INTERVISTA:
Domanda 1
Signor Teyssier, parliamo di democrazia online. In che misura è possibile accedere alla
rete? Laccesso è veramente libero oppure esistono degli ostacoli rappresentati
dalla commercializzazione selvaggia, a causa della quale i servizi si pagano cari, tanto
da far considerare il Web piuttosto come un mercato? Cosa può dire a questo riguardo?
Risposta
E vero che lespressione "democrazia in linea" rimanda ad alcune
domande che ci dobbiamo porre: la prima è "la rete Internet è democratica".
Evidentemente la risposta è "no". Da un lato laccesso è difficile,
occorre essere in grado di acquistare un computer, bisogna saperlo usare, e poi pagare un
abbonamento a un Provider, cioè a un fornitore di accesso, e tutto ciò non è affatto
semplice, e non si verificherà mai che la grande maggioranza della popolazione sia in
grado di utilizzare tali strumenti. Inoltre, ci sono sempre più servizi a pagamento
destinati a restringere ulteriormente laccesso a Internet. Sicché il problema
numero uno delle nostre società, che stanno per diventare società in rete, è di
riuscire a generalizzare laccesso alla rete, renderlo davvero democratico, da una
parte dicendo che il computer dovrà essere molto più semplice, meno costoso e tale che
la gente se ne possa servire. Questa è la prima questione che possiamo porci. La seconda
è la seguente: "la rete serve la democrazia? Internet è o non è utile alla
democrazia?" Nel momento in cui si vede il rapporto Starr sullaffare Clinton
divulgato a tutta velocità su Internet, viene da chiedersi se questa sia una decisione
buona o cattiva per la democrazia. In questo modo si permette linformazione del
cittadino, questo è vero, ma allo stesso tempo si introduce confusione e spettacolarità,
mentre in democrazia le decisioni hanno bisogno di riflessione. Arriviamo così, in
effetti, alla domanda da lei giustamente posta, "in che modo Internet può aiutare il
cittadino a prendere meglio le sue decisioni". In questo senso Internet rappresenta
un fattore positivo in quanto rende possibile una maggiore informazione. Oggi abbiamo
numerosi siti di alcune città, ad esempio in Europa questo avviene in Italia come pure in
Francia, che offrono ai cittadini laccesso alle informazioni che riguardano il
comune, e persino ai consigli municipali. Questo accade via cavo, e ora su Internet, e
dunque è vero che questo permette una migliore informazione. Daltra parte,
cè il pericolo di ricorrere a forme di democrazia diretta, ad esempio, si
potrebbero chiamare i cittadini a votare attraverso Internet su una decisione da prendere,
e questo non va bene perché un voto è una decisione che deve essere meditata, preceduta
da una discussione o da una informazione più approfondita. Perciò Internet tanto è
utile nel rendere possibile questa pre-informazione, questa pre-decisione, quanto non deve
sostituire il voto, non deve far diventare la nostra una democrazia diretta, selvaggia.
Dobbiamo mantenere i nostri sistemi di democrazia rappresentativa, perché essi sono il
fondamento della nostra democrazia, specialmente in Europa.
Domanda 2
Per quanto riguarda il rapporto fra la rete e le istituzioni esiste un documento
dellOCSE di circa dieci anni fa, in cui si parla di partecipazione dei cittadini al
governo non soltanto nei momenti in cui si prendono le decisioni, ma anche come
possibilità di ricevere informazione sui processi che portano alle decisioni. Ora, si
tiene conto, a livello di reti e dei "new media", delle indicazioni delle
istituzioni, o meglio, esiste davvero una interattività fra istituzioni e reti, oppure
ciascuno fa il proprio mestiere, e dunque una regolamentazione non cè?
Risposta
Non si è che allinizio di questo processo. Il cavo televisivo, daltronde,
permetteva già negli anni Settanta di rendere partecipi i cittadini. In Canada esistevano
televisioni comunitarie che consentivano agli abitanti di una città non solo di assistere
ai consigli municipali, ma di decidere, di fare telegiornali su argomenti di interesse
comunale ecc. Dunque tutto questo non è proprio una novità, solo che Internet allarga le
cose a dimensioni mondiali, planetarie, e dunque è vero che qui cè molto di più,
cè un obiettivo più ambizioso, molto più impressionante. Non si può ancora dire
che Internet sia realmente un mezzo di partecipazione o di adozione di decisioni
pubbliche, è ancora troppo poco egalitaria, come dicevamo prima, per permettere davvero a
una grande maggioranza dei cittadini di intervenire. Ci sono bensì casi come quello degli
zapatisti messicani, per esempio, i quali hanno aperto un sito Internet per la promozione
del loro movimento partigiano: è una mossa astuta, ma in fin dei conti non rappresenta
davvero un grande dibattito democratico. Internet può certamente diventare uno strumento
democratico, ma ci vorrà ancora del tempo.
Domanda 3
Qual è la strategia dellIstituto Nazionale dellAudiovisivo francese (INA), di
cui lei è il Presidente, rispetto alla creazione degli archivi?
Risposta
La nostra strategia è il sistema digitale. E fare in modo che le nuove tecnologie
supportino la nostra missione principale, che è quella di fornire il patrimonio
audiovisivo al massimo numero possibile di professionisti dopo averne assicurato la
raccolta e la conservazione. Si tratta insomma di archiviare e mettere a disposizione il
materiale, sfruttando le tecniche digitali. Questo è il nostro obiettivo strategico,
verso il quale marciamo lungo due direttive: dellistruzione e della ricerca. Ci
mettiamo a disposizione dei ricercatori, dei professori, degli studenti, attraverso una
biblioteca che abbiamo denominato la "Ina-teca di Francia", e che abbiamo aperto
a questi settori del pubblico ormai da tre settimane, allinterno della grande
biblioteca che si trova a Parigi. Questa è la prima sezione, che ci permette di fornire
immediatamente al pubblico dei ricercatori, degli insegnanti e degli studenti tutto il
patrimonio che ogni anno le radio e le televisioni sia private che pubbliche sono
obbligate a depositare presso di noi.
Domanda 4
Ma in che modo si può accedere agli archivi dellINA?
Risposta
Si va allInateca di Francia si cerca nel sistema documentale la trasmissione di cui
si ha bisogno. Lo si può fare anche via Internet, dove esistono 900.000 notizie
documentali: a casa propria si cerca la trasmissione richiesta, si telefona e quindi si va
allInateca, e qui si riceve la trasmissione, si legge la cassetta che viene fornita.
Luso professionale delle immagini invece è a pagamento.
Domanda 5
Questo significa che acquisirete fin da principio tutti i diritti delle immagini che
archiviate?
Risposta
La legge ci assicura i diritti delle trasmissioni che provengono da reti pubbliche tre
anni dopo la loro diffusione, e le reti pubbliche ci consentono larchiviazione,
ossia ci danno da un lato i materiali, dallaltro i diritti perché sia possibile
metterle poi a disposizione di professionisti, e con i soldi finanziamo la conservazione.
Domanda 6
LINA ha nei suoi progetti una strategia europea, a livello di archivi? Come quella
ad esempio di stringere alleanze con archivi di altri paesi per creare una rete europea?
Risposta
Ho discusso proprio con il Presidente della RAI, Zaccaria, dellobiettivo di
collegare i nostri centri archivistici, ossia le biblioteche della RAI, lINA in
Francia e forse anche la BBC inglese, e i tedeschi, in modo da realizzare un sistema
europeo di accesso ai nostri archivi, permettendo così a un produttore, per esempio, di
cercare le immagini di cui ha bisogno tanto in Italia che in Francia, in Inghilterra e in
Germania. Il sistema digitale deve permettere tutto ciò nel giro di qualche anno, quando
avremo evidentemente standard comuni. Sono decisioni che occorre prendere in fretta.
Domanda 7
A livello di formazione, quali sono i progetti e le iniziative dellINA? Anche per
questo archivio di livello nazionale, ci vorranno operatori qualificati, e inoltre persone
che sappiano lavorare con i computer.
Risposta
Sì, è assolutamente indispensabile formare il nostro personale anzitutto in relazione
alle tecniche digitali, ed è questo che facciamo attualmente. LINA ha compiuto uno
sforzo gigantesco, perché in pratica ciascun collaboratore dellINA viene sottoposto
ogni anno a uno stage di formazione, e questo la dice lunga sullimportanza di ciò
che questo rappresenta. Inoltre facciamo la stessa cosa per i professionisti
dellaudiovisivo, del privato come del pubblico, perché noi siamo il primo centro di
formazione in Francia relativamente alle tecniche digitali. Questa è per noi
effettivamente una preoccupazione primaria.
Domanda 8
Lo scopo è, dunque, anzitutto quello di raccogliere tutte le immagini in modo che chi ne
ha bisogno possa accedervi?
Risposta
Precisamente. Non tutta la programmazione. Noi conserviamo allincirca il 40% della
programmazione, ma è già molto: si arriva a 40mila ore allanno di radio e
televisione, 40mila ore allanno, e ne abbiamo già 800mila relative a 24 anni.
Questo fa capire le ampie dimensioni di questi archivi che pertanto hanno bisogno di una
severa selezione per uno sfruttamento ottimale.
|
|