Ma nella concezione generale che abbiamo dell'intelligenza. L'idea di fondo che ha animato le ricerche sulla intelligenza artificiale è che in fondo l'intelligenza si possa limitare e riassumere nel solo pensiero razionale, tralasciando l'intuizione, le creatività e i sentimenti.

Ma ben presto ci si è accorti che anche i più semplici processi di comprensione del linguaggio, ad esempio, presuppongono una serie di conoscenze vastissime, inclinazioni, esperienze personali, attese. E dotare i computer di queste conoscenze ed esperienze è quantomeno assai più complicato di quanto non ci si aspettava.

Per tutte queste ragioni a partire dagli 80 l'interesse verso l'Intelligenza Artificiale, in questa concezione che già oggi viene definita classica, è andato decrescendo, almeno come progetto scientifico.

puntate
torna a calendario
torna a tematiche
search

back

home page

E ci si è accontentati, assai più modestamente, dello sviluppo di sistemi esperti. Programmi cioè in grado di affrontare con grande cognizione di causa e rapidità (memoria e velocità non mancano certo ai computer) alcuni problemi assai limitati e specifici. Proprio come Deep Blue, che sa solo giocare a scacchi: ma l'intelligenza è un'altra cosa… torna a inizio pagina