Dalla TV alla rete RAI Educational

Approfondimento del 25 aprile 1997

Internet e bambini


La rivoluzione digitale sta per investire la scuola.

Il Ministero della Pubblica Istruzione ha avviato un grande progetto per portare le nuove tecnologie nella scuola.

In quattro anni quindicimila scuole, dalle materne fino alle superiori, saranno dotate di aule multimediali e di collegamenti a Internet. Bambini e ragazzi potranno così affacciarsi sul mondo della comunicazione digitale. Attraverso la rete potranno avere accesso ad un vero e proprio oceano di informazioni ed impareranno a confrontarsi con i coetanei di tutto il mondo.

In realtà, senza aspettare direttive ministeriali e finanziamenti centrali, l'incontro tra scuola e Internet è già avvenuto anche nel nostro paese.

Anche se non siamo certamente ai livelli raggiunti negli stati Uniti. Per averne una idea basta partire dal sito Web66 realizzato dalla Università del Minnesota, che cerca di offrire una mappa delle iniziative sulla rete realizzate nel mondo della scuola in tutti i paesi del Mondo.

Scopriamo così che in Italia ci sono già una cinquantina di istituti che hanno realizzato pagine Web. E scopriamo che tra queste ci sono anche alcune scuole elementari e medie.

Insomma, la scuola, sia nei suoi organi di governo ufficiali, che nella consapevolezza di alcuni intelligenti docenti, si è resa conto che una adeguata educazione delle nuove generazioni non può fare a meno di confrontarsi con il nuovo mondo della comunicazione. Educare a vivere, studiare e lavorare nella infosfera è un compito a cui le istituzioni della formazione dovranno dare sempre più attenzione.

Ma come sempre, l'incontro tra scuola e nuovi media, se apre importanti prospettive al rinnovamento della formazione, porta con se anche molti problemi.

Uno delle preoccupazioni che sembrano maggiormente appassionare la pubblicistica specializzata e non, è il rischio che bambini e ragazzi possano accedere a risorse 'informative' che potrebbero arrecare turbamento, come siti contenenti materiali pornografici o violenti.

E questa eventualità sembra tanto più preoccupante in quanto i ragazzi, con la diffusione sempre maggiore degli accessi alla rete nelle case, si troveranno spesso soli davanti ad uno schermo collegato ad Internet.

La percentuale dei materiali diseducativi rispetto al totale delle risorse disponibili su Web è certamente assai bassa.

Ma non si può negare che alcuni siti con contenuti pornografici o violenti siano facilmente accessibili, e che nella maggior parte dei casi i contenuti di tali siti siano decisamente squallidi e deleteri.

La soluzione proposta con maggiore frequenza è l'introduzione di sistemi di controllo di tipo legislativo sui contenuti della rete. Indipendentemente dalla posizione ideologica che si può assumere nei confronti della censura, l'idea di un controllo autoritario sui contenuti della rete si scontra con la sua struttura tecnica, che permette di superare facilmente qualsiasi sistema di controllo o impedimento esterno.

Una interessante soluzione alternativa alla censura preventiva è una tecnologia denominata Platform for Internet Content Selection (PICS), sviluppata dal

PICS permette di associare alle pagine Web, dei certificati di valutazione.

Questi certificati digitali possono essere controllati automaticamente da appositi programmi: se la valutazione indicata risponde a determinati criteri la ricezione della pagina viene autorizzata; in caso contrario l'accesso all pagina viene impedito.

Naturalmente l'impostazione di questi criteri può essere effettuata solo se si è in possesso di apposite parole chiave, che genitori e docenti dovranno custodire gelosamente.

Per ora, i software compatibili con le specifiche PICS non sono moltissimi. In alcuni casi si tratta di programmi che si interpongono tra il client Web e il pacchetto di accesso alla rete. In altri casi invece l'architettura PICS è integrata nel browser. Tra i più diffusi ricordiamo Microsoft Explorer.

L'aspetto positivo di questa tecnologia è che non esiste una autorità centrale che censura o approva il contenuto di un sito su World Wide Web.

Il sistema si basa interamente sull'autocontrollo e sulla responsabilizzazione dei gestori di siti, degli autori di pagine Web e degli utenti.

I criteri di classificazione e la valutazione del contenuto di una pagina, infatti, sono delegate ad agenzie o enti di classificazione indipendenti, che assegnano ai vari siti su Web una etichetta PICS.

Uno dei più noti servizi indipendenti di valutazione per i siti della rete è quello del Recreational Software Advisory Council (RSAC). Si tratta di un osservatorio indipendente formato da un gruppo di aziende ed organizzazioni, che peraltro si occupa anche di televisione e cinema.

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Insomma, gli stessi protagonisti dell'evoluzione di Internet, per evitare la censura autoritaria, si stanno attrezzando per dare a genitori e docenti un certo controllo sui contenuti a cui i giovanissimi possono accedere su Internet. E questo senza limitare a nessuno la libertà, seppure male utilizzata, di dire e mostrare ciò che crede sulla rete.

C'è solo un piccolo particolare a cui forse non si è pensato. Come per il famoso VChip, introdotto negli Stati Uniti per controllare l'accesso dei bambini alla televisione, con tutta probabilità saranno i figli ad insegnare ai genitori come usare i programmi controllori!

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