INTERVISTA:
Domanda 1
Il computer, a Suo avviso, può stimolare la creatività?
Risposta
Credo che il computer sia, fondamentalmente, uno strumento del quale uno scrittore si
serve allo stesso modo di come prima si serviva della penna o della macchina da scrivere.
Per esempio, io lavoro a mano; successivamente uso il computer che, grazie al monitor, è
molto comodo per correggere e permette, da una certa distanza e prospettiva, di
rimaneggiare molte volte un testo. Essenzialmente, però, non credo che la creazione cambi
- quantomeno la creazione letteraria- usando questo nuovo strumento. Attraverso il
computer, però, la correzione di un testo già scritto si opera più rapidamente. Ma
l'impulso originale, la prima versione, la materia prima, nel mio caso, mantiene il ritmo
che aveva prima che si inventasse il computer.
Domanda 2
Prima di diventare scrittore Lei era giornalista. Che cosa cambia nello scrivere un
articolo di giornale oppure nello scrivere un racconto, un romanzo?
Risposta
Credo che le differenze siano molto grandi. Quando si scrive un articolo, generalmente si
è legati all'attualità o, ad ogni modo, alla realtà obiettiva: ci si deve riferire ai
fatti accaduti, bisogna porre la propria immaginazione al servizio della storia reale.
Quando si scrive un racconto o un romanzo, questo legame non esiste. Al contrario, la
realtà obiettiva dipende dalla fantasia, dall'immaginazione. E questo è l'unico limite
che ha uno scrittore di romanzi o racconti: il limite dell'immaginazione che non ha
limiti.
Domanda 3
Crede che Internet, il computer, i rapporti nella rete e nel cyberspazio possano offrire
nuovi impulsi all'immaginazione?
Risposta
In un certo senso credo di sì, perché grazie a queste nuove tecniche si dispone di una
informazione immensa, per non dire infinita. Per esempio sulla mia scrivania, a Londra,
posso avere tutta la biblioteca del Congresso di Washington, e ciò mi dà accesso ad una
mole straordinaria di informazione che naturalmente è una materia prima formidabile per
l'immaginazione. In questo senso sì, le nuove tecnologie possono indubbiamente essere
utilizzate a vantaggio dei creativi e degli artisti.
Domanda 4
Nei suoi libri Lei racconta delle storie dove i rapporti fra le persone, fra i
protagonisti sono sempre in primo piano. Internet e la rete, invece, danno la possibilità
di rapportarsi con persone che sono lontane, persone che non si vedono e che spesso
perdono la loro identità nel comunicare con noi, perché possono nasconderci il loro
sesso, la loro età. Come giudica questi rapporti?
Risposta
Non credo che questi rapporti siano molto diversi da quelli che un autore di romanzi
instaura con i suoi lettori. I lettori sono lì, ma non si sa come siano, né quanti siano
e neppure come questi lettori reagiscono nel ricevere il messaggio, l'opera letteraria che
si scrive. Da questo punto di vista non credo che i rapporti siano fondamentalmente
diversi da quelli che si hanno tra uno scrittore e i suoi lettori. Con le nuove
tecnologie, la differenza è la possibilità di intavolare un dialogo, una comunicazione
viva che non esiste in campo letterario, dove, viceversa, la comunicazione è molto
indiretta e non esiste un interscambio propriamente detto, anche se, naturalmente, si
arriva a stabilire una relazione tra uno scrittore e i suoi lettori per mezzo del libro.
Domanda 5
Lei comunica con i suoi lettori tramite e-mail?
Risposta
Non uso molto l'e-mail per la semplice ragione che non scrivo lettere. I romanzi e il
giornalismo mi prendono molto tempo, e allora il genere epistolare non lo coltivo
frequentemente.
Domanda 6
Nel suo ultimo libro i personaggi vivono l'erotismo in modo molto intenso. Lei come
giudica i rapporti erotici, se si possono definire così, che si instaurano attraverso
Internet?
Risposta
Non credo che Internet abbia in sé nulla a che vedere con l'erotismo. Credo che Internet,
naturalmente, faciliti l'informazione e le comunicazioni e, di conseguenza, possa, molto
indirettamente, contribuire ad arricchire le esperienze delle persone, in genere tutte le
esperienze, quelle erotiche comprese. Ma credo che questo rapporto sia molto indiretto, di
secondo o terzo grado. Fondamentalmente l'erotismo è qualche cosa che ha a che fare con i
fantasmi che si portano nella propria memoria, nella propria immaginazione. E' qualche
cosa che appartiene al dominio del privato, esattamente al polo opposto di Internet che
rappresenta il dominio pubblico per definizione.
Domanda 7
Lei è interessato alle nuove possibilità offerte dall'ipertesto? Inoltre, crede che
questa tecnica si potrà sviluppare in futuro?
Risposta
La verità è che io non ho esplorato queste possibilità, il principio non mi interessa
molto, anche se ammetto che alcuni scrittori o artisti possono utilizzare vantaggiosamente
questa tecnica. Sicuramente si svilupperà, senza dubbio. Credo che in futuro ci sarà
soprattutto una esplosione di nuove tecniche nel campo delle comunicazioni sicuramente
più che in qualsiasi altro campo.
Domanda 8
Come immagina un romanzo in futuro? Ci saranno dei cambiamenti nelle regole stilistiche?
Risposta
Più che nella natura stessa del romanzo, grazie alle nuove tecniche, vedo un cambiamento
radicale in quello che è la sua distribuzione e diffusione. Nella natura stessa non credo
cambierà, perché il romanzo è finzione e la finzione non è cambiata con l'invenzione
della macchina da scrivere o della stampa. In realtà la finzione continua ad essere oggi
quello che era quando i greci ascoltavano le storie dell'Iliade o dell'Odissea, colmando
la vita della gente con un mondo puramente di fantasia e di immaginazione, per completare
una esistenza quotidiana di quanti non si accontentano della realtà e hanno bisogno di
qualcosa in più. Questo "in più" è proprio la finzione.
Domanda 9
Un'altra possibilità offerta dal computer è l'ipertesto collaborativo: si scrive una
base di testo e poi, più persone, attraverso il computer, possono costruire insieme un
racconto.
Risposta
Credo che questo sia già stato tentato molte volte, ma non credo che esistano romanzi
collettivi. La poesia collettiva potrà essere un gioco divertente ma non ha nulla a che
vedere con l'arte. L'arte letteraria è fondamentalmente una creazione individuale.
Domanda 10
Nel 1990 si è presentato come candidato alla presidenza in Perù. Lei crede che dal punto
di vista politico i nuovi strumenti tecnologici potranno aiutare la democrazia?
Risposta
Credo che i computer ed Internet soprattutto, daranno al cittadino una grandissima
quantità di informazione che gli permetterà di prendere decisioni politiche con più
consapevolezza che in passato. E credo anche che la partecipazione dei cittadini alla vita
pubblica sarà più facile grazie a queste tecnologie. Inoltre, lo sviluppo di questa
tecnologia è molto importante come difesa di libertà, delle libertà di espressione,
delle libertà di comunicazione. Oggi è molto difficile stabilire censure, controlli
delle informazioni, grazie alla scomparsa delle frontiere nel campo dell'informazione.
Domanda 11
Proprio a proposito della libertà di espressione: poiché in Internet si può trovare dal
sito per pedofili a quello culturale, o ancora siti dove si esprimono gruppi nazisti e
così via, a Suo avviso un tipo di censura potrebbe regolamentare questo mezzo, o deve,
viceversa, continuare a conservare questa "libertà"?
Risposta
Credo che dovrebbe essere totalmente libera. Credo che l'unico tipo di controllo
accettabile sia quello stesso che attualmente esiste nell'informazione, che è quello di
una legislazione che naturalmente ponga un limite alla violenza, all'esercizio della
crudeltà prima di tutto. Ma per questo non credo che ci sia bisogno di censure, è
sufficiente semplicemente che si applichino le leggi esistenti, che si tenderà ad
applicare soprattutto a livello internazionale tramite accordi internazionali, giacché le
comunicazioni in futuro saranno solo internazionali. Si dovrebbe sviluppare anche una
legislazione affinché si rispettino i diritti degli autori. Ma solo quando si sia
sviluppata una legislazione. Credo che tutto quello che contribuisca ad una maggiore
diffusione dell'opera di uno scrittore debba essere applicata e benvenuta.
Domanda 12
Cosa rappresenta per Lei il viaggio in rete?
Risposta
E' fondamentalmente un arricchimento dell'informazione, delle fonti di informazione. In
questo campo, dove l'utilità di Internet è straordinaria, credo che il potere, oggi, è
sapere ciò che sta accadendo in qualsiasi parte, in modo più obiettivo e rapido di
prima. Ma anche la possibilità di consultare diverse fonti quando si è in presenza di
dubbi o di versioni molto contraddittorie su un avvenimento, che può essere un fatto
politico, culturale o storico: questo mi sembra assolutamente straordinario e credo che si
dovrebbe celebrarlo come un grande progresso della civiltà umana.
Domanda 13
E non crede però che in futuro, proprio Lei che dà così tanta importanza ai rapporti
umani nei suoi libri, il fatto che la tecnologia entri così tanto nella nostra vita non
ci isoli un po' dal mondo?
Risposta
Non credo che questo sia obbligatorio. La stessa cosa si disse con il cinema. Quando si
inventò il cinema, si disse che avrebbe disumanizzato le persone, perché le avrebbe
isolate: "queste scure sale cinematografiche". E niente di questo è successo.
Non credo che Internet in se stesso e i nuovi media audiovisivi avranno questo effetto
negativo se nell'educazione si manterrà sempre viva una certa cultura, un tipo di cultura
che è partecipazione, che è comunicazione, che è dialogo, che è coesistenza nelle
diversità. Se questa cultura resterà viva, sarà lei stessa a permeare, caratterizzare
la tecnologia e non la tecnologia a distruggere questa cultura. In ultima analisi, dipende
da noi, dipende dal tipo di cultura che amiamo avere in futuro.
Domanda 14
E non teme che invece la tecnologia possa creare delle differenze fra i popoli e i gruppi?
Risposta
Questa realtà esiste, effettivamente oggi c'è gente che ha accesso alle tecnologie e
altra gente che ne resta tagliata fuori. Tuttavia, credo che sia una tecnologia molto più
democratica delle precedenti. Quando la cultura dipendeva dal saper leggere e scrivere, la
differenza era quasi incolmabile. Oggi imparare ad usare un computer è molto più facile
che imparare a leggere, tanto che in questo senso le nuove tecnologie hanno
considerevolmente democratizzato l'informazione e la cultura.
|
|