INTERVISTA:
Domanda 1
Lei ha avviato la sperimentazione di università virtuale al Politecnico di Milano. In che
consiste?
Risposta
Si tratta, appunto, di una sperimentazione iniziata nel settembre del '95. La
sperimentazione prevede l'uso sistematico della rete Internet per aiutare lo sviluppo
della didattica di determinati corsi. Al livello sperimentale, per quest'anno si è
utilizzato il supporto Web per il corso di progettazione linea assistita; per questo corso
abbiamo provveduto a convertire da formato multimediale, da formato off line su cd, nel
quale si trovavano corsi, dispense ed informazioni in genere utili per gli studenti che
frequentano il quinto anno del corso di laurea, a formato online su Web. L'esperimento ha
avuto un discreto successo, e proprio in questo periodo si stanno sperimentando più
elevati livelli di interazione con questo sito. Si passa dalla fruizione, per molti
aspetti passiva delle informazioni che vengono scaricate sia da casa che dai nodi del
politecnico da parte degli studenti, alla possibilità di interagire col sito stesso,
sviluppando esercitazioni, controllando il livello di apprendimento acquisito dalla
consultazione del sito e gestendo la comunicazione, controllando gli esercizi e le tesine
degli studenti che devono essere sottoposte al giudizio del docente.
Domanda 2
Avete l'impressione che anche i telelavoratori vengano utilizzati dai loro PC? Li vedete
come schiavi della tecnologia?
Risposta
Il presupposto fondamentale per poter operare correttamente con questi supporti è quello
di disporre di un indirizzo di posta elettronica; tutti gli studenti, quindi, ricevono un
indirizzo di E-Mail all'inizio del corso. La comunicazione non avviene unicamente
attraverso la posta elettronica, anche se questo è uno dei mezzi privilegiati, ma anche
trasferendo prodotti, file ed elaborati prodotti attraverso altri meccanismi. Il classico
FTP piuttosto che il metodo di posting su Web; o nel prossimo futuro, quando sarà
disponibile un kit a costo molto contenuto per videoconferenza, anche attraverso
collegamenti in video, magari da postazioni fisse privilegiate all'interno sia dell'ateneo
che degli altri poli universitari. Tutto il Web dovrebbe poi evolvere, ma già esiste
un'evoluzione in tal senso, per esempio, negli Stati Uniti grazie agli accordi stipulati
quest'estate, collegando anche i principali siti dove si possono ritrovare informazioni
utili per la didattica del corso direttamente alla fonte. Esistono infatti siti dell'ACN
negli Stati Uniti, per quanto riguarda ogni informazione riguardante l'architettura, sia
hardware che software, o anche un sito di sigle in particolare per la parte di computer
grafica, e altre locazioni, come possono essere Netscape piuttosto che la Sound e altre
società, per i prodotti specifici a cui si fa riferimento. Questo consente un notevole
ampliamento degli orizzonti e credo che sia un notevole beneficio, sia per gli studenti
che possono quindi arricchire il loro bagaglio culturale approfondendo quella parte del
corso che più interessa e affascina loro, sia un altro aspetto molto interessante per chi
intende aggiornarsi, quindi potendo ormai considerare conclusa la fase di studio che
prevede una presenza a scuola che va dai 6 anni, ai 18, ai 23/24. Ma dovendo ormai pensare
di doversi ogni tanto riaggiornare a causa della continua evoluzione tecnologica, a causa
del continuo progresso tecnico, direi che questo tipo di innovazione, di strumento che ci
porta alla didattica si presta proprio anche all'uso del Web da parte di persone che
vogliono approfondire le loro conoscenze e aggiornarsi e cercare di guadagnare velocemente
una buona competenza sui servizi di rete.
Domanda 3
Questo dimostra che per costruire dei modelli di università virtuale non c'è bisogno di
aspettare la fibra ottica, la larga banda, come molti pensano.
Risposta
Probabilmente no, per fare le prime sperimentazioni è sufficiente la tecnologia oggi
disponibile e direi che la soglia di attivazione di questi servizi è stata la
disponibilità di connessione a basso costo da casa. Da quando alcuni provider, anche su
scala nazionale, hanno offerto connessioni a costo molto contenuto, ed evidentemente
accessibili agli studenti, le prime sperimentazioni sono state rese possibili e questo
direi che è databile da circa un anno a questa parte. Questo meccanismo consente di poter
assemblare dei corsi che presentino interventi e contributi da parte di esperti in ogni
singolo settore della disciplina; diventa molto interessante poter pensare ad un corso nel
quale per ogni argomento specifico posso far riferimento ad un personaggio che ha
particolare competenza nel campo, e magari usufruire di un intervento su via E-Mail di
Mark Pesce, tanto per non far nomi, piuttosto che altri interventi su altri settori, altre
banche specifiche dell'information technology tenute appunto dai cosiddetti padri
fondatori o ideatori; questa sicuramente è una cosa molto interessante.
Domanda 4
Quindi è la connettività della rete che contribuisce ad arricchire l'insegnamento
stesso?
Risposta
Sicuramente dà notevole contributo all'insegnamento e dà comunque la possibilità di
arricchire un programma con una serie teoricamente illimitata di contributi da parte di
terzi, persone, docenti ad invito. Questa è una pratica largamente usata ricorrendo,
però, alla presenza fisica del personaggio, del docente invitato. Ciò comportava una
certa limitazione della didattica ad un numero di interventi da pianificare con notevole
anticipo e da gestire anche in termini di trasferimento fisico della persona, di
disponibilità temporale, causando una serie di problemi logistici non indifferenti. Con
la presenza virtuale, col collegamento in rete buona parte di queste barriere si abbattono
e quindi si libera una grande possibilità, una grande potenzialità nell'integrazione di
questa funzioni didattiche.
Domanda 5
Esiste già una rete europea dell'università virtuale, dove avvengono questi scambi di
corsi e di docenti?
Risposta
Durante una manifestazione a Firenze abbiamo tenuto a battesimo un oggetto virtuale
chiamato "Virtual University" che dovrebbe addirittura raggruppare sotto un
unico ceppo tutte le esperienze omologhe che si sviluppano nel mondo. E' stato un evento
molto interessante, sicuramente è stato l'incipit per questo tipo di struttura didattica
ed è appunto questo uno degli strumenti che tendono ad unificare ed a organizzare le
iniziative nel campo della didattica virtuale, della didattica a distanza realizzata
attraverso il supporto della rete.
Domanda 6
Qualcosa del genere sta avvenendo anche per la diffusione dell'arte, della cultura: i
musei virtuali. Può raccontarci le ultime novità?
Risposta
Sicuramente nel campo dell'arte, della cultura e in moltissimi altri settori, si hanno
notevoli aiuti e supporti forniti dalla comunicazione, dalla possibilità di
intercomunicazione offerta dalla rete e dalla multimedialità unita dei servizi in rete.
Nel campo specifico dell'arte e della cultura vi sono una serie di progetti pianificati a
livello mondiale: uno dei più rappresentativi è il progetto del G7 di creazione di più
strade nell'informazione dedicata ai beni culturali, un progetto che vede una sorta di
leadership italiana o italo-francese nella gestione di questi servizi a livello
comunitario, e quindi europeo, come ad esempio i progetti Ten Telecom che tendono a
costituire e a creare una rete transnazionale europea per la fruizione delle opere d'arte
e dei beni culturali. Tra l'altro, rete europea che in buona misura deve essere pensata
per un uso da parte di utenti extraeuropei poiché sono soprattutto i paesi dell'estremo
oriente, e mi riferisco al Giappone e alla Cina, così come a quelli dell'estremo
occidente, come gli Stati Uniti, i potenziali fruitori di massa di questi servizi.
Domanda 7
Il Politecnico a quale di questi progetti partecipa direttamente?
Risposta
Il Politecnico attualmente partecipa al progetto Time Telecom in quanto partner in un
consorzio di aziende risultato vincente, a livello europeo, nella proposta di una
soluzione per la veicolazione attraverso la rete dei supporti per i beni culturali,
ribadendo così la leadership italiana. Il progetto che dovrebbe attivarsi a breve termine
(si pensa, addirittura, entro la fine dell'anno) garantirà nel corso di un anno
lavorativo, molto probabilmente allo Smau dell'anno prossimo potremo vedere i primi
risultati, l'accesso a risultati su diversi fronti. Da un lato, una strutturazione, cioè
una creazione di metodi e strumenti per porre nel mondo virtuale le opere d'arte,
dall'altro la creazione di un framework, cioè la struttura di una cornice che organizzi
l'informazione nel settore culturale e la veicoli verso i potenziali utenti. Questi utenti
avranno una caratteristica molto eterogenea: avremo sicuramente delle utenze di tipo
didattico, delle utenze legate all'uso quotidiano dell'accesso alla rete per i beni
culturali, accanto a delle utenze, invece, di fascia, o comunque dai requisiti più
elevati, quali possono essere i ricercatori, gli studiosi o gli stessi conservatori dei
musei e gli operatori dei settori dei beni culturali.
Domanda 8
Che parte svolgono i musei tradizionali?
Risposta
I musei tradizionali svolgono una funzione assolutamente insostituibile poiché essi sono
i depositari di quella che potremmo definire la materia prima, quanto meno nel loro
aspetto fisico, cioè di tutto ciò che è il materiale che viene veicolato attraverso la
rete. I musei diverranno a tutti gli effetti dei partner nel progetto e inizialmente
forniranno sia il materiale documentale, informativo, iconografico, (Qui occorrerebbe
aprire una parentesi di notevoli dimensioni per trattare l'argomento della tutela dei
diritti d'autore, argomento questo di grande importanza e rilevanza, sia a livello
nazionale, sia a livello internazionale. Già di difficile soluzione su scala nazionale,
diventa ancora più complesso se si passa ad una dimensione europea e forse ancora di più
estendendo questo per il resto del mondo. Chi si occupa di questi aspetti sa benissimo che
ci sono differenti visioni della tutela del diritto d'autore, del diritto soprattutto
morale nei paesi anglosassoni o in Italia, rispetto a quelli di ceppo latino. Queste
differenze nella gestione del diritto, sicuramente, saranno uno dei primi ostacoli da
superare nello sviluppo del progetto sui beni culturali veicolati attraverso la rete,
quello che è stato chiamato "Net Virtual Museum". ) sia tutto il supporto di
conoscenze che conservatori, esperti e critici che vivono all'interno dell'idealismo
museale, potranno fornire al team di sviluppo. Il team, dal mio punto di vista, si dovrà
occupare prevalentemente degli aspetti tecnologici. I musei rivestireanno anche un altro
ruolo e sarà quello di fruitori dei servizi che poi il progetto metterà a disposizione.
I musei saranno destinati a diventare punti di consultazione privilegiati per accedere a
questa rete di diffusione del patrimonio culturale europeo. A questo proposito si pensa
anche di proporre l'allestimento di particolari spazi nei quali il pubblico potrà
richiedere informazioni e servizi offerti dalla rete. Questi servizi andranno dalla
semplice riproduzione dell'immagine fotografica alla ricostruzione tridimensionale di un
oggetto. L'utente potrà comparare opere trattate ed esaminate con sperimentazioni
disparate quali i raggi x, per poter poi valutare il decadimento dell'opera, le operazioni
di restauro e tutto quello che è intrinseco nell'opera d'arte stessa. Da un diverso punto
di vista si avrà la possibilità di poter accedere ad opere d'arte che non sono visibili
perché, caso ancora più paradossale, chiuse nei magazzini dei musei e quindi non esposte
per carenza di spazio espositivo o per difficoltà nel poter gestire comunque la loro
esposizione. Numerosa è la quantità di oggetti d'arte che non possono essere esposti
perché opere fragili, o oggetti che richiedono particolari allestimenti che non sempre
sono possibili, o piccole collezioni che non giustificano la creazione di un museo, ma che
non possono essere del tutto dimenticate e conservate, dimenticate, in imballaggi.
Domanda 9
Quindi può nascere una sorta di museo dell'invisibile?
Risposta
A questo proposito vorrei far riferimento ad un esperimento denominato museo
dell'invisibile e dell'invisitabile (giocando sulle sillabe) che abbiamo sviluppato nel
'94 grazie alla partnership di una collezione semi-pubblica del comune di Piacenza con la
galleria Ricci Oddi, dove, appunto si era creato un primo nucleo di galleria virtuale
navigabile attraverso l'uso di Internet e una porzione di questa galleria invisibile,
invisitabile conteneva proprio tutte le opere immagazzinate negli scantinati di questa
ricca raccolta. Tornando alle opere non facilmente fruibili si può pensare a tutti quegli
affreschi ed opere d'arte chiuse in edifici ed in palazzi storici non aperti al pubblico:
edifici privati, sedi di fondazioni, di ministeri, di uffici del governo; per finire, poi,
alle opere d'arte che sono, invece, appese od esposte all'interno di uffici pubblici o di
uffici, comunque, non del tutto accessibili al pubblico.
Domanda 10
Per concludere, come reagiscono i grandi musei italiani? Sono favorevoli? Partecipano a
questi esperimenti o mostrano delle resistenze?
Risposta
L'interesse è notevole e lo si può toccare sul campo pensando che il nostro primo
esperimento, quello della galleria d'arte moderna di Piacenza, ha portato un notevole
incremento delle visite in sito, sciogliendo anche l'eterna diatriba tra il virtuale ed il
reale, secondo la quale il virtuale surroghi il reale. Il pubblico ha conosciuto la
galleria, ha conosciuto le ricchezze di questa galleria attraverso l'accesso via Internet
ed è nato, poi, il desiderio di andare in sito, di andare sul luogo per visitarle e
vederle dal vivo e poterle toccare, in un certo senso. Questo dato è sicuramente
confortante per cui direi che tutti i musei sono interessati a porre in questa vetrina
privilegiata, e soprattutto in questa vetrina dalla visibilità globale e mondiale, le
informazioni relative al loro patrimonio. L'oggetto del contendere è, semmai, la gestione
dei diritti d'autore e quale ritorno possa avere il museo per lo sforzo che deve compiere
nella conversione o comunque nella costruzione di un sito che lo renda visibile a livello
internazionale. Su questo si sta chiaramente lavorando.
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