Approfondimento del 28 marzo 1997
La biblioteca di Babele
"La biblioteca esiste ab aeterno. Di questa verità...
inimitabilmente simmetriche."
Era un passo del libro al quale è dedicata la recensione di oggi. Forse qualcuno di
voi l'avrà riconosciuto. Si tratta del racconto "La biblioteca di
Babele", opera dello scrittore argentino Jorge Louis Borges.
Questa alle mie spalle è una rarità: la prima edizione italiana del libro, uscita nel
1955.
Capirete dalla data che non si tratta di una recensione, come dire, d'attualità. Ed in
effetti il racconto originale è datato addirittura 1941. Perché allora parlarne in una
trasmissione come MediaMente, che dovrebbe essere tutta proiettata verso il futuro?
Ebbene, i motivi sono molti. Va subito notato che "La biblioteca di Babele"-
e più in generale l'opera narrativa di Borges - è oggetto di un vero e proprio culto da
parte del popolo della rete. Alle mie spalle vedete alcune delle pagine Internet dedicate
a Borges.
Perché questa attenzione? Perché i sogni labirintici dello scrittore argentino
sembrano per molti versi una prefigurazione proprio dello sterminato universo informativo
costruito dalla rete. "Il giardino dei sentieri che si biforcano" è un altro
dei racconti che compongono la raccolta, 'Finzioni', di cui fa parte anche "La
biblioteca di Babele". E proprio Internet sembra fondere queste due visioni:
insieme biblioteca sterminata, dai confini indefiniti e plurali, e giardino di
intersezioni spaziali e temporali, nel quale le possibili strade e i possibili percorsi
sono innumerevoli e ogni volta diversi. |