Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Giuseppe Richeri

Roma, 04/12/95

"Il Nord e il Sud del mondo e le nuove tecnologie"

SOMMARIO:

  • Gli attuali enormi investimenti nel settore della microelettronica, concentrandosi nel Nord del pianeta, annunciano un ulteriore approfondimento della distanza economica tra Paesi ricchi e Paesi poveri, anche se nel Sud del mondo ci sono Paesi più a Sud e Paesi meno a Sud (1) (2) (3).
  • Lo scenario disegnato da Negroponte di un mondo globalmente connesso è assolutamente irrealistico. Difatti, nei luoghi a bassa densità abitativa o dove abitano famiglie a basso reddito, che quindi non consumeranno molti servizi di telecomunicazione, nessuna impresa ha interesse a fare investimenti in infrastrutture (4).
  • Il satellite può certo sostituirsi al cavo, in queste zone, ma non può permettere l'interattività (5).
  • L'ulteriore emarginazione del Sud del mondo che si prefigura nell'ambito dello sviluppo delle telecomunicazioni, sarebbe, tra l'altro, anche una catastrofe culturale (6).
  • E' necessario, dunque, creare rapidamente una organizzazione di raccolta di produzione che tenga conto dell'apporto culturale di questi Paesi per innestarlo sui nostri sistemi di mercato, visto che ciò che è fuori dalla circolazione del mercato, e quindi fuori dalla redditività economica, non circola o circola con grande difficoltà (7).
  • In tal senso, gli artisti del Nord possono far molto per recuperare ed integrare la ricchezza delle culture del Sud nell'ambito del circuito mondiale (8) (9).

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INTERVISTA:

Domanda 1
E' recente la notizia che saranno investiti, per il biennio '95-'96, 125 mila miliardi sulla microelettronica. Corrisponde a tutti gli investimenti degli anni Ottanta. Siamo quindi di fronte a un grande cambiamento del mercato. Professor Richeri, che cosa significa tutto questo?

Risposta
Significa che le grandi imprese stanno partendo verso la conquista del grande mercato della microelettronica, che per il Duemila dovrebbe essere di un ordine di 400 mila miliardi di lire. Per capire come mai si ipotizza questo forte sviluppo, bisogna rilevare tre sostanziali elementi. Il primo è che si prevede il decollo e lo sviluppo molto rapido di un mercato di massa, quindi del mercato familiare dei personal computer: oggi nel mondo ci sono 200 milioni di personal computer, nel '95 sono stati venduti 50 milioni di personal computer, e a partire dal Duemila si prevede che ogni anno saranno venduti 100 milioni di personal computer. Il secondo elemento è che ormai la microelettronica è una componente che si dice "pervasiva", perché entra in moltissimi apparati, in moltissimi macchinari, in moltissimi oggetti di uso quotidiano e domestico, dall'automobile al frigorifero, dal forno a micro-onde al motorino, a tutti gli strumenti di precisione che noi conosciamo. Il terzo elemento è che la microelettronica, la componentistica, i circuiti integrati sono l'intelligenza, la mente che governerà lo sviluppo dei servizi multimediali interattivi, a cui è attribuita la prospettiva di sviluppo di settori come l'informatica, le telecomunicazioni e l'audiovisivo.

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Domanda 2
Ci sarà una qualche forma di equilibrio planetario per gli investimenti o si acuirà ancora di più il gap tecnologico ed economico fra il Nord e il Sud?

Risposta
Così come è stata annunciata la distribuzione degli investimenti, possiamo dire che la prospettiva è un aumento del gap tra Nord e Sud, perché tutti gli investimenti sono concentrati nel Nord del mondo, anche se in Paesi che non sono all'avanguardia dello sviluppo industriale, come l'Irlanda o la Malesia o Israele. Si tratta comunque di Paesi del Nord.

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Domanda 3
Che ne sarà dei Paesi del Sud? In quale maniera agganceranno la loro economia, che sembra sempre più staccata da quella dei Paesi del Nord, al grande sviluppo economico, alla grande trasformazione tecnologica del Duemila?

Risposta
Diciamo che anche nel Sud ci sono Paesi più a Sud e Paesi meno a Sud. Ad esempio, i Paesi dell'Africa per ora non hanno nessuna prospettiva interessante da questo punto di vista. Basti ricordare un dato, che dà il senso della distanza tra l'Africa e il resto del mondo. Nell'area metropolitana di Tokyo, all'inizio del '90, c'erano tante linee telefoniche installate quante in tutta l'Africa. Invece i Paesi dell'America Latina sono in una situazione intermedia, nel senso che in America Latina alcune delle nuove tecnologie sono in fase di decollo. Per esempio, possiamo pensare alla televisione via satellite, alla televisione via cavo e alle tecnologie di telecomunicazione avanzate, tipo la telefonia cellulare o le trasmissioni dati o le reti cosiddette a larga banda, quelle reti che hanno una grande capacità di trasporto dell'informazione.

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Domanda 4
Per Nicholas Negroponte, nel giro di pochi anni, tutto il mondo sarà cablato e quindi connesso. Questo, secondo lei, è ragionevolmente possibile in tempi brevi, o stiamo parlando di qualcosa che avverrà, se avverrà, fra decine di anni?

Risposta
Sicuramente non avverrà in tempi brevi, e neanche tra decine di anni, probabilmente. Per una semplice considerazione: che cablare, quindi investire in questo tipo di infrastrutture, richiede grandissimi investimenti, investimenti che hanno un ritorno molto lento. Quindi è chiaro che nei luoghi a bassa densità abitativa o dove abitano famiglie a basso reddito, che quindi non consumeranno molti servizi di telecomunicazione, nessuna impresa ha interesse a fare investimenti in infrastrutture. E quindi non è vero che stiamo andando verso un mondo globalmente connesso con le reti di telecomunicazione sofisticate di cui si parla in Italia o in altri Paesi. La realtà è che si va verso un mondo diviso tra una parte ricca di informazione e di infrastruttura e una parte sempre più povera di questo tipo di risorse.

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Domanda 5
Non si potrebbe utilizzare il satellite, lì dove non arriva il cavo?

Risposta
Certo, con le tecnologie legate al satellite si potrà arricchire la possibilità d'accesso a nuovi servizi anche in queste aree, ma bisogna ricordare che il satellite non garantisce tutta la gamma di nuovi servizi interattivi multimediali di cui si parla. Perché il satellite è una struttura tipicamente di diffusione, da un punto a una massa di punti, che non permette l'interattività.

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Domanda 6
In ultima analisi, possiamo dire che l'Africa, se vogliamo prenderla come esempio, si staccherà sempre di più dagli altri continenti. Ma si può lasciare fuori da questo tipo di progresso i Paesi del Sud del mondo, che sono sempre stati molto ricchi sotto il profilo culturale?

Risposta
Sono tra quelli che ritengono che sarebbe un grave danno per tutta l'umanità lasciar fuori questo tipo di cultura. Basta soltanto vedere cosa è successo negli ultimi decenni nel campo della musica, delle arti figurative, per capire il grande contributo che questo tipo di culture riescono a dare alla cultura di tutta l'umanità. Emarginare un continente come l'Africa, o altri continenti, sarebbe una perdita gravissima per tutti.

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Domanda 7
Questo nostro discorso, secondo lei, commuoverà qualcuna delle grandi multinazionali della diffusione telematica, o rimarrà una pura riflessione culturale?

Risposta
E' probabile che resti una pura riflessione culturale, perché il problema che si pone oggi è che anche il tipo di cultura che viene dai cosiddetti Paesi in via di sviluppo può essere integrato alla cultura del Nord soltanto se è immediatamente monetizzabile. Noi sappiamo benissimo invece che non tutte le espressioni culturali possono essere direttamente immesse in un mercato ed essere immediatamente redditizie. Sarebbe necessario, dunque, creare rapidamente una organizzazione di raccolta di produzione che tenga conto dell'apporto culturale di questi Paesi per innestarlo sui nostri sistemi di mercato. Perché ciò che è fuori dalla circolazione del mercato, e quindi fuori dalla redditività economica, come sappiamo benissimo, non circola o circola con grande difficoltà.

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Domanda 8
Abbiamo avuto molti esempi nella storia delle nazioni di personaggi che in qualche maniera sono stati dei "liberatori" politici, o economici, o filosofici. Ecco, è ipotizzabile, in futuro, che qualcuno, a dispetto degli investimenti, a dispetto delle colonizzazioni economico-culturali, liberi le zone più povere che non sono all'altezza delle zone più ricche da un punto di vista tecnologico, e ne faccia in qualche modo una bandiera, magari contro l'interesse delle grandi multinazionali? Sono cioè concepibili dei "liberatori" del cyberspazio?

Risposta
Sì, credo che questo sia possibile. Credo che questo possa avvenire soprattutto attraverso degli artisti del Nord che integrino nella loro produzione la cultura del Sud. Di questo abbiamo grandi esempi nella storia dell'arte, nella storia della pittura, e più recentemente nella storia della musica. Quindi credo che proprio dagli artisti del Nord possa e debba venire questo processo di integrazione, di recupero delle culture del Sud nel consumo culturale mondiale.

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Domanda 9
In effetti, gli artisti, ultimamente, ad esempio su temi come l'AIDS., sono riusciti in operazioni di diffusione, di informazione, che spesso e volentieri i governi hanno difficoltà a fare.

Risposta
Sì. In realtà, spesso si tende a colpevolizzare gli artisti, dicendo che sono troppo commerciali, troppo legati ai soldi. Questo, in parte, probabilmente è vero. Però bisogna riconoscere che ci sono ancora dei margini di produzione artistica che non sono definitivamente condizionati dalla loro redditività economica, e che poi sono le attività più genuinamente creative. Ed è importante riuscire a preservare questo margine di produzione culturale che non è piegato immediatamente alla redditività economica, se si vuole continuare a sperare in un mondo culturalmente più ricco.

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