Dalla TV alla rete RAI Educational

Approfondimento del 4 marzo 1997

Televisione tematica


Nuovi canali, TV via Satellite, TV via cavo... Cosa cambierà, nei programmi televisivi che avremo a disposizione nelle nostre pigre serate casalinghe? Nella puntata di oggi, andremo a vederlo un pò più da vicino.

In Italia, la nascita di nuovi canali televisivi non fa quasi più notizia; l'esplosione incontrollata nel numero delle televisioni private, nel corso degli anni '80, ha reso infatti il nostro paese quello col maggior rapporto al mondo fra numero di emittenti televisive e numero di cittadini.

Eppure, quello della televisione è un settore che proprio in questi mesi è in rapidissimo movimento, ed è forse alla vigilia di una nuova rivoluzione. Parte di questa rivoluzione consiste proprio nella nascita di nuovi canali. Solo che si tratta di canali un pò particolari, per vari motivi.

In primo luogo, molti dei nuovi canali non ci arriveranno più via etere, ma via cavo, o via satellite.

Nelle trasmissioni via cavo, il segnale televisivo è portato fino alle nostre abitazioni appunto da un cavo. Cosa vuol dire? Pensate al cavo che porta il segnale video dall'antenna al vostro televisore, come questo.

Ebbene, nel caso della televisione via cavo il cavo - che in realtà è di tipo un pò diverso - non parte dall'antenna sul tetto, ma da molto più lontano, direttamente da una stazione di diffusione. E una aggrovigliata (beh, speriamo non troppo) rete di cavi sotterranei lo porta fino a casa nostra. Naturalmente, la realizzazione di una cablatura di questo tipo, che deve coinvolgere intere città, non è cosa da poco. Ma il grosso vantaggio è che i cavi possono portare, in maniera molto veloce, informazione in formato digitale, lunghe catene di 0 e 1. Non solo televisione, dunque, ma dati di tutti i tipi: programmi per computer, ad esempio, o pagine Internet: tutto può viaggiare, molto velocemente, sulle stesse strade.

Questo spiega la centralità strategica delle cablature - e la ragione per cui gli investimenti operati in questo settore siano tanto cresciuti negli ultimi anni.

Il satellite, da questo punto di vista, è in concorrenza con i cavi - e uno dei dibattiti più accesi in questo momento riguarda proprio il futuro di queste due tecnologie.

Proviamo a fermarci un momento per considerarne i rispettivi vantaggi e svantaggi.

Un satellite può irradiare il proprio segnale - che anche in questo caso può benissimo essere digitale - su aree assai vaste, senza i complessi problemi posti dalla cablatura. E dalla maggior parte delle case italiane i canali via satellite possono essere visti subito - basta installare ricevitore e antenna parabolica. Al contrario, la percentuale delle case italiane cablate è per ora ancora irrisoria.

Ma anche i satelliti hanno il loro costo: si tratta di macchine tecnologiche sofisticatissime, da mettere in orbita. E hanno naturalmente il loro costo anche le antenne paraboliche che servono a riceverne il segnale.

Soprattutto, però, i satelliti funzionano in genere - dal punto di vista del telespettatore - a 'senso unico': trasmettono, ma non ricevono. In realtà si possono usare antenne paraboliche anche per trasmettere dati al satellite; ma le tecnologie per rendere veramente e pienamente a doppio senso il traffico di informazioni fra noi e i satelliti non sono - per ora - alla portata di tutti.

Questo significa che in certi campi - quelli nei quali l'interazione è più importante - il cavo ha al momento un notevole vantaggio sul satellite.

Ma questo non è naturalmente l'unico punto di vista possibile; sentiamo cosa pensa, del conflitto fra cavo e satellite, Augusto Preta, uno dei massimi esperti italiani del settore, docente di Teoria e tecnica delle comunicazioni di massa presso l'Università di Urbino.

Questo filmato, presentato all'ultima edizione di Imagina, è la presentazione di SCI-FI Channel, il canale televisivo via satellite specializzato nella trasmissione di film e telefilm di fantascienza. Oltre ad essere un filmato interessante per la qualità della grafica computerizzata, ci suggerisce una ulteriore tappa nella nostra discussione sulla televisione del futuro.

Lo SCI-FI Channel, infatti, esemplifica una tendenza che accompagna l'aumento del numero di canali reso possibile dalla televisione via satellite e via cavo : la tendenza alla nascita di un gran numero di canali tematici, destinati a soddisfare ciascuno un interesse - e un pubblico - piuttosto specifico. Avremo così canali dedicati solo alle previsioni del tempo, canali per sole donne, canali dedicati solo agli acquisti (e addirittura l'advertisment channel, dedicato solo alla pubblicità), canali per gli amanti della formula uno e canali per gli appassionati di calcio, canali di soli cartoni animati e canali sulle informazioni di borsa.

E forse anche, chissà, canali come questi, ai quali abbiamo già fatto cenno in una trasmissione del precedente ciclo di MediaMente: un canale per gli appassionati di fonduta, e un canale rigorosamente per nudisti, con tanto di notiziario 'nude news'. Naturalmente è uno scherzo - ma indicativo delle 'tendenze di mercato'.

Riflettiamo per un momento su questa tendenza. Voi sapete che il modello di televisione che si è imposto in Italia - e non solo in Italia - negli ultimi anni è quello di una televisione, come si usa dire, generalista. Una televisione cioè che strizza l'occhio a tute le fasce di pubblico, che cerca di trattare un pò tutti gli argomenti, una televisione spettacolare - insomma, quasi l'esatto contrario della TV tematica.

Ma la TV generalista ha delle caratteristiche delle quali è bene essere coscienti. Dato che ovviamente l'obiettivo è quello di catturare audience, di avere il pubblico più vasto possibile, la TV generalista è costretta a cercare quello che potremmo dire il "minimo comun denominatore", gli argomenti che possono interessare un pò tutti.

Questo significa che gli interessi più specifici - che spesso sono quelli che ci definiscono più direttamente, quelli ai quali teniamo di più - vengono inevitabilmente sacrificati; se è in parte vero che la televisione massifica, richiede spettatori un pò tutti uguali, la televisione generalista lo fa più di ogni altra.

Forse, allora, la nascita e lo sviluppo delle televisioni tematiche può avere anche una funzione di salutare cambiamento nel tipo di offerta informativa - e nel tipo di fruizione di questa offerta informativa - da parte del pubblico più accorto.

Anche se - comunque - non saranno tutte rose e fiori. La televisione tematica sarà infatti spesso a pagamento, e se non lo sarà rischia comunque una forte commercializzazione: si tratta infatti di uno strumento assai appetibile per specifici ma importanti settori industriali. Una televisione sui viaggi farà così gola alle agenzie di viaggio e ai tour operator, una televisione dedicata ai computer alle case produttrici di hardware e software, e così via.

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In conclusione? Forse una raccomandazione: come spettatori, cerchiamo di premiare, almeno ogni tanto, anche le scelte televisive un pò più anticonformiste, un pò meno abituali. Cerchiamo di diventare un pò meno prevedibili. E riflettiamo sul fatto che un'antenna parabolica o un cavo si possono installare non solo per vedere le partite di calcio o l'ultimo telequiz, ma anche, ogni tanto, qualcosa di diverso. Ad esempio Arté, il bellissimo canale culturale franco-tedesco dal quale ci vengono queste immagini. torna a inizio pagina